PASQUI, Tito
– Nacque a Forlì il 1° agosto 1846 da Gaetano e Geltrude Silvagni.
Il padre (1807-1879), imprenditore ingegnoso, fondò un’azienda produttrice di birra, introducendo la coltivazione del luppolo nel Forlivese. Progettò e realizzò attrezzi agricoli innovativi, fu creatore di strumenti rurali in miniatura, usati a scopi didattici e dimostrativi. Fu altresì antesignano della meccanizzazione agricola.
Diplomatosi nel 1863 al Liceo classico di Bologna con una media altissima, Tito concluse ancora più brillantemente gli studi universitari, superando nel 1868 presso l’Ateneo felsineo l’esame di laurea in ‘libero esercizio d’ingegnere civile ed architetto’, con la votazione di 70/70, lode e menzione onorevole.
Nel frattempo, nel 1866 si era arruolato nel corpo dei volontari garibaldini, partecipando – inquadrato nell’8° reggimento, 3ª compagnia – alla terza guerra d’indipendenza, durante la quale raggiunse il grado di caporale furiere. L’anno successivo, con il grado di sergente fece parte del X battaglione, 1ª compagnia, dei volontari garibaldini animati dal proposito – fallito a Mentana – di conquistare Roma. Suo colonnello, in quella campagna, fu il forlivese Achille Cantoni, cugino di Alessandro Fortis. In entrambe le operazioni militari, Pasqui e Fortis furono compagni d’arme.
Dopo la laurea, dal maggio al novembre del 1869 fu assistente presso la Scuola di agraria dell’Università di Bologna; in seguito, e per tutto il decennio successivo, insegnò materie agrarie in istituti scolastici di Ravenna e Forlì.
Al contempo, iniziò la promozione della meccanizzazione in agricoltura, di cui fu sostenitore tenace per tutta la vita. Negli anni Settanta, risorse privilegiate per diffondere i suoi progetti furono, oltre alla didattica, l’attività di agronomo presso la Stazione agraria di Forlì istituita nel 1872, la collaborazione con riviste quali L’industriale romagnolo, gli interventi nei comizi agrari, la partecipazione a qualificate esposizioni.
Nel 1871 contribuì all’organizzazione dell’Esposizione agraria industriale e di belle arti di Forlì e fu giurato della commissione per la classe Agricoltura, sezione Meccanica agraria. Nel 1873, in occasione dell’Esposizione universale di Vienna, fu membro della commissione forlivese, denominata giunta, i cui componenti erano delegati dalla Provincia, dal Comune e dal comizio agrario a rappresentare i cittadini espositori. A Vienna era presente, come espositore, anche il padre Gaetano. Nel 1878, nell’ambito dell’Esposizione universale di Parigi, Tito Pasqui fu membro e segretario della giunta forlivese.
Nel settembre 1879, come agronomo della Stazione agraria succitata ricevette dal ministro di Agricoltura, Industria e Commercio la nomina a delegato per la ricerca e la sorveglianza sulla fillossera, cui Pasqui dedicò molti studi e vari interventi pubblici. In particolare, tenne due conferenze organizzate dal comizio agrario di Ancona nel 1879 e tre da quello di Forlì nel 1880. Più in generale, molto intensa fu la sua attività nell’ambito dei comizi agrari in varie città e sedi anche nei decenni successivi, durante i quali rivelò doti di oratore dall'eloquio brillante e sciolto.
Pasqui investì le sue qualità comunicative e organizzative anche nella vita amministrativa forlivese. Dal 1869 al 1889 e dal 1898 al 1901 fu eletto in Consiglio comunale, ricoprendo in più occasioni anche la carica di assessore. Dal 1873 al 1901 e dal 1905 al 1914 sedette anche nel Consiglio provinciale, che presiedette dal 1908 al 1909 e dal 1913 al 1914.
Politicamente fu molto vicino a Fortis, leader del locale schieramento radical-repubblicano che assunse un ruolo politico nazionale spostandosi progressivamente verso posizioni democratico-costituzionali e legandosi a Francesco Crispi, ma mantenendo sempre forti interessi e un saldo seguito (anche clientelare) nella vita cittadina e politico-amministrativa forlivese. Pasqui lo seguì in questo percorso politico e nel marzo 1898 entrò in parlamento in rappresentanza di Forlì in occasione di un'elezione suppletiva, che tuttavia fu annullata nel novembre successivo per non avere egli rinunciato all’impiego che rivestiva presso il ministero di Agricoltura, Industria e Commercio (MAIC). Nel 1900 ricambiò il sostegno precedentemente ricevuto da Fortis sostenendo la sua sfortunata candidatura nel collegio di Forlì, mentre nel 1909 si candidò nuovamente in prima persona, ma fu battuto dal repubblicano Giuseppe Gaudenzi.
