Pubblicista e uomo politico (Bauska, Lettonia, 1867 - Finlandia 1917); considerato il fondatore dello stato lettone. Redattore (1901-02) del giornale Pēterburgas Avīzes ("Giornale di Pietroburgo") e poi (1904-06) del Balss ("La voce"), fu imprigionato e scrisse in carcere la sua opera principale Galvenie virzieni ētikā ("Le principali correnti dell'etica"); infine (1916-17) diresse a Pietroburgo, insieme al futuro presidente della Lettonia Janis Čakste, il giornale Baltija ("La terra baltica"). Dal 1915 fu presidente del Comitato centrale per la sistemazione dei profughi lettoni in Russia, che fu di fatto il primo parlamento lettone.