traco-frigio Denominazione moderna delle antiche lingue tracia e frigia, in quanto ritenute strettamente affini tra loro e quasi sezioni separate di un unico gruppo linguistico. Tolte poche glosse di scrittori greci, alcuni nomi di persona e di luogo, resta del tracio una sola iscrizione, di difficile interpretazione, incisa in caratteri ionici su un anello d’oro trovato in un tumulo presso il villaggio bulgaro di Ezerovo (Filippopoli). Da questi pochi elementi risulta in modo certo che il tracio era una lingua indoeuropea di tipo satem e che con qualche varietà dialettale era parlata anche più a N dai Geti e dai Daci. Il frigio è assai meglio conosciuto. Oltre alle glosse, restano iscrizioni, abbastanza comprensibili, appartenenti a due diverse epoche: le paleofrigie (celebre l’iscrizione del re Mida) e, nel 2° sec. d.C., le neofrigie, per lo più formule di maledizione contro profanatori di tombe, aggiunte a iscrizioni tombali greche. Il frigio sembra aver perduto il tipo antroponimico tracio di origine indoeuropea e presenta una modificazione delle consonanti occlusive.