FIORAVANTI, Valentino
Nacque a Roma l'11 sett. 1764. Iniziò a studiare musica con don G. Toscanelli, contralto nella cappella di S. Pietro, amico dei suoi genitori e suo padrino di battesimo; successivamente fu affidato per il contrappunto a G. Jannacconi, maestro della stessa cappella di S. Pietro, e infine, nel 1779, fu inviato a Napoli, ove frequentò saltuariamente i conservatori di S. Onofrio, di Loreto e della Pietà e prese lezioni private da N. Sala, F. Fenaroli, G. Insanguine e G. Tritto. Conclusi gli studi nel 1781, tornò a Roma, ove assunse la direzione di alcuni teatri, e cominciò a dedicarsi alla composizione. Esordì sulle scene del teatro Ornani di Roma nella stagione 1783-84 con un intermezzo a cinque voci, Le avventure di Benoldino.
Scritturato poi dal teatro del Fondo di Napoli, nel 1788 ottenne un buon successo con l'opera Gli inganni fortunati, accolta con favore in tutti i teatri della penisola per la felice vena melodica e la garbata vis comica. Particolarmente felice fu il periodo napoletano, durante il quale il F. fece rappresentare alcune tra le più fortunate delle sue opere, quali L'audacia fortunata (libr. di A. Fiore, 1793), la farsa carnevalesca I matrimoni per magia (1794), in cui si affermò il basso C. Casacciello, e soprattutto Le cantatrici villane (1799), che ottenne un grande successo in tutti i teatri europei.
Dopo fortunate rappresentazioni a Venezia e a Torino, nel 1802 il F. trionfò al teatro alla Scala di Milano con l'opera La capricciosa pentita, interpretata dal celebre contralto Elisabetta Gafforini e dal basso A. Verni.
Nello stesso anno fu chiamato dall'impresario F.A. Lodi a dirigere il teatro S. Carlos di Lisbona, ove rimase fino al 1807. Si trasferì allora a Parigi, giungendovi proprio nel periodo in cui si rappresentava con grande successo l'opera Le cantatrici villane: accolto con tutti gli onori, venne invitato da L. B. Picard, direttore del Théátre Italien, a comporre una nuova opera, I virtuosi ambulanti, che gli valse un nuovo successo. Tornato in Italia nel 1808, si recò dapprima a Milano, poi a Napoli e a Roma per rappresentarvi nuove opere; quindi, dal luglio 1816, fu chiamato ad occupare il posto di maestro della Cappella Giulia in S. Pietro in Vaticano, succedendo a N. Zingarelli. da questo momento abbandonò gradualmente l'attività teatrale per dedicarsi esclusivamente alla composizione di musica sacra, facendosi apprezzare anche da G. Donizetti.
Il F. morì a Capua (Caserta) il 16 giugno 1837., mentre era in viaggio verso Napoli, ove intendeva stabilirsi presso il figlio Vincenzo.
Autore di oltre ottanta opere (per l'elenco si rimanda alla voce di M. Tartak in The New Grove Dict. of opera). Si ricordano in particolare: Le avventure di Bertoldino, ossia La dama contadina (intermezzo a 5 voci, libretto di F. C. accademico quirino, Roma, teatro Ornani, carnevale 1784); La famiglia stravagante (opera buffa, libr. di G. Petrosellini, Roma, teatro Capranica, 3 febbr. 1792; L'astuta in amore ossia Il furbo malaccorto (opera buffa, libr. di G. Palomba, Napoli, teatro Nuovo, primavera 1795; La cantatrice bizzarra (farsa in 2 atti, libr. di anonimo, Roma, teatro Capranica, 26 dic. 1795); I viaggiatori amanti (opera buffa, libr. di P. Mililotti, Roma, teatro Apollo, 25 genn. 1796); Il furbo contro il furbo (opera buffa, da A.R. Lesage, Crispin rival de son maitre, libr. di L.A. Tottola, Venezia, teatro S. Samuele, 29 dic. 1797; La fiera di Senigallia (farsa in 2 atti, libr. di G. Dolfin, ibid., 10 dic. 1797; L'amore a dispetto (dramma giocoso, libr. di G. Palomba, Napoli, teatro dei Fiorentini, aprile 1798); L'impresario in angustie (opera buffa, libr. di G.M. Diodati, ibid., aprile 1798); Le