VANUATU
Stato insulare dell'Oceania, situato nell'Oceano Pacifico meridionale, indipendente nell'ambito del Commonwealth dal 1980. Il territorio è costituito dall'arcipelago delle Nuove Ebridi, una quarantina di isole (oltre a scogli e isolotti disabitati), allineate da NNO a SSE. Il suolo è costituito da rocce arcaiche, sulle quali si sono sovrapposti sedimenti corallini o vulcanici. Il clima è tropico-equatoriale, con temperature elevate e piogge abbondanti; la vegetazione è lussureggiante, con una ricca presenza di essenze pregiate. La superficie è pari a 12.190 km2; la popolazione (154.000 ab. secondo una stima del 1992), di ceppo melanesiano, vive per circa l'80% concentrata in villaggi rurali, posti prevalentemente nelle fasce costiere più fertili. Lingua nazionale è il bislama, una sorta di pidgin inglese; lingue ufficiali sono il bislama, l'inglese e il francese. Il maggiore centro del paese è la capitale, Port Vila (19.400 ab.).
Le principali attività economiche sono rappresentate da agricoltura (palma da cocco, cacao e caffè per l'esportazione, frutta, ortaggi e manioca per il mercato interno), allevamento, pesca, sfruttamento forestale ed estrazione dei minerali di manganese presenti nell'isola di Éfaté. Importante fonte di valuta è il turismo, in grande espansione, e cospicue entrate provengono anche dal settore dei servizi, in quanto V. si va affermando come piazza finanziaria internazionale
Storia. - Ex condominio anglo-francese, il 30 luglio 1980 V. ottenne l'indipendenza. La costituzione prevede per la repubblica di V. un parlamento monocamerale eletto a suffragio universale per quattro anni e un presidente della repubblica eletto per cinque anni dal parlamento e dai presidenti dei consigli regionali. La scena politica del paese, caratterizzata da una sostanziale instabilità e dal peso di un diffuso clientelismo, è segnata dalla contrapposizione fra il gruppo francofono e quello anglofono. Nelle elezioni politiche del novembre 1979 il partito anglofono Vanuaaku Pati (VP) conquistò la maggioranza dei seggi (26 su 39) e il suo leader W. Lini, sacerdote anglicano, assunse l'incarico di primo ministro. Confermato in carica nelle successive elezioni del novembre 1983 e del dicembre 1987, il governo Lini andò via via perdendo consenso nel paese: attaccato sul piano del rispetto dei diritti civili dalla conferenza annuale del partito d'opposizione francofono, Unione dei Partiti moderati (UPM, novembre 1985), sottoposto alle accuse di malgoverno da un'opposizione che si andava articolando in nuovi partiti (nel 1986 nacquero il Partito nazionale democratico, il Nuovo partito del popolo e il Partito laburista di V.), nell'estate del 1988 Lini si trovò a dover fronteggiare un duro scontro all'interno del suo partito contro il segretario generale, B. Sope. Tale contrapposizione si radicalizzò con la scissione di un folto gruppo di militanti e deputati che formarono un nuovo partito, il Partito progressista melanesiano. Le elezioni suppletive del dicembre 1988, per eleggere i seggi vacanti dopo l'espulsione operata da Lini in parlamento, se registrarono un'ulteriore vittoria del VP, si svolsero tuttavia in un clima di grande tensione nel paese e videro una bassissima partecipazione al voto, tanto che il presidente G. Sokomanu (capo dello stato dal luglio 1980) sciolse il parlamento, affidando a Sope l'interim del governo e indicendo nuove elezioni generali per il febbraio 1989. Ma il rifiuto dei governi australiano, neozelandese e di Papua Nuova Guinea di riconoscere il governo Sope, nonché l'appoggio di cui Lini godeva tra le forze armate, portarono all'arresto e poi al processo con condanna per cospirazione di Sokomanu, Sope e altri membri del governo ad interim (i quali furono tuttavia liberati dopo l'intervento della Commissione internazionale dei giuristi nell'aprile 1989). Sostituito Sokomanu con l'ex ministro della Sanità F. Timakata, il ritorno di Lini a capo del governo (marzo 1989) non risolse la crisi: ai primi del 1991 gli attacchi a Lini furono ripresi da più parti (Consiglio dei ministri, partito, e parlamento), così che l'ex segretario generale del partito, D. Kalpokas, lo sostituì alla presidenza del VP, e, nel settembre, alla guida stessa del governo.
Dalle elezioni del dicembre 1991, in cui l'UPM conquistò la maggioranza dei voti (19 seggi, contro i 10 del VP e altrettanti del nuovo partito di Lini, il Partito nazionale unito), uscì inaspettatamente un nuovo governo di coalizione che fu guidato dal leader dell'UPM, M. Carlot, e di cui faceva parte il Partito nazionale unito. Ma i contrasti tra i due schieramenti, lo sciopero per rivendicazioni salariali di circa 2000 dipendenti pubblici (novembre 1993), nonché le difficoltà incontrate dalle forze politiche nel pervenire a un accordo per l'elezione del presidente della repubblica (l'accordo fu raggiunto dopo lunghi negoziati con la scelta del candidato dell'UPM, J.-M. Leye) nel marzo 1994 hanno condotto ancora una volta a una crisi di governo, risolta con la coalizione fra l'UPM e il Partito democratico del popolo, nuovo raggruppamento appena costituitosi dopo una scissione dal VP.
Entrato a far parte dell'ONU nel 1981, V. ha attraversato più di una crisi con la Francia (accusata di appoggiare l'opposizione), fino a che, con il primo governo francofono di Carlot, le relazioni tra i due paesi sono state ristabilite pienamente (luglio 1993: trattato di amicizia e cooperazione tra i due paesi). Nell'ottobre 1986 V. aveva stipulato con altri paesi dell'area del Pacifico un accordo di pesca con gli Stati Uniti che garantiva ai pescherecci statunitensi l'esclusiva della pesca del tonno nelle acque territoriali del paese.
Bibl.: W. Lini, Beyond pandemonium: from the New Hebrides to Vanuatu, Wellington 1980; R. Premdas, Focus upon the south-west Pacific, Townsville 1987; Id., Politics and government in Vanuatu: from colonial unity to post-colonial disunity, Saskatoon 1989; M. Sturton, Vanuatu: toward economic growth, Honolulu 1991; A. Aldrich, France and the south Pacific since 1940, ivi 1993.