MANGANO, Vincenzo
Nacque a Palermo, il 2 marzo 1866, da Francesco Paolo e da Isabella Clima.
Il padre, magistrato, ricoprì importanti cariche presso il tribunale di Palermo, divenendo nel 1892 consigliere della Corte di cassazione.
Il M., compiuti gli studi ginnasiali e liceali presso una scuola privata cattolica, si iscrisse nel 1884 alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Palermo.
Notevole influenza ebbero sulla sua formazione G. Bruno, titolare della cattedra di economia e sostenitore di principî ispirati al "democratismo cristiano", e mons. V. Di Giovanni, che lo indirizzò all'approfondimento degli studi filosofici, giuridici e storici, con particolare attenzione all'esperienza del "regionismo" cattolico.
Partecipò, sin da giovane, alle attività religiose e culturali del cattolicesimo palermitano, entrando a far parte, nel 1886, del Circolo giovanile cattolico S. Rosalia, di cui venne eletto presidente nel 1891. La sua attenzione, dopo la pubblicazione della Rerum novarum di Leone XIII, si indirizzò prevalentemente verso lo studio dei problemi sociali, dando vita, insieme con I. Torregrossa, Di Giovanni e altri, al Circolo dei buoni studi, destinato all'approfondimento di tali problemi, sulla linea dell'enciclica leonina. Entrato in contatto con G. Toniolo, il M. aderì all'Unione cattolica per gli studi sociali, di cui Toniolo era presidente.
Partecipò a Genova, dall'8 all'11 ott. 1892, al I congresso dell'Unione, animando il dibattito con numerosi interventi e con una relazione dal titolo "Il diritto internazionale e la legislazione canonica", nella quale auspicò una politica a favore della piccola proprietà contadina, della tutela dell'emigrazione e della realizzazione di un sistema corporativo a sostegno dei lavoratori; nel 1894 dirigeva la rivista Favilla, organo ufficioso dell'Unione.
Lo scoppio della rivolta dei Fasci siciliani nel 1893 trovò nel M. un attento osservatore; egli prese le distanze dalle posizioni ufficiali della Chiesa siciliana, che manifestava timori per la penetrazione del socialismo tra le classi più povere dell'isola.
Per il M. - come precisava in uno studio inviato a Toniolo nel settembre 1893 - bisognava interrogarsi non tanto sulle connotazioni ideologiche dei Fasci siciliani, bensì sulla "questione siciliana" nel suo complesso, che era la causa del movimento dei "fasci" (Mochi, p. 41).
Nel 1894, insieme con Torregrossa, fondò a Palermo la Federazione operaia cattolica, per riunire operai e artigiani cattolici. Le sue idee, attorno ai problemi inerenti alla questione sociale in Sicilia, trovarono spazio anche in numerosi articoli apparsi in La Sicilia cattolica (per gran parte firmati con lo pseudonimo Forward) e, soprattutto, si manifestarono nel corso del I congresso regionale dell'Opera dei congressi in Sicilia (Palermo, 11-13 luglio 1895).
Il M. assunse la presidenza della IV sezione del congresso, dedicata ai problemi economico-sociali, affrontando le questioni dei contratti di lavoro, della loro durata, del minimo salariale, del problema del credito e delle imposizioni fiscali alle piccole imprese.
Alla fine del secolo aderì al movimento democratico cristiano, che stava nascendo in Italia grazie alle iniziative di R. Murri. Il 24 giugno 1899, in una riunione svoltasi in casa Mangano a Palermo, nacque la Lega democratico cristiana siciliana, con la partecipazione di L. Sturzo, Torregrossa, N. Licata di Sciacca, M. Sclafani di Girgenti, A. Gurrera di Caltanissetta, P. Scrimali di Licata. I successivi sviluppi organizzativi portarono alla nascita, nel 1901, dell'Unione cattolica del lavoro in Sicilia, che riuniva le organizzazioni professionali e le opere economico-sociali dell'isola. Nell'ottobre di quell'anno, il M. fu tra i promotori del primo sciopero contadino organizzato dai cattolici in Sicilia, a Palazzo Adriano. Dal 5 al 7 nov. 1902 fu tra gli animatori del convegno dei consiglieri cattolici siciliani, svoltosi a Caltanissetta, dedicato alla formulazione di un loro programma municipale. Nel 1903, ad Aragona, guidò uno sciopero di 4000 solfatari.
Tali iniziative incontrarono, tuttavia, forti resistenze in seno al clero e alla gerarchia ecclesiastica isolana. Il M., che nel frattempo era divenuto vicedirettore della Sicilia cattolica, si era trovato al centro di pesanti polemiche e resistenze da parte dell'arcivescovo di Palermo, mons. M. Celesia, e degli ambienti ecclesiastici più conservatori, che lo indussero ad abbandonare il giornale. Trasferitosi a Il Sole del Mezzogiorno, organo dell'Opera dei congressi in Sicilia, vide spesso i suoi articoli censurati, per cui preferì abbandonare anche questo quotidiano per dar vita a un foglio che esprimesse il pensiero e il programma democratico cristiano.
