Trattato di Amsterdam che modifica il Trattato sull'Unione Europea, i Trattati che istituiscono le Comunita europee e alcuni
Trattato di Amsterdam che modifica il Trattato sull’Unione Europea, i Trattati che istituiscono le Comunità europee e alcuni atti connessi Trattato firmato il 2 ottobre 1997 dagli allora 15 Stati membri dell’Unione Europea (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svezia) ed entrato in vigore il 1° maggio 1999. Perfeziona il disegno istituzionale delineato con il Trattato di Maastricht (➔), contenente una disposizione che invitava gli Stati membri a convocare una Conferenza intergovernativa (CIG) per la sua revisione. Nel dicembre 1995, le istituzioni comunitarie avevano presentato le proprie riflessioni al Consiglio europeo di Madrid, che recepiva la volontà di «andare oltre Maastricht». La CIG, incaricata di negoziare il nuovo T., diede inizio ai lavori nel corso del Consiglio europeo di Torino del 29 marzo 1996, per concluderli in occasione del Consiglio europeo informale di Noordwijk del 23 maggio 1997.
Il T. di A. procede alla semplificazione dei trattati precedenti attraverso l’abrogazione delle disposizioni diventate obsolete e la rinumerazione degli articoli. Codifica, inoltre, i valori fondanti dell’Unione, che sono i principi di libertà, democrazia e rispetto dei diritti della persona e delle libertà fondamentali, oltre che dello Stato di diritto (art. 6, par. 1). Dispone, altresì, che la loro violazione da parte di uno Stato membro possa portare alla sospensione dei diritti di voto, finanche di quello in seno al Consiglio.
Alcune materie che il Trattato di Maastricht aveva inserito nel cosiddetto terzo pilastro, come visti, asilo e immigrazione e cooperazione giudiziaria in materia civile, vengono ‘comunitarizzate’, cioè diventano soggette ai meccanismi e alle regole del primo pilastro, contenute nel Trattato istitutivo della Comunità Europea. Con il T. di A., gli accordi di Schengen (➔ Schengen, accordi di), inizialmente nati al di fuori del contesto comunitario, sono integrati nei trattati europei.
Infine, il T. di A. prevede l’importante strumento delle cooperazioni rafforzate, in virtù del quale alcuni Stati membri possono, previa autorizzazione del Consiglio e nel quadro delle competenze dell’Unione, avviare tra loro forme di integrazione più profonda in un determinato settore, con l’utilizzo di istituzioni, procedure e meccanismi stabiliti dai trattati. L’esigenza di permettere ad alcuni Stati membri di procedere a forme di integrazione più stretta rispetto ad altri si era fatta sentire in misura sempre maggiore con l’ingresso nell’Unione di nuovi Paesi, che avevano aumentato l’eterogeneità di posizioni su politiche specifiche e, più in generale, sulla visione del futuro della UE. Il Trattato di Nizza (➔ Trattato di Nizza che modifica il Trattato sull’Unione Europea, i Trattati che istituiscono le Comunità europee e alcuni atti connessi) ha poi esteso la possibilità di utilizzare le cooperazioni rafforzate anche al settore della politica estera e della sicurezza.