Istituzione nata nel giugno 1915, nell'ambito delle attività del cosiddetto fronte interno e su modello dell'analogo ufficio francese, per iniziativa della nobildonna bolognese L. Bianconcini Cavazza, con il fine di semplificare e accelerare le comunicazioni tra i militari al fronte, le loro famiglie e il Ministero della Guerra. Con sede centrale a Bologna per i militari di terra e a Roma per i militari impegnati via mare, articolato in 8400 sezioni periferiche e fondato su una catena di 25.000 volontari, prettamente donne, l’Ufficio - tra le forme assistenziali più significative messe in atto durante la Grande guerra - venne riconosciuto formalmente nell’ottobre 1915 e cessò la sua attività nel luglio 1919, l'immensa mole di schede e dati raccolti (in totale circa 12 milioni di voci) confluendo nei fondi dell'Archivio centrale dello Stato.