VECCIA
. La Vicia sativa L. è pianta della famiglia Leguminose-Papilionate, annua o bienne, con fusto semplice o ramificato, pelosetto o glabro. Le foglie sono sparse, pennato-composte con 3-7 paia di foglioline di forma diversa a seconda delle varietà: lineari, ellittiche, obovate, acute o smarginate; le stipole sono generalmente piccole, semisaettiformi, dentate. I fiori sono solitarî o appaiati all'ascella delle foglie, lunghi cm. 11/2-21/2 brevemente pedicellati, con corolla rosso-violacea, talora rosea o biancastra, ad ali più brevi del vessillo che è di colore più chiaro, ma più lunghe della carena. I legumi sono lunghi da 2 a 8 cm., larghi 4-15 mm., pubescenti o glabri; contengono 4-12 semi sferoidali verdi, grigi, bruni, neri o più di rado bianco-giallastri.
Secondo G. Hegi, comprende due sottospecie: angustifolia e oboiata, con numerose varietà e forme.
Vive nei campi di frumento, nei prati, nei luoghi erbosi, fiorisce in primavera. È diffusa nella regione mediterranea e nell'Asia occidentale, donde forse è originaria, naturalizzata nell'Europa centrale e settentrionale da tempi assai remoti: in seguito alla coltura è diffusa alle Canarie, Madera, Madagascar, Africa meridionale, Asia orientale, America Settentrionale e Meridionale, Australia, Nuova Zelanda.
La veccia è una pianta rustica, molto resistente alla siccità, e può essere coltivata con buon esito sia in terreni mediamente sciolti, sia in terreni compatti, sempre forniti di calcare. Nei passati tempi la veccia ha avuto largo uso sia come pianta da sovescio, sia come pianta da erbaio, sia come pianta producente semi per mangime. È conosciuta fino dai tempi antichi e sempre considerata come buona produttrice di foraggio; inoltre, essendo munita di tubercoli radicali, apporta al terreno una discreta quantità di azoto, quindi è un'ottima pianta da sovescio.
Secondo le analisi del Kellner, cento parti di veccia contengono: proteina digeribile 2,9: sostanza grassa digeribile o,3; estrattivi non azotati digeribili 4,0; cellulosa digeribile 2,2; proteina greggia 3,7; sostanze grasse gregge o,4; estrattivi non azotati greggi 5,3; cellulosa greggia 4,1; sostanza secca totale 17,5.
La veccia è più ricca della favetta in materia albuminoidi, e quindi è più adatta alla produzione lattifera del bestiame. Povera di cellulosa, a parità di altri foraggi è un po' deficiente di sostanza grassa e di idrati di carbonio. Nella composizione quindi di una buona razione alimentare sarà bene aggiungere al suo foraggio mangimi che compensino tale deficienza.
Allo stato di fieno essa ha un alto valore nutritivo, e bene compete con molti altri fieni tenuti in pregio dall'agricoltore. Anche dal lato del gusto, la veccia, fresca o affienata, è molto gradita agli animali; è erronea l'opinione che essa arrechi disturbi, anche somministrata in piccola quantità, e che acquisti, poco dopo mietuta, un sapore amaro che la rende male accetta ai bovini.
I lavori per la veccia sono comunemente eguali a quelli che si fanno per il grano.
I concimi per la veccia sono il perfosfato (6 quintali per ettaro) insieme con uno o due quintali di solfato potassico (quando il terreno difetti di potassa).
La semina può essere invernale o primaverile; in generale si fa a spaglio, con quantità di seme dai 60 ai 100 kg. per ettaro.
Essendo pianta vigorosissima, non ha necessità di notevoli pratiche colturali, a meno che non venga seminata a macchina per la produzione di solo seme. Il raccolto della veccia si fa all'epoca della fioritura e il prodotto è variabilissimo, molto dipendendo dall'andamento climatico.
La produzione foraggiera varia da 30 a 60 quintali per ettaro, e la produzione del seme varia da 12 a 20-30 quintali per ettaro.
I semi (analisi della sottospecie obovata) contengono: 12,9-14,3% di acqua, 27,5-29% di composii azotati (dei quali 25,5% di legumina, legumelina e proteosi; 2,3 di nucleina, ecc.), 0,91-3% di grassi, 40-46% di sostanze estrattive inazotate (di cui 36,3% d'amido), 4,9-7,20% di cellulosa, 2,3- 4,6% di ceneri. Inoltre i semi della maggior parte delle forme contengono un glucoside cianogenetico che deve essere diverso dall'amigdalina.
La veccia è attaccata da Uromyces fabae, Peronospora viciae, Erysibe polygoni; i semi sono danneggiati dai bruchi che attaccano le granella delle Leguminose.