triboluminescenza Luminescenza provocata in certi corpi (per es., quarzo, zucchero) da azioni meccaniche (sfregamento, rottura, sfaldatura). La prima osservazione documentata di questo fenomeno si deve a F. Bacone (1605) e si riferisce allo zucchero; anche R. Boyle e i membri dell’Accademia del Cimento osservarono fenomeni di triboluminescenza. Le principali caratteristiche della t. sono: a) il fenomeno si manifesta più frequentemente nei cristalli la cui struttura manca di un centro di simmetria; b) se un composto è otticamente attivo, uno dei due isomeri è sicuramente triboluminescente, mentre l’altro può non esserlo; c) in certi composti cristallini il fenomeno può sparire dopo alcune settimane o mesi dalla crescita del cristallo (si parla in questo caso di t. temporanea); d) l’intensità del fenomeno dipende dalle condizioni fisiche di cristallizzazione; e) per ogni sostanza esiste una dimensione minima del cristallo al di sotto della quale non si ha t.; f) gli elementi puri non presentano il fenomeno; g) solo alcune sostanze amorfe sono triboluminescenti.