VEGEZIO
. Di Flavius Vegetius Renatus (un codice anche Publi Vegeti Renati), autore di una Epitoma rei militaris, si sa molto poco. Era un alto funzionario, vir inlustris comes (pare comes sacrarum largitionum, ministro delle finanze) e cristiano. Non pare abbia mai servito nell'esercito. L'imperatore, al quale l'opera è dedicata, è ritenuto da alcuni Teodosio I (379-395); altri pensarono a Valentiniano III (424-455) o a Teodosio II (408-450). Siamo quindi alla fine del sec. IV o al principio del V d. C.
Vegezio era persuaso che la decadenza dell'impero aveva la sua causa principale nella decadenza dell'esercito, che aveva perduto la disciplina Romana e s'era imbarbarito. Bisognava quindi tornare all'antico e vedere come e dove gli antichi reclutavano i soldati e come li istruivano. V. scrisse così il primo libro, che, offerto all'imperatore, piacque e l'autore fu invitato a trattare anche le altre parti della scienza miliiare. E così V. espose nel secondo libro l'organizzazione e l'addestramento antico della legione, nel terzo trattò della condotta delle operazioni. Il quarto libro tratta della guerra d'assedio, con un'appendice sulla guerra navale (IV, 31 seg.).
Vegezio indica egli stesso le fonti alle quali attinse (I, 8; cfr. II, 3): Catone Censorio (cons. 195 a. C.), Aulo Cornelio Celso, scrittore enciclopedico del sec. I d. C., Sesto Giulio Frontino, pure del sec. I d. C., autore di un trattato, perduto, di arte militare e degli Sratagemata a noi giunti, Tarrutenio Paterno, prefetto del pretorio sotto Commodo e ucciso nel 183, soldato e giurista, autore di quattro libri di diritto militare, e infine le ordinanze militari di Augusto, di Traiano e di Adriano. Né pare che a tutte queste fonti egli abbia attinto direttamente: conobbe forse Catone attraverso Celso e Frontino. L'antico esercito romano è per V. l'esercito anteriore al sec. III d. C. e su questo antico esercito egli dà notizie attinte a fonti che andavano dal sec. II a. C. al II d. C. E privo di esperienza di cose militari e di cultura storica, egli mise assieme notizie che si riferivano ad età e ordinamenti diversi, donde quel disordine e quella confusione, che attirarono sull'opera di V. i più aspri giudizî della critica moderna. Ma egli ha conservato molti materiali preziosi per la storia militare romana, che si potranno meglio apprezzare, quando un'accurata indagine sulle sue fonti avrà distinto, fin dove è possibile, ciò che in lui proviene dagli autori delle varie epoche e ciò che egli stesso ha aggiunto; indagine che è stata anche di recente tentata con frutto.
Col nome di P. Vegetius Renatus ci è stata tramandata anche un'opera di veterinaria, Digestorum artis mulomedicinae libri, della fine del sec. IV d. C., che, per la corrispondenza dell'età e per altre ragioni, sembra dello stesso autore dell'opera sull'arte militare. Essa è in sostanza un rimaneggiamento, soprattutto quanto alla forma, della Mulomedicina Chironis, testo in latino volgare conservato in un codice di Monaco di Baviera, con aggiunte derivate principalmente da Columella.
Ediz.: L'opera di Vegezio sull'arte militare fu molto letta nel Medioevo ed è perciò giunta a noi in numerosissimi codici, dei quali sono noti quasi 150. L'ultima edizione è: Flavi Vegeti Renati epitoma rei militaris, di C. Lang, 2ª ed., Lipsia 1885; trad. ital. con proemio e annotazioni di Temistocle Mariotti, Treviso 1878, riprodotta con note di L. A. Maggiorotti in un volume della collezione La guerra e la milizia negli scrittori italiani d'ogni tempo, Roma 1936. L'opera veterinaria P. Vegeti Renati digestorum artis mulomedicinae libri, ed. E. Lommatzsch, Lipsia 1903.
Bibl.: M. Schanz, Gesch. der röm Litteratur, IV, i, 2ª ed., Monaco 1914, p. 194; sulle fonti dell'opera militare: D. Schenk, Fl. R. V. Die Quellen der Epitoma Rei Militaris, in Klio, Beiheft 21°, Lipsia 1930. Per l'opera veterinaria, v. K. Hoppe, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XVI, col. 511.