cantatrici villane (commedia in 2 atti, libr. di G. Palomba, ibid., gennaio 1799; L'avaro (cominedia in due atti, libr. di G. Bertati, Napoli, teatro Nuovo, estate 1800); Il villano in angustie (dramma giocoso, libr. di S. Cammarano, ibid., primavera 1801, e Parigi, Théátre Italien, 1807); Amore e destrezza, ossia I contrattempi superati dall'arte (farsa giocosa, libr. di G.M. Foppa, Venezia, teatro S. Moisè, 26 dic. 1801); Amore aguzza l'ingegno (farsa giocosa, libr. di Id., ibid., 26 dic. 1801); L'orgoglio avvilito o La capricciosa corretta (dramma giocoso, libr. di anonimo, Milano, teatro alla Scala, gennaio 1803); La figlia d'un padre (opera buffa, libr. di L. Romanelli, Lisbona, teatro S. Carlos, autunno 1803); Il matrimonio per sussurro (dramma giocoso, libr. di S. Caravita, ibid., autunno 1803; Camilla, Ossia la forza del giuramento (dramma giocoso, libr. di G. Caravita da G. Carpani, ibid., autunno 1804; Le gemelle (dramma giocoso, libr. di Id., ibid., autunno 1804); Adelson e Salvini (dramma giocoso, libr. di L.A. Tottola, ibid., autunno 1805); La sposa corretta (dramma giocoso, libr. di L. da Ponte, Torino, teatro Carignano, autunno 1806); I virtuosi ambulanti (opera buffa, libr. di L. Balocchi da L.B. Picard, Les comédiens ambulants, Parigi, Théátre Italien, 26 ott. 1807; I raggiri ciarlataneschi (commedia per musica, libr. di G. Palomba, Napoli, teatro dei Fiorentini, carnevale 1808); Il giudizio di Paride, ossia i rivali ridicoli (opera buffa, libr. di F. Tarducci, Roma, teatro Valle, 28 dic. 1808); Didone abbandonata (dramma serio, libr. di P. Metastasio, Roma, teatro Valle, 9 giugno 1810); Nardone e Nanetta (opera buffa, libr. di F. Gardi, Faenza, teatro dei Remoti '26 dic. 1810); Raoul signore di Gréqui (melodramma eroicomico, libr. di L.A. Tottola, Napoli, teatro Nuovo, autunno 1811); trilogia: Adelaide maritata e Comingio (opera semiseria), Adelaide e Comingio romiti, ossia La morte di Adelaide (azione tragica), quaresima 1817 e Gli amori di Adelaide e Comingio, 1818, Parigi, salle Favart, 12 marzo 1832; Enrico al passo della Marna (libr. di L. Torelli, Roma, teatro Valle, 9 sett. 1818); L'impresario per amore (farsa, Venezia, teatro S. Luca, 10 ag, 1819); La contadina fortunata (opera buffa, libr. di L.A. Tottola, Roma, teatro Valle, 23 nov. 1820); Ogni eccesso è vizioso (dramma giocoso, libr. Id., Napoli, teatro Nuovo, carnevale 1824).
Sue musiche furono inserite nelle opere La fedeltà tra le selve di F. Bianchi (Roma, teatro Valle, 1789) e L'inganno felice di G. Paisiello (Lisbona, teatro S. Carlos, estate 1804). Compose due cantate per i ritorni a Napoli di Ferdinando IV: nel 1799 La vera felicità (libr. proprio, teatro dei Fiorentini, 1799) e nel 1815 L'oracolo di Cuma (libr. di G. Schmidt, ibid., teatro S. Carlo, 18 giugno). Sue Arie a una e più voci con accompagnamento strumentale sono conservate nella biblioteca del conservatorio di S. Pietro a Maiella di Napoli (segn. 6.2.34 e scaff. 64 n. 26).
Della produzione di carattere sacro del F. si ricordano in particolare: Miserere per la settimana santa a cinque voci di concerto con pieni alla Palestrina (ibid., Part. autogr. 15-7.24); O salutaris hostia (Monaco, Bayerische Staatsbibliothek); Stabat Mater a 4 voci con organo (ibid., Alte Hofkapelle); Tantum ergo a voce sola di tenere... (Berlino, Staatsbibliothek, Mus. Hss. 6279); Stabat Mater a 4 voci concertate con pieni... (Wien, Oesterreichische Nationalbibliothek, Mus. Hss. 16252); Miserere mei Deus a 5 voci piene (ibid., MS 16251) e altre composizioni conservate in biblioteche italiane e straniere. Infine Eitner segnala 4 madrigali e canzoncine per 1 e 3 voci con arpa, Bayerische Staatsbibliothek di Monaco.
