Via Lattea
Una bianca scia di stelle
La Via Lattea è la galassia che ospita il nostro Sistema Solare. Visibile di notte a occhio nudo come una striscia di colore bianco, la Via Lattea ha affascinato fin dall’antichità gli esseri umani alimentando miti e leggende. Oggi però sappiamo che si tratta solo di una delle moltissime galassie – oltre cento miliardi – che popolano l’Universo
La Via Lattea appare in cielo come una striscia biancastra che attraversa molte costellazioni e si può vedere a occhio nudo in maniera distinta se la si osserva da un luogo lontano dalle luci della città.
È una galassia a spirale come tante altre, con l’unica particolarità di ospitare – un po’ in periferia – il nostro Sistema Solare, oltre a circa 200 miliardi di stelle e ad ammassi di nebulose. La sua massa è 750÷1.000 miliardi di volte quella del Sole e il diametro raggiunge circa 100.000 anni luce (ciò significa che un raggio di luce ha bisogno di 100.000 anni per percorrerne l’intero diametro).
Tre galassie di dimensioni maggiori e oltre trenta più piccole formano il Gruppo Locale al quale appartiene anche la Via Lattea, che ne è la seconda componente per dimensioni ma la prima per massa.
La nostra galassia si è formata tra i 12 e i 15 miliardi di anni fa, quando la forza di gravità portò una gigantesca palla di gas a collassare su sé stessa e si formò un disco sottile con un nucleo centrale dello spessore di 10.000 anni luce e dell’estensione di 15.000 anni luce.
Il Sole impiega ben 250 milioni di anni per completare una rivoluzione intorno al centro della Via Lattea e ne ha perciò effettuate soltanto 18 da quando si è formato. Ma le stelle che popolano la Via Lattea non si muovono tutte con la stessa velocità: quelle esterne si spostano più lentamente di quelle interne.
Il centro della galassia si trova nella stessa direzione della costellazione del Sagittario e in questa regione si osserva una concentrazione di stelle molto superiore a quella di altre parti del cielo. Le zone scure all’interno della Via Lattea sono invece dovute a nubi di pulviscolo che attenuano la luce delle stelle.
Fortunatamente le radioonde attraversano con facilità il pulviscolo e questo ha permesso ai radioastronomi di elaborare una mappa della Via Lattea anche per le zone da cui non proviene luce.
Secondo una delle versioni della mitologia greca, Zeus (il romano Giove) scelse di generare con la saggia Alcmena (che era umana) un figlio tanto forte da impedire lo sterminio di uomini e dei. Il bambino, di nome Eracle (Ercole), fu abbandonato dopo la nascita dalla madre che temeva l’ira di Era (Giunone), la legittima moglie del dio, ma su suggerimento dello stesso Zeus Atena (Minerva) condusse Era fuori dalle mura di Tebe, dove il bambino era stato abbandonato.
Vedendolo, Era lo avvicinò al seno per allattarlo e il bambino succhiò così forte il latte da spargerlo ovunque: da quel momento Eracle divenne immortale e nel cielo fu visibile la Via Lattea.
Per gli Inca la Via Lattea è invece il grande fiume che il dio del tuono adopera per inviare la pioggia sulla Terra. Secondo alcuni popoli delle Ande si tratterebbe invece del fiume utilizzato dagli spiriti dei morti per tornare nel mondo e comunicare con i vivi.
Le tribù pellirosse dei Pawnee e dei Cherokee sostengono, invece, che «le anime dei morti sono accolte da una stella, all’estremità settentrionale della Via Lattea, là dove questa si biforca, la quale indirizza i guerrieri lungo il sentiero fioco e difficile. Le donne e coloro che muoiono di vecchiaia sono accolte dalla Stella degli Spiriti e là dimorano».
Una leggenda polinesiana racconta infine di un terribile squalo blu che si nutriva di esseri umani: due giovani decisero di ucciderlo, ma gli dei lo misero in salvo in cielo, dove ancora oggi nuota nel fiume rappresentato dalla Via Lattea.