CARPEGNA, Ulderico
Nacque il 25 maggio del 1595 dal conte Tommaso e dalla milanese Vittoria Landriani a Scavolino nel Montefeltro (tra le fonti più antiche solamente il Ricci sostiene la sua nascita milanese). Grazie alla protezione e all'appoggio del duca d'Urbino (la sua famiglia, infatti, era di modeste condizioni) poté studiare a Roma, dove fu ordinato prete e si addottorò in utroque iure, non sappiamo quando. Sotto il pontificato di Gregorio XV fu provveduto dell'abbazia di S. Maria di Mutino nel Montefeltro. Divenuto papa Urbano VIII, il C., sembra su consiglio dello stesso duca d'Urbino, prese a frequentare la corte del cardinale Antonio Barberini, fratello di Urbano VIII, negli anni in cui questi era impegnato nel tentativo di assicurare il ducato di Urbino alla sua famiglia, in previsione della morte senza eredi del duca, attraverso il matrimonio della figlia di Francesco Maria Della Rovere con un Barberini; e il C. fu inviato molte volte da Roma ad Urbino per sondare l'animo del duca in merito a questo progetto, che poi non andò in porto.
Per questi servigi resi ai Barberini il C. ottenne come prima ricompensa, il 23 sett. 1630, la nomina a vescovo di Gubbio, dove successe al fratello Pietro.
Poco dopo il suo arrivo a Gubbio, nel 1631, egli pose la prima pietra della chiesa di S. Nicolò dei cappuccini (come testimonia una iscrizione del 1661sulla facciata della chiesa); nella cattedrale inoltre rifece ed abbellì in data imprecisata il sepolcro dei martiri Martino e Iacopo. Restaurò a sue spese la sede del locale seminario e ne affidò la direzione ai gesuiti (nulla di più preciso si sa su questa iniziativa del C., ma un accenno molto espressivo alla sua dipendenza dai gesuiti, contenuto nel Conclave di Clemente X…, conferma che questa non fu un'isolata manifestazione di stima del C. verso di essi, ma un suo atteggiamento costante, a cui non dovettero essere estranei per un certo periodo, i suoi legami con i Barberini). Sotto il suo vescovado fu istituito in Gubbio il tribunale dell'Inquisizione; ma non si conosce la parte avuta dal C. in questo episodio. Il C. tenne due sinodi diocesani, il 4 giugno 1632 ed il 14 maggio 1638, i cui atti, pubblicati insieme nel 1638, non rivelano, né nella impostazione, né negli sviluppi di essa, elementi di particolare interesse (frequenti, d'altronde, sono i rimandi alle costituzioni precedentemente emesse dal fratello Pietro, ed a quella del sinodo di Sorbolongo del 1601).
Nel frattempo, il 28 nov. 1633, il C. era stato eletto cardinale prete col titolo di S. Anastasia, che commutò successivamente con quelli di S. Pietro in Vincoli (21 apr. 1659) e di S. Maria in Trastevere (21 nov. 1661).
Sulle circostanze della sua nomina (giunta inattesa a buona parte del Collegio cardinalizio; lo stesso Urbano VIII, peraltro, se si deve dar credito ad una lettera del Testi a Francesco d'Este del 15 luglio 1634, avrebbe detto del C., pochi mesi dopo la sua elezione a cardinale, "che non valeva l'acqua di cui si lavava il volto") le fonti a lui contemporanee concordano nel mettere in evidenza che essa fu voluta dai Barberini (con l'appoggio del granduca di Toscana, a cui per la prima volta in questa occasione il C. appare legato) per ingraziare alla S. Sede, con l'onore reso ad un loro conterraneo, l'animo degli Urbinati, passati dopo la morte dell'ultimo duca d'Urbino sotto il dominio della Chiesa.
L'11 ott. 1638 il C. fu trasferito al vescovato di Todi, dove fece il suo solenne ingresso il 4 giugno 1639. Poche sono le notizie sull'operato del C. a Todi (tenne nel 1641 un sinodo diocesano, di cui non abbiamo gli atti, ampliò il presbiterio della cattedrale); comunque non dovette esservi molto attivo, anche per i crescenti impegni a Roma che dovevano lasciargli sempre meno tempo per il suo vescovato; tanto è vero che finì per rinunciare ad esso il 31 ag. 1643, spostandosi definitivamente a Roma.
Partecipò al conclave del 1644, dove fu avanzata anche la sua candidatura, ma senza esito. Col pontificato di Innocenzo X i suoi rapporti con la famiglia Barberini (da qualche tempo tesi per l'inimicizia tra questa e i Medici, a cui invece il C. si era sempre più avvicinato) si guastarono al punto che egli non esitò a presentare al pontefice un memoriale antibarberiniano. D'altra parte l'appoggio dei Medici gli assicurò egualmente una notevole influenza nella Curia. romana: ascritto a numerose Congregazioni. protettore dell'Ordine dei premostratensi, fu nella commissione ristretta di cardinali che suggerì al pontefice la soluzione della vertenza tra il Palafox, vescovo di Puebla de los Angeles (Messico), e i gesuiti.
