TRAU
TRAÙ (serbocroato Trogir; gr. Τϱαγύϱιον; lat. Tragurium)
Città della Croazia, sulla costa orientale dell'Adriatico, situata su un'isoletta posta fra il continente e l'isola di Čiovo (Boa, Bua nei docc. medievali). Nell'Antichità fu colonia greca e quindi municipio romano; nell'Alto Medioevo passò sotto il dominio bizantino e verso la fine del sec. 11° sotto la protezione dei re croati. Dal 1105 fu libero comune sotto la sovranità dei re ungaro-croati; per brevi periodi fu dominata da Venezia, che la conquistò definitivamente dopo un assedio nel 1420.La città medievale, sorta sull'impianto greco-romano, è costituita dal nucleo urbano propriamente detto e dal suburbio (Pasike), riuniti insieme e circondati da mura nel 14° secolo. Alla stessa epoca risale la costruzione di una massiccia torre angolare poligonale nella zona occidentale della città, intorno alla quale i Veneziani costruirono nel 1420 un castello per la propria guarnigione (in seguito chiamato Camerlengo). Della città medievale rimane ben riconoscibile la piazza su cui si affacciano la cattedrale, la loggia, il convento dei Benedettini e altre piccole chiese; nelle strette vie del centro storico si conserva un gran numero di case d'abitazione di stile romanico (secc. 12°-13°).Dell'architettura paleocristiana (secc. 5° e 6°) non si è conservato alcun monumento, ma si pensa che resti pertinenti a questa fase possano trovarsi nei siti della cattedrale, della chiesa di S. Pietro e della piccola chiesa di S. Maria, dove nel corso di ricerche archeologiche sono stati riportati alla luce alcuni sarcofagi. Fuori della città sono stati individuati i resti di una basilica cimiteriale.Al periodo preromanico risalgono due piccole chiese adiacenti alla piazza principale: S. Maria, demolita nell'Ottocento, ma conservata a livello delle fondazioni, presenta una pianta centrale a sei lobi, simile a quella di altre chiese preromaniche della Dalmazia; S. Martino (od. S. Barbara), a tre navate, originariamente con cupola e torre campanaria sull'incrocio, è databile al sec. 11° sulla base della decorazione scultorea. Fuori della città medievale, sull'isola di Čiovo si è conservata la piccola chiesa preromanica nota come Gospa kraj mora (Madonna del Mare), a una navata coperta con volta a tutto sesto e decorata all'esterno da lesene. Nel lapidario del Muz. grada Trogira sono conservati vari frammenti di arredi di epoca preromanica con caratteristica decorazione a intrecci e con iscrizioni dedicatorie.La cattedrale, consacrata a s. Lorenzo e al santo locale Giovanni Orsini, è un pregevole monumento di architettura romanica, costruito in pietra calcarea proveniente da cave locali. L'edificio presenta tre absidi e tre navate, scandite da massicci pilastri sui quali furono costruite le volte gotiche, dapprima nelle navate laterali (sec. 14°) e durante il secolo successivo nella navata centrale. Il nartece prevedeva probabilmente due torri campanarie, una sola delle quali, quella meridionale, fu innalzata nel Quattrocento nelle forme del Gotico fiorito veneziano e portata a termine soltanto alla fine del Cinquecento. La superficie esterna delle absidi e del muro laterale meridionale (il muro laterale settentrionale è coperto da costruzioni aggiunte nel Quattrocento) presenta una raffinata decorazione scultorea che risalta sul piano di fondo costituito da pietre ben lavorate a scalpello e ottimamente connesse fra loro (quelle della facciata presentano segni simbolici).Le uniche parti ornate da un repertorio figurativo romanico sono i portali: quello laterale presenta nella lunetta un'iscrizione del 1213 con i nomi del vescovo Treguano da Firenze e del conte della città Elia; quello principale, dotato di un timpano e di due leoni su mensole di tipo pugliese, è riccamente ornato da bassorilievi con composizioni figurative cristologiche e allegoriche, con figure di santi, con telamoni rappresentati in costumi orientali e da due statue raffiguranti Adamo ed Eva. Nella lunetta è scolpita un'iscrizione del 1240 con i nomi del vescovo Treguano e dello scultore Radovan. A quest'ultimo viene attribuita solamente una parte della decorazione del portale: la lunetta con la Natività, gran parte del primo archivolto sopra la lunetta, le allegorie dei mesi di Dicembre e Gennaio sullo stipite sinistro, l'intero stipite destro con le allegorie di Marzo e Aprile, nonché le due colonnine decorate di tralci e piccole figure umane e animali che si trovano accanto agli stipiti. Diversi studiosi gli attribuiscono anche i due