TUONO
. Il tuono è il rumore che accompagna le scariche elettriche che avvengono nell'atmosfera tra le nubi temporalesche o fra esse e la Terra. Per le caratteristiche di queste scariche, v. fulmine. Il tuono ha un rumore caratteristico ben noto dovuto al fatto che le onde sonore giungono al nostro orecchio attraverso vie diverse e con tempi di propagazione che possono essere notevolmente differenti. Questo dà origine ai noti rimbombi che accompagnano il tuono.
Le cause di questi diversi tempi di propagazione sono:
1. Diversità di distanza dall'osservatore dei varî punti della scarica. - Poiché il suono fa solo 330 metri al secondo e le scariche che dànno origine al tuono sono lunghe varie centinaia di metri o anche chilometri, e il rumore viene da ogni punto della scarica, così il suono giunge al nostro orecchio distribuito su un intervallo apprezzabile di tempo.
2. Differenti percorsi possibili per il rumore proveniente dallo stesso punto della scarica. - Questa diversità può provenire da un incurvamento delle onde sonore dovuto alle differenze di temperatura dei varî strati dell'atmosfera, differenze che sono particolarmente forti quando si hanno i temporali; ovvero può essere dovuta a riflessioni su rilievi montuosi o su altro. La prima di queste cause contribuisce ad aumentare la dispersione del suono del tuono, la seconda può causare echi anche notevolmente ritardati.
3. Scariche multiple. - In gran parte dei casi, anziché una scarica unica, si ha in realtà una rapida successione di scariche i cui suoni si sommano e interferiscono mutuamente.
Il rumore del tuono può essere udito in genere a una diecina di chilometri e con condizioni favorevoli anche a 20-30 e oltre. La ristrettezza della zona di propagazione in confronto alle rilevanti energie messe in giuoco nel fulmine, specie se confrontata con le distanze assai maggiori alle quali si ode facilmente il rumore dei cannoni, può essere spiegata tenendo conto che questi dànno origine a colpi secchi e provenienti da una sorgente puntiforme; inoltre le condizioni temporalesche dell'atmosfera nelle quali si originano i tuoni sono poco favorevoli alla propagazione delle onde sonore.
Osservazioni dei tuoni. - Dall'inizio delle osservazioni meteorologiche regolari sino a questi ultimi tempi, gli osservatori meteorologici indicavano col segno convenzionale T. una giornata nella quale avevano udito dei tuoni, ma non avevano visto lampi e non erano avvenute precipitazioni in quella stazione. Se erano osservati tuoni e lampi senza precipitazione nella stazione gli osservatori italiani usavano il segno ???. I segni ??? ???. erano invece riservati per lampi senza tuoni e per temporali (fulmini e precipitazioni insieme).
Invece, guardando alle cause e non alle manifestazioni visibili, al congresso meteorologico di Varsavia del 1935, è stato deciso di sostituire ai segni sopra indicati i seguenti: ??? per temporale in prossimità della stazione, ??? per temporale sulla stazione.
È stata così sospesa la registrazione separata dell'audizione dei tuoni non accompagnati da lampi o da precipitazioni osservabili dalla località d'osservazione, e i tuoni sono considerati come indizio di temporali in prossimità della stazione.
Dall'ascoltazione del tuono ê possibile risalire alla distanza del fulmine misurando l'intervallo in secondi tra lampo e tuono e moltiplicandolo per la velocità del tuono (330 m. al secondo); non disponendo di contasecondi si può usare il seguente semplicissimo procedimento: appena osservato il lampo si cominci a contare rapidamente uno, due, tre, ecc.; il numero che si sta pronunziando quando si ode l'inizio del tuono dà la distanza approssimativa del fulmine, espressa in centinaia di metri.