Nel 1655, alla morte di Innocenzo X, fu di nuovo tra i candidati al soglio pontificio, ma la decisa ostilità dello squadrone volante e dei Barberini, che traeva pretesto dalla sua scarsa levatura intellettuale e dai pochi meriti da lui acquisiti nei vescovati di Gubbio e Todi, in realtà motivata principalmente dalla sua totale dipendenza dai Medici, ebbe la meglio sulle altre considerazioni che potevano rendere accettabile a tutti gli altri gruppi l'elezione del C., e cioè la sua bontà, l'età abbastanza avanzata e la salute malcerta.L'11 ott. 1666 divenne cardinale vescovo col titolo di Albano (vi diede nel 1667 nuova sistemazione al seminario e celebrò, il 30 maggio 1669, un sinodo di cui non ci sono giunti gli atti), da dove fu poi trasferito il 17 marzo 1671 a Tuscolo ed infine, il 28 genn. 1675, a Porto (dove nel 1678 fissò a sue spese un legato a favore dei sacerdoti della Congregazione delle Missioni). Dell'ultimo periodo di vita del C., le sole notizie che ci restano riguardano i due conclavi del 1670 e del 1676, in cui fu riproposta la sua candidatura.
Nel 1670, ristrettasi la scelta al C. e all'Altieri, ancora una volta l'eccessiva partigianeria del C. verso i Medici fu la causa determinante della sua mancata elezione; mentre nel 1676, quando ormai sembrava probabile la sua ascesa al pontificato, proprio la presenza dell'influente cardinal vicario di Roma Gaspare Carpegna, suo lontano parente, che gli portava l'appoggio del gruppo Altieri, gli precluse ogni possibilità, per l'ostilità della Francia e delle altre potenze europee nei confronti del congiunto.
Morì a Roma il 24 genn. 1679. È sepolto in S. Andrea della Valle.
Fonti e Bibl.: Constitutiones et decreta edita ab em., et rev. D. Ulderico tit. S. Anastasiae presbytero card. Carpineo Dei, et apostolicae Sedis gratia episcopo Eugubino in synodis celebratis… IV iunii MDCXXXII et XIV maii MDCXXXVIII, Perusiae 1638; P. A. Guerrieri, Genealogia di casa Carpegna historicamente compilata, Rimini 1667, p. 94; Conclave di Clemente X diviso in sei discorsi curiosi, e politici, Lucerna 1672, pp. 36 ss.;G. Leti, Il livello polit., ò sia la giusta bilancia nella quale si pesano tutte le massime di Roma, et attioni de' cardinali viventi, II, Cartellana 1678, pp. 9, 49-60; L. Ceyssens, La première bulle contre Jansenius, II, Bruxelles-Rome 1962, pp. 59 s.;F. Testi, Lettere, a c. di M. L. Doglio. Bari 1967, I-II, ad Indicem;E. Gamurrini, Istoria geneal. delle famiglie nobili toscane, et umbre, Firenze 1685, p. 42; Histoire des conclaves depuis Clément V jusqu'à présent, II, Lyon 1691, passim; Conclavi de' pontefici romani quali si sono potuti trovare sino a questo giorno, a cura di G. Leti, III, Colonia 1691, passim;C. B. Piazza, La gerarchia cardinalizia, I, Roma 1703, p. 121; M.Sarti, De episcopis Eugubinis, Pisauri 1755, pp. 229 ss.;G. A. Ricci, Mem. stor. dell'antichissima città di Alba-Longa e dell'Albano moderno, Roma 1787, p. 248; F. Giorni, Storia di Albano, Roma 1842, p. 308; F. Petruccelli della Gattina, Hist. diplom. des conclaves, III, Paris 1865, pp. 149-263 passim;V. Forcella, Iscriz. delle chiese e d'altri edificii di Roma, VIII, Roma 1876, p. 270, X, ibid. 1877, pp. 41, 454; L. Leonij, Cronaca dei vescovi di Todi, Todi 1889, pp. 177 ss.; U. Pesci, I vescovi di Gubbio, Perugia 1919, pp. 123 s.; E. Cerchiari, Capellani Papae et Apostolicae Sedis auditores…, II, Romae 1920, p. 168; L. von Pastor, Storia dei papi, Roma 1943, XIII, p. 715; XIV, 1, pp. 160, 542, 629; 2, p. 4; P. Gauchat, Hierarchia catholica, IV, Monasterii 1935, ad Ind., R. Ritzler-P. Sefrin, Hierarchia catholica, V, Patavii 1952, pp. 41-43; P.Litta, Le fam. celebri italiane, sub voce Carpegna, tav. II.