RICHARDSON, Tony
Regista del cinema inglese, nato a Shipley (Yorkshire) il 5 giugno 1928. Considerato con L. Anderson e K. Reisz uno dei pionieri del Free Cinema che teorizza nel periodico Sequence, esordisce sugli schermi, dopo un'intensa attività teatrale volta a far conoscere la nuova drammaturgia degli Angry men, con la riduzione di un testo del loro capofila, J. Osborne, Look back in anger (I giovani arrabbiati), 1959, facendosi apprezzare l'anno dopo anche con The entertainer (Gli sfasati), dello stesso Osborne, che vale a L. Olivier suo protagonista un premio d'interpretazione a un festival internazionale. Tornato in Inghilterra dopo una parentesi hollywoodiana abbastanza deludente (Sanctuary; Il grande peccato, 1961, dal romanzo di Faulkner), realizza, sulla scorta di un dramma di Shelag Delaney, Taste of honey (Sapore di miele), 1961, per l'arsura stilistica e per le desolate cornici umane uno dei film più tipici del nuovo cinema britannico, e, nel 1962, The loneliness of the long distance runner (Gioventù, amore e rabbia), da un racconto di A. Sillitoe, rappresentazione asciutta e severa di una rivolta interiore, svolta a livello di quotidiano con aspro e scabro realismo. Seguono, in un clima di euforia quasi festosa, Tom Jones, 1963, colta e nello stesso tempo scanzonata rivisitazione del romanzo settecentesco di H. Fielding; The loved one (Il caro estinto), 1965, dal romanzo di E. Waugh, in cifre ironiche fino al sarcasmo; The charge of the light brigade (I seicento di Balaclava), 1968, amabile satira bellica; Ned Kelly (I fratelli Kelly), 1969, ballata folclorica su un bandito ottocentesco australiano, alternati a film di minor valore quali Mademoiselle (...E il diavolo ha riso), 1966, e The sailor of Gibraltar (II marinaio del Gibilterra), 1967, costruiti soprattutto per l'interpretazione della loro protagonista, J. Moreau. Tra i film più recenti, A delicate balance, 1973, Dead cert (Il fantino deve morire), 1974, e Joseph Andrews, 1976, realizzato, quest'ultimo, a Hollywood: abbastanza privi d'impegno ma percorsi egualmente da quella vena ora spigliata ora impetuosa che fa tuttora di R. uno degli autori più significativi del cinema inglese contemporaneo; pur fra gli alti e bassi di una carriera non sempre conseguente e rigorosa.
Bibl.: R. Durgnat, T. Richardson, in Films and filming, febbr. 1966, Londra; Autori vari, Panoramica sobre Richardson, in Film Ideal, n. 213, Madrid 1969, con biofilmografia; M. Wierzewski, T. Richardson, in Kino, n. 1, Varsavia 1970; R. Lefevre e R. Lacourbe, Trente ans de cinéma britannique, Parigi 1976.