leoni e i due oculi circolari con transenne figurative presenti sulla facciata. Le altre parti del portale, di qualità molto inferiore, sono opera di collaboratori e seguaci. La scultura di Radovan appartiene alla cerchia della scultura antelamica dell'Italia settentrionale e dimostra grande affinità con i bassorilievi duecenteschi sui portali della basilica di S. Marco a Venezia. Nella lunetta la scena del bagno nella composizione della Natività dimostra un evidente realismo, che non si riscontra in opere coeve né romaniche né gotiche.All'interno della cattedrale si trova il pulpito ottagonale romanico su slanciate colonnette con capitelli ornati da tralci, opera dei collaboratori di Radovan. Di uguale fattura è il ciborio dell'altare maggiore, simile a quello della chiesa di S. Nicola a Bari, sul quale sono poste due statue trecentesche dell'Annunciazione, firmate da un magister Maurus.La chiesa di S. Giovanni, un tempo appartenente al monastero dei Benedettini, presenta la medesima tecnica muraria e la stessa lavorazione della pietra della cattedrale. Il portale, con l'Agnus Dei nella lunetta, è di forma e tipologia decorativa analoghe a quelle del portale laterale della cattedrale. La chiesa è a una navata con abside a pianta quadrata.La chiesa del convento domenicano, trecentesca, è a navata unica con presbiterio coperto da una semplice volta gotica e con finestre ogivali; il soffitto ligneo della navata si è conservato nelle sue forme originali. Il portale presenta nella lunetta un bassorilievo rappresentante la Vergine fra Maria Maddalena e il beato Agostino Kažotić, vescovo locale: l'opera è firmata da un Nicola Dente dito Cervo da Venezia. L'arca marmorea di s. Giovanni Orsini nella cattedrale con la figura giacente del santo, del 1348, è invece attribuita all'officina veneziana dei de Santi.Della pittura medievale a T. si conservano alcuni esempi di valore, il più antico dei quali è una tavola duecentesca raffigurante la Vergine nella Zbirka samostana sv. Nikole. Un crocifisso nella pinacoteca della chiesa di S. Giovanni si collega alla pittura veneziana del primo Trecento, mentre un'altra croce dipinta (Zbirka samostana sv. Nikole) e una tavola con figure degli apostoli (chiesa di S. Giovanni, pinacoteca) appaiono vicinissime alla pittura di Paolo Veneziano, e di simile fattura è un'icona della Madonna firmata da un Benedictus, anch'essa nella medesima pinacoteca. Qui si conservano inoltre una terza croce dipinta attribuita alla cerchia di Altichiero (Gamulin, 1983) e tre polittici e un quadro della Madonna nel roseto, opere del pittore del primo Quattrocento Biagio di Giorgio; vicina alla sua pittura è anche una quarta croce dipinta. Nella pinacoteca si trova infine un evangeliario duecentesco scritto in beneventana e ornato da miniature.Nel tesoro della cattedrale (Riznica Trogirske Katedrale i Pinakoteka Zbirka Crkvene Umjetnosti) si conserva un piccolo trittico scolpito in avorio, opera della bottega veneziana degli Embriachi. La stessa collezione ospita inoltre numerosi pezzi di oreficeria: reliquiari, calici e un ostensorio con pisside di cristallo di produzione veneziana, una notevole Crocifissione, opera trecentesca d'origine francese (probabilmente da Avignone), una mitria ricamata trecentesca (appartenuta, secondo la tradizione, al vescovo Agostino Kažotić), una cocolla di piviale ricamata con perle raffigurante S. Martino e il povero. Nella Zbirka samostana sv. Dominika è da ricordare un braccio-reliquiario di fattura gotica, decorato da pietre preziose.
Bibl.: R. Eitelberger von Edelberg, Die mittelalterlichen Kunstdenmäler Dalmatiens in Arbe, Zara, Nona, Sebenico, Traù, Spalato und Ragusa (Gesammelte Kunsthistorischen Schriften, 4), Wien 1884; L. Karaman, Portal majstora Radovana u Trogiru [Il portale maggiore del maestro Radovan a T.] (Rad Jugoslavenske Akademije, 262), Zagreb l938; C. Fisković, Gotička drvena plastika u Trogiru [La scultura gotica in legno a T.] (Rad Hrvatske Akademije, 275), Zagreb l942, pp. 97-133; id., Radovan, portal katedrale u Trogiru [Radovan, il portale della cattedrale di T.], Zagreb 1951 (rist. 1989); id., Trogirski zlatari od 13. do 17. stoljeća [Orafi di T. dal sec. 13° al 17°], Starohrvatska prosvjeta, s. III, 14, 1963, pp. 183-200; Biagio di Giorgio da Traù, cat., Venezia 1989; G. Gamulin, Slikana raspela u Hrvatskoj [Crocifissi dipinti in Croazia], Zagreb 1983; I. Babić, Trogir [T.], Zagreb 1989; Majstor Radovan i njegovo doba [Il maestro Radovan e il suo tempo], Trogir l994.I. Petricioli