Sebbene con ruoli e funzioni diverse, anche a Roma Pasqui e Fortis operarono sempre fianco a fianco fino alla morte di quest'ultimo avvenuta nel dicembre del 1909. Pasqui ebbe una brillante carriera presso il MAIC, dove nel 1879 vinse per concorso il posto di ispettore agrario; nel 1886 era capodivisione di seconda classe; nel 1903, capodivisione di prima classe e, dopo diversi altri passaggi di carriera, divenne ispettore generale della Divisione agricoltura. Dal 1904 al 1907 fu reggente della Divisione insegnamento agrario; all'inizio del 1908 fu nominato direttore dell’Ispettorato del bonificamento agrario e della colonizzazione e nel maggio dello stesso anno ispettore generale di Acque, foreste, bonificamenti e demani. Dopo essere stato a lungo presidente della commissione di vigilanza sull’Agro romano, nel febbraio 1909 coronò la sua carriera con la nomina a direttore generale dell'Agricoltura, prima di essere collocato a riposo nel novembre del 1911.
Sull'impegnativo incarico concernente l'Agro romano Pasqui scrisse una dettagliata relazione, pubblicata nel dicembre del 1911 sul Bollettino del ministero di Agricoltura, Industria e Commercio (s. 100, X, n. 12), in cui elencò i risultati ottenuti, ma indicò altresì con oggettività le riforme legislative e gli interventi che rimanevano da conseguire. In qualità di rappresentante ministeriale in commissioni organizzatrici o giurie partecipò a numerose manifestazioni, fra le quali: l'Esposizione industriale italiana di Milano (1881), l'Esposizione generale italiana di Torino (1884), l'Esposizione universale di Parigi (1900), l'Esposizione regionale romagnola di Ravenna (1904), l'Exposition de l'automobile agricole di Amiens (1909), l'Esposizione agricola industriale di Ferrara (1910), i Concorsi internazionali di apparecchi e motori agricoli di Parma (1913). Pasqui acquisì inoltre una considerevole esperienza non solo giuridica, ma anche pratica in materia di bonifiche. Nel 1899 fece parte della Commissione incaricata di preparare il regolamento attuativo della normativa riguardante modifiche e aggiunte alle leggi sulla bonificazione delle paludi e dei terreni paludosi e di redigere il relativo testo unico; nel 1907 fu membro della Commissione tecnica centrale per la bonificazione e nel 1911 della Commissione centrale consultiva per le sistemazioni idraulico-forestali e per le bonifiche. Maturò un'esperienza diretta sul campo quale membro della Commissione incaricata di verificare l’esito della bonifica da parte degli enfiteuti dei beni ecclesiastici nell’Agro romano (1882) e di numerosi altri gruppi di lavoro per il risanamento del Gorzo medio nel Padovano (1903), del territorio palesano (1905), dell’isola di Ariano Polesine (1906), di San Pietro in Cavarzere in provincia di Venezia (1907), di Santa Maria del Cardo nel Sassarese (1909), di Cavazuccherina nei pressi di Jesolo (1909) e di Muzzana del Turgnano vicino a Udine (1910). Fu, infine, partecipe della Commissione ministeriale che nel 1911 si occupò del risanamento della Maremma toscana e nel 1912 fu nominato membro della Commissione centrale dei valori per le dogane, di cui fu presidente fino al suo scioglimento avvenuto nel novembre del 1922.
Rimasto celibe, morì a Forlì il 7 luglio 1925.
Fonti e Bibl.: Bologna, Archivio storico dell’Università, Fascicoli degli studenti della facoltà delle scienze matematiche, fisiche e naturali, f. 2298; Archivio di Stato di Forlì, Comune di Forlì, Delibere di consiglio e di giunta, 1869-1901; Amministrazione provinciale di Forlì, Delibere, 1873-1914; Forlì, Biblioteca comunale Aurelio Saffi, Fondo T. P. (contenente una mole considerevole di relazioni e ricerche oltre che di pubblicazioni, opuscoli, memorie, atti legislativi da lui acquisiti a scopo di studio e documentazione); Ibid., Raccolte Piancastelli, Sezione carte Romagna,T. P.
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