VIET-NAM (Viêt-Nam; cinese Yüeh-nan)
Antico nome dell'Annam (III, p. 387), adottato oggi dagli autonomisti annamiti.
Il nome risale al 1803, quando il re Nguyên Phuoc-anh o Gia-long (1804-22), fondatore dell'ultima dinastia regnante, avendo riunito quello che allora era conosciuto col nome di Annam (e che comprendeva il Tonchino e solo la parte settentrionale dell'Annam attuale, sino all'incirca a Hué) al territorio di Viêt-thu'o'ng (cinese: Yüeh-shang), corrispondente pressappoco all'Annam meridionale attuale e alla Cocincina, su cui egli aveva dei diritti, inviò un'ambasceria all'imperatore Chia Ch'ing (1796-1821), dichiarandosi vassallo della Cina e pregando il sovrano di voler dare un nome ai territorî ch'egli aveva testé riuniti sotto il suo dominio. L'imperatore allora, mentre conferiva l'investitura reale a Gia-long, emanava altresì un decreto con cui cambiava il nome dell'Annam in quello di Yüeh-nan (annamita: Viêt-nam, cioè "Regno unito di Viet[-thu'o'ng] e di [An]-nam"). Il vocabolo annamita Viêt e quello cinese Yüeh di uno degli stati barbarici, non cinesi, della Cina antica, dato dai Cinesi anche alle popolazioni che l'abitavano e che erano stanziate nel meridione, nelle regioni di Hang-chow e di Ning-po.
L'attuale repubblica del Viet-Nam comprende le provincie indo-cinesi (Ky) dell'Annam e del Tonchino - già protettorati francesi - con capitale Hanoi. L'indipendenza del Viet-Nam era stata solennemente proclamata dal governo di Tōkyō il 24 luglio 1945; il potere era stato rimesso al governo di Bao-Dai, imperatore dell'Annam, costretto, poco dopo, ad abdicare (26 agosto) a seguito di una rivoluzione preparata dal Viet-Minh (Lega per l'indipendenza dell'Annam, costituitasi nel 1941, di ispirazione comunista e antifrancese), che in pari data assumeva ufficialmente il potere sotto la presidenza del comunista Ho-Chi-Minh. Il 6 marzo 1946 il governo di Parigi - che per riconquistare le posizioni perdute aveva inviato in Indocina alcuni contingenti di truppe al comando del gen. Leclerc (5 ottobre 1945) al seguito degli eserciti alleati di liberazione (20a div. anglo-indiana al comando del gen. Gracey, sbarcata a Saigon il 13 settembre) - autorizzava l'alto commissario francese in Indocina, ammiraglio Thierry d'Argenlieu, a sottoscrivere ad Hanoi una convenzione preliminare con il capo del governo Ho-Chi-Minh, in virtù della quale riconosceva l'indipendenza della Repubblica democratica del Viet-Nam come stato lihero con un govemo, un parlamento, un esercito e finanze proprie, facente parte della Federazione indocinese e della Union Française.
Dopo le conferenze di Dalat (19 aprile, 11 maggio) e di Fontainebleau (luglio 1946), il 14 settembre veniva firmato a Parigi un modus vivendi tra il ministro francese delle Colonie M. Moutet e il presidente Ho-Chi-Minh. Il latente dissidio tra le due parti non tardò peraltro a manifestarsi apertamente: l'incidente di Haiphong del 19 dicembre 1946, seguito da un colpo di mano dei guerriglieri del Viet-Minh contro i presidî francesi di stanza nel Tonchino, fu l'inizio di una lunga serie di operazioni militari intraprese dalle truppe francesi al comando del gen. Valluy, protrattesi con varia intensità e alterno successo per tutto il 1947. Infine, dopo l'accordo firmato il 5 giugno 1948 nella baia di Along fra l'alto commissario Bollaert e il gen. Xvan, primo ministro del governo provvisorio del Viet-Nam, uno scambio di lettere avvenuto l'8 marzo 1949 fra il presidente dell'Union française V. Auriol e l'ex-imperatore Bao Dai (che si disponeva a rientrare nel paese per il 25 aprile come capo del nuovo stato del Viet-Nam) ha sviluppato gli accordi precedenti. La Francia ha riconosciuto l'indipendenza e l'unità del Viet-Nam "nell'ambito dell'Unione francese"; vi sarà una completa autonomia amministrativa, è riconosciuto al Viet-Nam il diritto di rappresentanza diplomatica attivo e passivo, e il paese avrà un proprio esercito con istruttori francesi. L'esercito dell'Unione francese avrà libero transito sul territorio, mentre alla Francia vengono attribuite basi strategiche. I diritti e gli interessi francesi sono salvaguardati; moneta legale sarà la piastra, legata all'area del franco.