versaciano
agg. Tipico di Gianni Versace, stilista e imprenditore.
• Alla tornata di sfilate uomo appena trascorsa, Donatella Versace ha sbaragliato la concorrenza con una collezione tripudio ‒ riuscitissima, bisogna ammetterlo ‒ di temi versaciani ‒ vedi alla voce Gianni Versace, primi anni Novanta e dintorni ‒ fatta di stampe barocche e mascolinità pompata, di glamour dionisiaco e infingardaggine, di allure da gladiatore e scazzo da gigolo. (Alberta Marzotto, Repubblica, 11 luglio 2011, Affari & Finanza, p. 37) • Drappeggiate come dee greche dentro rasi degni di Dinasty, chiuse dentro bustini ricamati di conchiglie o giacche dalle spalle imponenti, le superfemmine di Fausto Puglisi, ai piedi gli stivali da cowgirl, attraversano orgogliose e splendide la linea che separa buono e cattivo gusto, sempre che il primo esista. Gli echi versaciani persistono, stemperati finalmente da una rinnovata asciuttezza espressiva. (Angelo Flaccavento, Sole 24 Ore, 24 settembre 2015, p. 17, Impresa & territori) • Le forme sono quanto di più versaciano si possa immaginare: ampie porzioni di pelle rivelata tra sapienti drappeggi e fantasmagorici ricami. (Daniela Fedi, Giornale, 26 gennaio 2016, p. 23, Attualità).
- Derivato dal nome proprio (Gianni) Versace con l’aggiunta del suffisso -(i)ano.
- Già attestato nella Repubblica del 1° luglio 1989, p. 21, Cronaca (Silvia Giacomoni).