TREIA (A. T., 24-25-26)
Cittadina interna delle Marche, in provincia di Macerata, nel medio bacino del Potenza, a oriente della ruga cretacica cingolana culminante nel M. Acuto (m. 824): è sede vescovile (Pio VII) senza vescovo proprio, ma amministrata dall'arcivescovo di Camerino. Al nome Trea della colonia militare e del municipio romano succedette dopo le invasioni quello di Monticulum (e Monteclum), quindi Montecchio (del Potenza o di Macerata; vi è un Montecchio del Foglia o di Pesaro); nel 1790, Pio VI ridiede al luogo il nome antico Treia e la civica dignità. Nelle Costituzioni Egidiane (1357), Monticulum è nell'elenco delle civitates mediocres della Marca anconitana. Il centro urbano attuale, a m. 342 sul mare, è sulla cresta d'un'ardita collina donde si domina un meraviglioso orizzonte appenninico-adriatico: esso è disposto intorno al duomo e alla Piazza Umberto I o del Comune.
Il territorio del comune è di kmq. 93,08, con estremi altimetrici di m. 700 e m. 100; esso è costituito di mediocri pendii montagnosi calcarei della citata ruga mesozoica, di colline d'arenarie mioceniche, di piane argillose di alluvioni quaternarie del Potenza: la superficie agraria è di ha. 8784 e viene coltivata intensivamente a grano, granoturco, viti, foraggere, gelsi; notevole l'allevamento bovino. La popolazione residente, che si calcolava intorno ai 10.000 ab. alla fine del sec. XVIII, risultava nel 1860 di 10.500 e di 10.300 alla fine del sec. XIX: la presente era di ab. 9740 nel 1901, di 9913 nel 1921, di 10.517 nel 1931 e di circa 11.000 ab. nel 1935, dei quali meno di 2000 agglomerati nel centro urbano. Già notevolissima l'emigrazione verso l'America Meridionale. Centri minori sono il Passo di Treia (m. 146) sul Potenza, con circa 600 ab. agglomerati, e Chiesanuova (m. 201) con 100 ab. La densità è 118 ab. per kmq.
Antiche industrie fiorenti furono quelle dei merletti e della tela; ora si hanno fornaci di laterizî e molini da cereali. Istituzione civica culturale è l'Accademia Georgica, che risale al sec. XV. Nella sua sede custodisce notevoli opere d'arte, l'archivio storico comunale con documenti del 1100, la Biblioteca comunale e la propria. Nei dintorni amenissimi, lo storico convento di Forano, la chiesa dei zoccolanti rinnovata dal Bazzani; al Passo di Treia (a km. 4,300) una quadrata torre quattrocentesca.
La città è a km. 13 dalla stazione ferroviaria di Macerata, cui è legata da frequenti e rapidi automezzi e a 16 km. da quella di S. Severino Marche, della linea Fabriano-Porto Civitanova.
Monumenti. - Rendono più caratteristica la graziosa cittadina resti delle mura romaniche, le due porte di Valsacco e di S. Michele (sec. XII e XIII) e la torre esagona di S. Marco (sec. XII).
Tracce della romana Trea sono nei frammenti conservati nel secentesco palazzo del comune. Fra le più antiche costruzioni è la chiesa di S. Michele del sec. XIII, parzialmente rifatta nell'interno, con affreschi di varie epoche dal sec. XIV in poi. Le era coeva la chiesa di S. Francesco, rifatta nel sec. XVIII. Uguale sorte ebbe il duomo, di cui rimane trecentesca solo la torre. Vi sono conservate due statuine in pietra del sec. XV, un busto di Sisto V attribuito al Vergelli o al Torrigiani, e un'Assunzione di V. Pagani. Una Madonna di Lorenzo d'Alessandro (sec. XV) è nell'Accademia Georgica. E al sec. XV appartiene anche l'Ospedale Vecchio, nella cui facciata è una scultura coeva.
Bibl.: Statuta Monticuli (di Montecchio-Treia)..., Ancona 1526, 21 aprile; G. Colucci, Treja, antica città picena, Macerata 1780; id., Dell'antica città di Treja, in Antichità Picene, II; F. Benigni, Lettere su gli scavi fatti nel circondario dell'antica Treja, Macerata 1812; N. Acquaticci,Treja antica, Tolentino 1890; Can. A. Grassi Coluzi, Annali di Montecchio, ora Treja, dal 1157 al 1400, Macerata 1905; L. Serra, L'arte nelle Marche, I, Pesaro 1929; II, Roma 1934; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, X, iii, Milano 1937, p. 678.