COSSA, Vincenzo
Nacque a Perugia da Giovanni Battista e da Agnese de Palla intorno al 1539-40. La famiglia vantava nobili e antiche origini, ma non godeva di condizioni economiche particolarmente floride se si interpreta alla lettera quanto egli stesso dice nella dedica del Primolibro de madrigali a quatro voci: "... che nessuna cosa hò maggiormente desiderato giamai; che di poterle un giorno qualche onore od utilita recare. Ma che ciò fare non habbia potuto, sono stato. dalla povera mia fortuna et bassa conditione impedito; la quale a tutti i miei più onorevoli desiderij è stata sempre mortal nimica". Ma il passo in questione potrebbe anche essere il frutto di un artificio retorico del dedicante che sminuisce la propria condizione per innalzare, nel contrasto, quella del dedicatario. L'11 giugno 1579 sposò donna Dianora di Ottaviano di Marsilio Petrozzi, che portò con sé la ragguardevole dote di 1.000 fiorini. Ebbe otto figli: Giovanni Battista, Francesco, Elisabetta, Orazio, Costanzo, Laura, Antonia e Lodovico.
Il C. dopo la morte della prima moglie (11 ott. 1591) passò a seconde nozze con certa donna Bianca ed ebbe forse anche una terza moglie di nome Laura. Morì a Marsciano (Perugia) il 31 genn. 1624.
Tra il 1572 e il 1575 lo troviamo fra i confratelli della Compagnia della morte di Perugia, fondata nel 1570, alla quale aderivano numerosi altri musicisti. Nel 1595 contribuì alla rifondazione dell'Accademia degli Unisoni, sorta nel 1561 e ufficialmente chiusa l'anno successivo per ordine del cardinale Giulio Feltrio Della Rovere. L'accademia, nella quale il C. prese il nome di Sforzato, assunse nel 1595 un carattere prevalentemente musicale rispetto a quello più ampiamente culturale che aveva alle sue origini, e nel 1604 consolidò la propria posizione assicurandosi la protezione del cardinale Silvestro Aldobrandini e scegliendo come patrona s. Cecilia. Dal 31 maggio 1591 il C. divenne maestro di cappella della cattedrale di Perugia, incarico questo che mantenne ininterrottamente fino al giugno 1620. Dal 1612 ebbe come collaboratore Giacomo Razzi (cantore poi passato al servizio della S. Casa di Loreto e della cappella pontificia); quindi dal 1614 Francesco Buoni (De Bonis), autore di un volume di Salmi pubblicati a Venezia nel 1620, che gli successe nella direzione della cappella.
Del C. ci sono pervenute tre raccolte a stampa, tutte complete: Il primo libro de madrigali a quatro voci, con due canzoni (Venezia, A. Gardano, 1569); Il primo libro de madrigali a cinque voci (ibid., R. Amadino, 1587); Il primo libro delle canzonette a tre voci (ibid., R. Amadino, 1587).Idedicatari delle opere appartengono tutti alla nobiltà perugina: Alessandro Buontempi, Giovanni Battista Della Corgna, Marc'Antonio Ansidei. Nobile è anche Cristoforo Lauro, un giovane che per molti anni aveva atteso allo studio della musica sotto la guida del C. "per sollevamento" da più gravosi studi, e che nel 1587raccolse e pubblicò le canzonette del maestro "ad istantia di molti" e per "non tenere occulto il valore di così eccellente musico". Giovanni Battista Della Corgna, protettore di musicisti ed egli stesso dilettante di musica, era arciprete della cattedrale di Perugia, ed è forse a tale carica e al desiderio del musicista di divenire maestro di cappella della cattedrale, che si deve la dedica del libro di madrigali a cinque voci, nella quale il C. esprime il desiderio di produrre "cose un di d'altri sapori", alludendo forse a composizioni sacre, contrapposte alle profane che qui offre.
Il libro dei madrigali a quattro voci contiene anche tre canzoni (non due come si legge nel frontespizio); e poiché ogni canzone si compone di sette parti e sette sono anche i madrigali veri e propri, di cui uno in due parti, la raccolta è costituita complessivamente di ventinove brani. La canzone "Andrà la nave mia solcando l'onde" è di Remigio Fiorentino, e "S'il dissi mai" di Petrarca. I madrigali a cinque voci sono dodici di cui nove con una seconda parte, per un totale quindi di ventuno brani musicali. I testi poetici identificati sono del perugino Francesco Beccuti, di Annibal Caro, di Ariosto e di Petrarca. Le canzonette sono venti, di cui una costituita da proposta e risposta e una su testo di Giovan Battista Guarini.
La scrittura musicale del C. rivela un notevole equilibrio tra le parti: il basso ha di solito un andamento più tranquillo delle altre voci, nella consapevolezza delle naturali possibilità espressive di questo registro vocale; le voci centrali concorrono alla mobilità dell'insieme senza subordinazione alla voce superiore. Numerose composizioni hanno un avvio canonico, ma il rigore compositivo viene ben presto abbandonato per un più libero giuoco imitativo. La limpidezza dell'insieme non è turbata da cromatismi e madrigalismi sovrabbondanti, e il clima tonale è talvolta chiaramente avvertibile. L'incedere musicale delle canzonette è più semplice ed accordale, e rivela una leggerezza di ritmi che vuol essere popolaresca, ma che risulta invece di maniera. Lo schema formale è AABCC o AABB.
Il figlio Costanzo, nato a Perugia il 28 genn. 1590, monaco con il nome di Basilio, fu anch'egli musicista. Di lui abbiamo un volume di Madrigaletti a tre voci. Libro primo. Con il basso da sonare se piace, pubblicato a Venezia nel 1617 e dedicato a don Angelo Moriga, divenuto in seguito procuratore generale della Congregazione benedettina e abate del monastero di Perugia. Dal dicembre 1624 al giugno 1625 fu incarcerato per ordine del S. Uffizio; morì il 10 apr. 1667 dopo essere stato per molti anni curato della chiesa di S. Costanzo a Perugia (cfr. documenti presso l'Archivio di S. Pietro di Perugia).
Fonti e Bibl.: G. B. Rossi Scotti, Della vita e delle opere del cavalier Francesco Morlacchi di Perugia ... Memorie istoriche, Perugia 1860, p. XXXVI; A. W. Atlas, The Accademiadegli Unisoni; a Musical Academy in RenaissancePerugia, in A Musical Offering: Essays in Honorof Martin Bernstein, New York 1977, pp. 5-23; M. Pascale, V. C. e l'ambiente musicale perugino, in Arte e musica in Umbria tra Cinquecento eSeicento, Atti del XII Convegno di studi umbri, Gubbio-Gualdo Tadino 30 novembre-2 dicembre1979, Perugia 1981, pp. 159-200; M. Bogianckino, Suimadrigali e sulle canzonette di V. C...., ibid., pp. 201-274; F.-J. Fétis, Biographie universelle desmusiciens, II, p. 368; R. Eitner, Quellen Lexikon der Musiker, III, p. 72; Répertoire International des Sources Musicales-Einzeldrucke vor1800, pp. 233 s.; E. Vogel-A. Einstein-F. Lesure-C. Sartori, Bibliografia della musica italiana vocale profana pubblicata dal 1500 al 1700, Pornezia 1977, I, pp. 421-424.