VISITAZIONE
La festa ecclesiastica della Visitazione della Beata Vergine commemora la visita che la Vergine fece in una città montana della Giudea (forse ‛Ain Kārim) alla sua cognata Elisabetta, trattenendosi con lei circa tre mesi, quando seppe che questa era per divenir madre di S. Giovanni Battista (Luca, I, 39-56).
Non è noto in qual tempo si cominciò a celebrare questa festa nella Chiesa. Sappiamo che nel sec. VI in qualche luogo si commemorava l'avvenimento nel venerdì delle Tempora dell'Avvento, ma la prima prova dell'esistenza di una vera festa liturgica si ha solo nel sec. XIII, quando per consiglio di S. Bonaventura l'ordine di S. Francesco l'introdusse nel suo calendario nel 1263. Col breviario francescano si diffuse anche la festa, che però non era celebrata dappertutto nel medesimo giorno; così a York cadeva il 2 aprile, a Parigi il 27 giugno, a Genova l'8 luglio. Nel 1389 Urbano VI, "nella speranza che Cristo e la sua Madre volessero visitare la Chiesa" per porre fine al Grande Scisma, estese la festa a tutta la cristianità, con vigilia e ottava, adottando l'ufficio ritmico composto dal cardinale benedettino Adam Easton; per tale celebrazione stabilì il giorno dopo l'ottava di S. Giovanni Battista, ossia il 2 luglio, che secondo una tradizione era ritenuto come data del ritorno della Beata Vergine a Nazaret dopo la visita. Non avendo alcuni vescovi, durante lo scisma, accettata questa solennità, il concilio di Basilea la confermò nel 1441. Più tardi S. Pio V soppresse l'ufficio ritmico, la vigilia e l'ottava: queste due per altro furono conservate in alcune diocesi, come Siena, Pisa, Loreto, Vercelli, Colonia, ecc.