Diede quindi vita all'Unione (agosto 1901-05), come organo dell'Unione cattolica del lavoro in Sicilia. Ai primi anni del secolo datano anche alcune sue pubblicazioni su argomenti di etica sociale, che evidenziano l'ampiezza dei suoi interessi.
In particolare pubblicò: il saggio Criminaloidi (Roma 1901), con l'intento di indagare quei soggetti che vivono ai margini della delinquenza e quella zona grigia della coscienza collettiva che opera nell'organismo sociale; nonché, su consiglio di Toniolo, Matrimonio e divorzio nelle legislazioni comparate del sec. XIX (Siena 1902), nel quale analizzava le vicende del diritto matrimoniale in molti paesi nel corso dell'Ottocento e individuava nell'intolleranza religiosa e nel separatismo ecclesiastico le cause che avevano prodotto il matrimonio civile e la laicizzazione del vincolo coniugale, concludendo che l'introduzione del divorzio, pur sanando in alcuni casi situazioni dolorose, finiva per provocare gravi danni morali.
A partire dal 1907, con interventi che toccavano al solito temi di carattere sociale ed economico, il M. fu particolarmente attivo negli annuali appuntamenti delle Settimane sociali dei cattolici italiani, promosse da Toniolo. Nel gennaio 1911 venne eletto consigliere comunale a Palermo, carica che mantenne sino al 1914, svolgendo la funzione di capogruppo dei consiglieri cattolici. Notevole, anche in questi anni, fu l'impegno giornalistico.
Dal 1907 al 1909 diresse il settimanale palermitano Il Centro e, dal 1910 al 1913, il quotidiano Il Corriere della Sicilia, che faceva parte del trust dei giornali cattolici aderenti alla Società editrice romana (SER) di G. Grosoli; quando, nel 1913, il giornale uscì dalla SER e assunse il nome di Corriere del mattino, riacquistando una propria autonomia, il M. ne conservò la direzione.
Nell'autunno 1917 si trasferì a Roma con la prospettiva di ricoprire un incarico di insegnamento presso il nuovo Istituto cattolico di diritto internazionale voluto da Toniolo e da Benedetto XV; tuttavia, la morte di Toniolo fece naufragare il progetto.
Alla fine del 1918 fu, con Sturzo e con i maggiori esponenti del cattolicesimo politico italiano, tra i fondatori del Partito popolare italiano (PPI).
Presente alle riunioni del 23-24 novembre e del 16-17 dic. 1918, che gettarono le premesse alla fondazione, avvenuta il 18 genn. 1919, svolse, in seno al partito, un ruolo di primo piano sin dal I congresso (Bologna, 14-16 giugno 1919) ove intervenne, richiamandosi all'idea dello Stato organico, ispirato al riconoscimento delle libertà individuali e collettive e, nei rapporti con gli altri Stati, alla "linea etica del diritto internazionale cristiano".
Candidato alle elezioni politiche del 1919 e del 1921 a Palermo, non venne eletto. Per breve tempo diresse a Napoli il periodico popolare Le Battaglie del Mezzogiorno, fondato nel 1921. Entrò quindi a far parte dell'Ufficio studi del PPI.
Collaborò con il gruppo parlamentare nella elaborazione dei due progetti di legge sulle Camere agrarie e sul frazionamento del latifondo; a lui si devono anche importanti riflessioni su aspetti di politica internazionale, con il volume La crisi della pace. Da Genova a L'Aja (Roma 1922) e con altri articoli, apparsi nella Rassegna nazionale (novembre 1924, aprile e giugno 1925), dedicati alla questione delle nazionalità, alla Società delle nazioni e ai patti di garanzia.
Dall'aprile 1923 entrò nella redazione de Il Popolo, collaborando con il direttore G. Donati in difesa delle istituzioni democratiche, minacciate dal fascismo. Dopo le dimissioni di Sturzo dalla segreteria politica del partito, nel luglio 1923, il M., con G. Dore e G. De Rossi, fu valido collaboratore alle attività del Circolo di cultura politica, che aveva lo scopo di mantenere vivi la tradizione e gli indirizzi ideali del popolarismo.
Il suo antifascismo emerse con chiarezza in occasione del V, e ultimo, congresso del PPI (Roma, 28-30 giugno 1925), in cui il M. invitò i popolari a "tener duro", precisando che il fascismo aveva svuotato il potere legislativo, esautorato il potere giudiziario e lasciato campo libero al potere esecutivo.
Con la definitiva affermazione del regime fascista conobbe gravi ristrettezze economiche; lo aiutarono F. Vivona e C. Zaccardi procurandogli lezioni private. Continuò a studiare e a scrivere su temi letterari, storici, filosofici e giuridici.