Esponente tipico della gloriosa scuola napoletana, sotto più aspetti tardo, il F. si segnala per estro, inventiva e immediatezza d'espressione. In particolare, le prime affermazioni nei teatri di tutta Italia lo fecero entrare in competizione con i più noti compositori, soprattutto con D. Cimarosa, che, secondo quanto riferito dal Florimo, ebbe a temere la concorrenza del più giovane compositore.
La fama del F. è oggi legata alla più fortunata delle sue opere, Le cantatrici villane, che, rappresentata a Napoli nel 1798-99, e quindi in un momento particolarmente drammatico per la vita della città, riscosse un successo immediato, rinnovatosi poi in tutti i teatri d'Europa. L'opera, secondo il Della Corte, dovette la sua fortuna anche al libretto, che, "lasciando il vecchiume delle servette e dei tardi innamorati, offriva una farsetta senza intrecci e senza amore, ma pittoresca ed umoristica". In questa commedia, intesa quale "abbozzo di ambiente, un tentativo di tipi, con riferimenti satirici", veniva a riflettersi la particolare concezione teatrale del F., ancora pienamente immerso in un'atmosfera settecentesca, in cui la satira del mondo teatrale è vissuta in una dimensione garbatamente comica, lontana da complicazioni esistenziali, resa ancor più vera dal vivace vocabolario, affidato alle espressioni genuine ed immediate d'un mondo animato da popolani che, attraverso l'uso del dialetto napoletano, rendono le situazioni ancor più pittoresche.
In realtà in quest'opera, come del resto nella gran parte della produzione teatrale del F., la travolgente vis comica riuscì a mascherare la mancanza di idee originali ed è sintomatico che essa si manifesti come unico espediente per mantenere in vita un teatro giunto ormai alle sue ultime espressioni stilistiche, prossime ormai ad essere soverchiate dall'imminente e prepotente richiamo delle conquiste del teatro rossiniano. Peraltro non vanno sottovalutati i tentativi del F. di accostarsi al filone dell'opéra larmoyante, affermatasi in Francia alla fine del Settecento; a tale scopo adottò la forma dell'opéra-comique, inserendo tra le parti in musica episodi parlati, anche in dialetto napoletano, come nella trilogia ispirata alle avventure di Comingio che G. Gualzetti trasse da Les amants malhereux ou Le comte de Comminge di F. d'Arnaud.
Bibl.: F. Florimo, La scuola musicale di Napoli e i suoi conservatori (1881-1883), Reprint Forni, Bologna 1969, II, pp. 14 s., 70, 270; III, pp. 66-70; IV, ad Indicem; G. Roberti, L'autobiografia di V. F., in Gazz. mus. di Milano, I (1895), pp. 371 s.; A. Della Corte, L'opera comica ital. del '700, II, Bari 1923, pp. 176-198; B. Croce, La trilogia di Adelaide e Comingio e il signor Gualzetti, in Varietà di storia letter. e civile, Bari 1935, pp. 155-163; G. Zara Giovannelli, V. F., in L'Avvenire d'Italia, 4luglio 1937; E. Zanetti, V. F., in Enc. dello spettacolo, VI, Firenze-Roma 1954, coll. 360-363; Storia dell'opera, Torino 1977, I, 1, pp. 289, 317, 421; I, 2, pp. 143, 170, 24, 404; II, 1, pp. 77, 504; II, 2, pp. 73, 82; III, 1, pp. 337, 340 s., 343, 350; III, 2, pp. 152 s.; J.F.W. Dougherty, Le cantatrici villane (1798) by V. E: description and staging guidelines, diss., Florida State Univers., 1985; Bibl. dei Conserv. di S. Pietro a Majella di Napoli, Catal. dei libretti per musica dell'Ottocento (1800-1860), a cura di F. Melisi, Lucca 1990, ad Indicem; C. Sartori, I libretti ital. a stampa dalle origini al 1800, Cuneo 1993-1994, ad Indices; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, III, p. 256; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 545; R. Eitner, Quellen-Lex. der Musiker, III, pp. 456 ss.; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, I, pp. 382-386; Die Musik in Gesch und Gegenwart, IV, coll. 253 ss.; Diz. encicl. della musica e dei musicisti, Le biografie, II, p. 766; The New Grove Dict. of music and musicians, VI, pp. 597 s.; Ae New Grove Dict. of opera, II, pp. 214 ss.