BENDINI, Vasco
Pittore, nato a Bologna il 27 febbraio 1922. Nel 1940 si iscrive alla facoltà di Architettura di Firenze che presto abbandona per frequentare l'Accademia delle Belle Arti di Bologna, sotto la guida di V. Guidi e G. Morandi. Alla prima personale nel 1949 presso la Galleria Bergamini di Milano, presentata da Guidi, succede nel 1953 la mostra alla Galleria La Torre di Firenze introdotta in catalogo da F. Arcangeli, con cui instaura un intenso sodalizio culturale.
In una condizione solitaria di vita e di ricerca (nel 1973 si trasferisce a Roma) rilevante è la sua attività espositiva: alle personali si affiancano le partecipazioni a importanti rassegne (Biennale di Venezia, 1956, 1964, 1972; Quadriennale di Roma, 1959, 1965, 1973, 1986; Biennale di San Paolo del Brasile, 1961; L'Informale in Italia fino al 1957, Palazzo del Museo, Livorno, 1963; Arte in Italia 1960-1977, Galleria Civica d'Arte Moderna, Torino, 1977; Linee della ricerca artistica in Italia, 1960-1980, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 1981; L'Informale in Italia, Kunstmuseum, Lucerna, 1987; L'astratto vissuto e i suoi maestri italiani, Francavilla al Mare, 1988). Tra le varie antologiche si segnalano le più recenti alla Casa del Mantegna, Mantova, 1984; al Padiglione d'Arte Contemporanea, Milano, 1989; al Palazzo Forti, Verona, 1989-90.
Sull'iniziale formazione nell'ambito bolognese si innesta una congeniale esperienza delle poetiche del gesto e della materia americane ed europee (soprattutto Wols e J. Fautrier). Protagonista originale, e in significativo anticipo, dell'Informale italiano, B., superando gradualmente dai primi anni Cinquanta le suggestioni di un estremo naturalismo, arriva a formulare un segno ampio, spazioso che, dilavato nelle tempere su carta, si raggrumerà in densi impasti cromatici nei dipinti a olio. La sostenuta articolazione di gesto-materiacolore, con una severa componente esistenziale, concretizza un pensiero e un sentire interiore in opere di alta qualità pittorica.
Una riflessione sul proprio lavoro, iniziata nei primi anni Sessanta, nell'urgenza di nuove immagini, matura alla metà del decennio nelle serie Sentimento come storia e Senso operante. Con un radicale cambiamento di mezzi ma con interna coerenza, B., elaborando elementi della cultura neodada e invadendo lo spazio reale con installazioni e azioni, diviene l'antesignano di ricerche confluite nella cosiddetta arte povera. Dopo una sorta di sospensione del giudizio nella presentazione di altre possibilità immaginative e dopo l'isolamento straniante dell'oggetto d'uso, espressivamente segnato nella serie Oggetto come storia, il suo percorso approda di nuovo negli anni Settanta alla pittura con un più largo dispiegarsi delle componenti cromatico-gestuali fino all'evocazione di miti cosmogonici nel Tempo come creazione (1988).
Bibl.: A. Emiliani, V. Bendini, Bologna 1960; F. Arcangeli, M. Calvesi, V. Bendini, Galleria L'Attico, Roma 1963; M. Calvesi, Tabù e trasgressione (disegni), Bologna 1968; Id., V. Bendini (1959-1978), Napoli 1978; E. Villa, V. Bendini, Galleria L'Attico, Roma 1980; P. Fossati, Joie de vivre (disegni), Bologna 1986; AA. VV., Venti disegni erotici (1956-1984), a cura di M. Valentini, Mantova 1986; G. Bilotta, Bendini, disegni 1950-1984, Napoli 1987; V. Apuleo, P. Restany, V. Bendini, Galleria Break Club, Roma 1988; F. D'Amico, V. Bendini, opere su carta 1950-56, 1980-88, Padiglione d'Arte Contemporanea, Milano 1989; V. Bendini, a cura di G. Cortenova, Palazzo Forti, Verona 1989.