VITELLESCHI
. I genealogisti affermano che questa famiglia era un ramo dei Vitelli di Città di Castello, trapiantato agl'inizî del sec. XIV in Foligno e di qui dopo la metà del secolo in Corneto (Tarquinia). È più probabile che fosse una famiglia cornetana, i cui membri cominciano a esercitare potere quasi di signori sulla città dal principio di quel secolo. Manfredo combatté in favore di Cola di Rienzo, altri stettero per la Chiesa e alcuni contro di questa: Vittuzio difese nel 1410 Castel S. Angelo contro re Ladislao. I personaggi più celebri della famiglia sono il patriarca Giovanni (v.) e Bartolomeo, nipote suo, vescovo di Corneto e Montefiascone (1438), travolto nella catastrofe dallo zio e privato del vescovato come sospetto di ribellione (1442), creato cardinale dall'antipapa Felice V (1444), poi riconciliato con Niccolò V, ottimo pastore della sua diocesi, autore di un opuscolo De morte e di costituzioni lungamente applicate, morto a Modone nel 1463. Trapiantati in Roma nel sec. XVI, i Vitelleschi si estinsero in linea maschile nel secolo XVII, passandone l'eredità e il nome per un testamento del 1624 ai figli di Virginia e del reatino Girolamo de Nobili, da cui discese la famiglia romana de Nobili Vitelleschi.
Bibl.: G. B. Crollalanza, Dizionario storico blasonico, III, Pisa 1890, p. 105; L. Dasti, Notizie storiche archeologiche di Tarquinia e Corneto, 2ª ed., Corneto Tarquinia 1910; v. anche vitelleschi, giovanni.