Alcuni articoli apparvero nella rivista cattolica Primavera siciliana e in L'Illustrazione vaticana; nel 1931 pubblicò Il pensiero politico e sociale di Leone XIII (Milano). Nel giudizio del M. il pensiero di Leone XIII si inserisce nel solco del diritto naturale e nega l'agnosticismo dello Stato liberale e le invadenze dei regimi dittatoriali, riaffermando il valore della persona; pubblicò, quindi, un saggio intorno all'opera scientifica di Toniolo: L'opera scientifica di G. Toniolo: una concezione cristiana della sociologia e della economia sociale (Roma 1940). Postumo e incompiuto apparve un lavoro sul filosofo siciliano N. Spedalieri, al quale si ispirava e del cui pensiero si era appassionato e nutrito sin dagli anni giovanili (N. Spedalieri e "I diritti dell'uomo", Amatrice 1940).
Il M. morì a Roma il 16 giugno 1940.
Opere. Oltre a quelle citate, si ricordano ancora: Mons. B. D'Acquisto: filosofo monrealese, Palermo 1890; L'orfanatrofio maschile del Boccone del povero in Palermo, ibid. 1900; Scoto Erigena e Giordano Bruno. Vita e pensiero di G. Bruno, ibid. 1907; La Società degli Stati, Roma 1916; Autonomia e solidarietà nella società internazionale, ibid. 1917; La giustizia fra gli Stati, ibid. 1918; La battaglia di Adua: letture, Casale Monferrato 1935. Il M. ha lasciato anche molte opere inedite per le quali si rimanda a G. Intersimone, V. M.: l'uomo e il pensatore, 2ª ed. rivista e aumentata, Roma 1968, pp. 103-109.
Fonti e Bibl.: Documenti relativi all'attività del M. nel movimento cattolico in Sicilia sono conservati presso l'Archivio della Arcidiocesi di Palermo; la corrispondenza tra il M. e Toniolo si trova nella Biblioteca apostolica Vaticana, Carteggio Toniolo; tuttavia, molte lettere sono pubblicate in C. Mochi, V. M. e il movimento cattolico palermitano (1884-1905), Roma 1989, Appendice, pp. 151-290; altri documenti relativi al M. sono nell'Archivio dell'Opera dei congressi presso l'Archivio del Patriarcato di Venezia. Per gli interventi del M. ai congressi del PPI si vedano Gli atti dei congressi del Partito popolare italiano, a cura di F. Malgeri, Brescia 1969, passim.
Vedi ancora: L. Sturzo - M. Scelba, Carteggio (1923-1956), a cura di G. Fanello Marcucci, Roma 1994, ad ind.; V. M. fedele assertore della dottrina sociale cattolica, in Voce cattolica (Palermo), XXIII (1940), maggio; G. Anichini, V. M. scrittore, in L'Osservatore romano, 17 luglio 1940; Id., N. Spedalieri e il suo più grande rivendicatore V. M., appendice a V. Mangano, N. Spedalieri e "I diritti dell'uomo", cit., pp. 143-150; F. Magri, La Democrazia cristiana in Italia, Milano 1954, I (1897-1949), pp. 133-135; C. Crifò, Voci del movimento cattolico in Sicilia agli inizi del secolo, in Civitas, 1956, n. 9-10, pp. 180-196; G. De Rosa, V. M., in Rass. di politica e di storia, VIII (1962), 90, pp. 2-4; L. Bedeschi, V. M. e il dovere politico, in L'Avvenire d'Italia, 11 ag. 1965; G. Trimarchi, La formazione del pensiero meridionalista di L. Sturzo, Brescia 1965, passim; L. Bedeschi, I pionieri della DC: modernismo cattolico 1896-1906, Milano 1966, pp. 315-342; G. De Rosa, Storia del movimento cattolico in Italia, Bari 1966, I, pp. 389, 409, 426, 542; II, pp. 33-35, 55, 67, 404, 518; A. Sindoni, Un frutto tardivo dell'Opera dei congressi in Sicilia: "Il Sole del Mezzogiorno", in Riv. di studi salernitani, II (1969), gennaio-giugno, pp. 229-259; F. Renda, Socialisti e cattolici in Sicilia (1900-1904), Caltanissetta-Roma 1972, passim; A. Sindoni, La Gioventù cattolica in Sicilia. Le origini (1871-1906), in La Gioventù cattolica dopo l'Unità (1868-1968), a cura di L. Osbat - F. Piva, Roma 1972, pp. 613-653; F. Piva - F. Malgeri, Vita di L. Sturzo, Roma 1972, ad ind.; La terza pagina de "Il Popolo", 1923-1925, a cura di L. Bedeschi, Roma 1973, pp. 16, 40, 48 s., 282, 289, 405; S. Tramontin, Società, religiosità e movimento cattolico in Italia meridionale, Roma 1977, ad ind.; A. Sindoni, L'Unione cattolica del lavoro in Sicilia, in Boll. dell'Archivio per la storia del movimento cattolico sociale in Italia, XIV (1979), 1-2, pp. 293-337; F. Riccobono, "La Sicilia cattolica". Problemi sociali, politici e vita religiosa (1868-1904), Palermo 1986, passim; G. Palazzo, Il Circolo dei buoni studi di Palermo e la cultura di V. M., in Arch. stor. siciliano, s. 4, XX (1994), pp. 283-292; Enc. cattolica, VII, s.v.; Diz. stor. del movimento cattolico in Italia, III, 2, sub voce.