turismo
s. m. ‒ Il t. nel mondo rappresenta una tra le più importanti attività economiche, con un fatturato che vale circa il 10% del prodotto interno lordo mondiale (World travel & tourism council, 2012). A queste cifre imponenti occorre, poi, aggiungere il fatturato generato nell’indotto. L’industria aeronautica, per es., lavora in modo significativo per il t., ma altrettanto fanno la cantieristica navale da crociera e da diporto, una parte dell’industria automobilistica, la filiera dell’edilizia, in particolare le aziende per la costruzione e la manutenzione di immobili a uso turistico, infrastrutture e strade, l’industria culturale e una parte dell’editoria. Gli occupati nelle attività direttamente riconducibili alla filiera turistica risultavano nel 2012 circa 261 milioni di unità, pari all’8,7% degli occupati mondiali, connotando il t. come una delle attività economiche a più alta intensità di lavoro. A partire dalla seconda metà degli anni Novanta del 20° sec. i flussi di t. internazionale sono aumentati quasi senza interruzione (se si escludono due episodi di contrazione della crescita, connessi al diffondersi dell’epidemia della SARS nel 2003 e alla grave recessione economica mondiale nel 2009) e nel 2012 il numero di turisti in movimento nel mondo ha superato per la prima volta il miliardo di unità. È inoltre cambiata la geografia dei mercati: secondo dati della United Nation world tourism organization pubblicati nel 2012, nel 2000 l’Europa rappresentava il 57% del movimento turistico internazionale; nel 2011 la percentuale è scesa di sei punti e, pur rimanendo la più importante e stabile delle macroregioni turistiche, l’Europa ha evidenziato una tendenza alla contrazione della quota di mercato a vantaggio di altre aree del mondo. Particolarmente significativo è, in questo contesto, l’incremento della quota dell’area Asia/Pacifico che è passata dal 16% al 23% grazie soprattutto all’ascesa della Cina, che in poco meno di un decennio è salita dalla sesta alla terza posizione mondiale in termini di arrivi turistici internazionali (57,6 milioni), collocandosi subito dopo Francia (79,5 milioni) e Stati Uniti (62,3 milioni) e davanti a Spagna (56,7 milioni) e Italia (46,1 milioni). Le recenti dinamiche del t. mondiale riflettono anche il mutamento qualitativo della domanda, che evidenzia nuovi stili e comportamenti di vacanza a loro volta legati alle profonde modificazioni sociodemografiche, alla diffusione delle nuove tecnologie, a rinnovate sensibilità culturali e alla diffusa attenzione rispetto ai temi della sicurezza. Lo stesso modo di organizzare e di vivere la vacanza risulta sempre più condizionato dalla facile e rapida raggiungibilità della destinazione e dalle nuove tecnologie dell’informazione (low cost + Internet), che tendono ad accentuare il fenomeno, già consolidato da alcuni anni, delle vacanze brevi e ripetute (short breaks). Il mercato turistico del 21° sec. chiede prodotti ricchi di contenuti, più orientati alla domanda, capaci di corrispondere alla sempre più accentuata segmentazione del mercato. Pertanto non esiste più un prodotto turistico standard e di massa, ma infiniti prodotti arricchiti di contenuti, di fattori di eccellenza, di componenti relazionali ed esperienziali, che pur continuando a operare su componenti fondamentali quali il t. balneare, termale, montano, delle città d’arte, ecc., tendono a specializzarsi intorno a offerte di nicchia legate alla soddisfazione di bisogni e desideri identificati in base a una segmentazione del mercato sempre più spinta.