tossicodipendenza
Stato di intossicazione periodica o cronica prodotto dall’assunzione di una o più sostanze naturali o sintetiche, caratterizzato da: irresistibile desiderio o bisogno di continuare ad assumere la sostanza e a procurarsela con ogni mezzo (craving); tendenza ad aumentare la dose (tolleranza); dipendenza psichica e fisica agli effetti della sostanza con sintomi di astinenza alla sospensione; conseguenze dannose per l’individuo e la società. La t., o addiction, è in costante aumento in tutte le aree geografiche e assume spesso le caratteristiche di un poliabuso. La t. può essere di tipo: morfinico, le cui caratteristiche corrispondono alla vecchia definizione di tossicomania, provocata dall’oppio e dai suoi alcaloidi naturali e semisintetici (morfina, codeina, eroina) o sintetici (metadone, petidina, ecc.); alcol-barbiturico, causata dall’alcol e dai derivati dell’acido barbiturico (luminal, veronal), dai sedativi e da molti ipnotici non barbiturici (cloralio, metaqualone, paraldeide, ecc.); ansiolitico, indotta dalle innumerevoli benzodiazepine; anfetaminico, determinata in generale da tutte le sostanze psicostimolanti anfetaminosimili (fra cui ecstasy, shaboo e altre droghe di sintesi), il betel, il khat, ecc.; cocainico, procurata dalla cocaina nelle varie preparazioni, tra cui il crack; da cannabis, dovuta ai derivati della cannabis (marijuana, hashish, kif, ecc.); allucinogeno, imputabile a sostanze sia di sintesi, come l’LSD, sia naturali come la mescalina e la psilocibina. Inoltre, specialmente nei Paesi più poveri, sono diffuse forme legate all’uso di sostanze tossiche da inalazione (colle, solventi, toluene).
La componente genotipica è decisiva e legata ai meccanismi di ricompensa (reward) mediati dal sistema dopaminergico nelle sinapsi del sistema mesolimbico, in partic. nel nucleo accumbens. I meccanismi neurochimici mediante i quali le sostanze d’abuso stimolano le strutture cerebrali sono diversi e dipendono dalla classe farmacologica cui lo psicotropo appartiene. Gli effetti gratificanti possono derivare dalla stimolazione diretta del sistema limbico (setto pellucido, amigdala del telencefalo, ippocampo) oppure dell’ipotalamo, dei centri viscerali del tronco encefalico, ecc. Gli psicostimolanti (cocaina, crack, anfetamina, ecstasy, ecc.) agiscono attraverso l’aumentata liberazione di dopamina; i morfinosimili mediante la stimolazione di particolari recettori oppioidi; l’alcol, i barbiturici e le benzodiazepine facilitando l’azione del neurotrasmettitore inibitorio GABA.
Oltre alla disposizione biologica su base genetica, si riconoscono come fattori causali la presenza di una condizione di psicopatologia individuale (specialmente il disturbo borderline di personalità) e della famiglia, le caratteristiche del contesto di vita (povertà, emarginazione, delinquenza, emulazione negativa, o anche ansia da prestazione), la disponibilità di sostanze d’abuso. L’impiego protratto delle sostanze d’abuso espone i tossicodipendenti a rischi pesanti di ordine fisico per tossicità acuta e cronica e per malattie secondarie all’uso incauto, come AIDS o epatiti B e C, e psicosociale, quali il mutamento, spesso brusco, a volte definitivo, di amicizie, ambienti, ambizioni, progetti, il danno economico, la perdita d’autonomia e il rischio di problemi giudiziari. I disturbi psichiatrici secondari (psicosi, demenze) possono essere molto gravi e la loro incidenza è in costante aumento.
Il trattamento farmacologico è mirato al controllo dei disturbi psichici determinati dall’abuso e della sindrome da astinenza, con o senza il ricorso a farmaci di supporto, come il naloxone, il metadone e altri. La legislazione italiana, con il d.p.R. 9 ott. 1990, n. 309, ha previsto l’istituzione di servizi pubblici per le tossicodipendenze, denominati SERT, ai quali chiunque faccia uso personale di sostanze stupefacenti o psicotrope può rivolgersi per essere sottoposto ad accertamenti diagnostici e per la definizione di un programma terapeutico e socio-riabilitativo. Il programma personalizzato può essere svolto in collaborazione con i centri pubblici di prevenzione, anche avvalendosi della collaborazione di cooperative di solidarietà sociale, di gruppi di volontariato e di associazioni che gestiscono strutture per la riabilitazione e il reinserimento sociale dei tossicodipendenti (comunità terapeutiche). Norme specifiche regolamentano l’applicazione della custodia cautelare e l’affidamento in prova al servizio sociale nei confronti del soggetto tossicodipendente che abbia in corso un programma di recupero. Sono inoltre previsti centri di informazione, consulenza e supporto psicologico per i giovani a rischio; strutture in grado di dare risposte di psicoterapia individuale e familiare; servizi a bassa soglia (per es., unità di strada, centri diurni) per la presa di contatto con l’utenza marginale e meno facile da coinvolgere; servizi di sostegno alla persona nelle fasi, spesso assai difficili, del suo reinserimento lavorativo e, in genere, sociale.