PEACOCK, Thomas Love
Romanziere, nato a Weymouth il 18 ottobre 1785, morto a Lower Halliford, presso Chertsey, il 23 gennaio 1866. Era figlio d'un commerciante di vetri di Londra, ma trovando il commercio poco di suo gusto, dopo essere stato a scuola a Englefield Green, visse per alcuni anni di rendita, scrivendo versi classicheggianti e moraleggianti. Nel 1807 si fidanzò per la prima volta, ma la famiglia della ragazza pensò bene d'accasarla con un partito più vantaggioso; la sposa morì l'anno dopo. L'idillio, cui alcuni biografi del P. hanno dato eccessiva importanza, offuscò appena d'una delicata mestizia l'anima elegiaca dello scrittore. La grande occupazione della sua vita era la lettura; i filosofi della fine del Settecento e del principio dell'Ottocento finirono per dare un'orientazione precisa alla sua fantasia. Da tali letture il P. derivò un abito di scetticismo erudito, d'una elegante impronta settecentesca. Nel 1812 quest'anima tiepida di lettor di filosofi venne a contatto con lo Shelley; forse in grazia dell'opposizione stessa dei loro temperamenti, i due si legarono d'intima amicizia. Lo Shelley doveva fornire al P. il prototipo di Scythorp, il giovane eroe di Nightmare Abbey (1818), caricatura di certi aspetti vistosi del romanticismo che divertì lo stesso Shelley. Questo romanzo fu scritto a Great Marlow, dove il P. visse con gli Shelley nel 1817 e compose anche il migliore dei suoi poemi (che doveva esser lodato dal Poe), Rohododaphne. Nel 1816 aveva pubblicato il suo primo romanzo notevole, Headlong Hall, seguito nel 1817 da Melincourt.
Il periodo di ozî studiosi e rurali doveva chiudersi per il P. con la sua entrata al servizio della Compagnia delle Indie nel 1819; nello stesso anno chiedeva per lettera la mano di una damigella gallese che non aveva riveduto da otto anni, Jane Gryffydh, e la sposava. Intanto l'evoluzione intellettuale del P. s'era andata orientando verso l'utilitarismo: l'anarchismo intellettuale di Maid Marian (altro romanzo satirico scritto in gran parte verso la fine del 1819, pubblicato nel 1822), tipica opera del periodo della Santa Alleanza, sorpassa d'assai per arditezza la posizione stessa della critica utilitaria. Il P. non era un radicale a tendenze filosofiche come il Bentham, ma un filosofo radicale, e presto s'accorse che il sofisma di "progresso" era un agente d'assopimento mentale più pericoloso, perché più seducente, del sofisma di coloro, combattuti dal Bentham, che esaltavano la saggezza degli antichi; nelle Misfortunes of Elpin (1829) il P. finiva per concludere che, nella storia dell'umanità, plus ça change et plus c'est la même chose. Ma forse il fondo della filosofia del P. si tocca in Crotchet Castle, altro romanzo dialettico di spirito aristofanesco che apparve al principio del 1831.
In questo romanzo il P. insiste sull'individualismo fondamentale dell'uomo. Ma mentre gli utilitaristi che aderivano alle dottrine individualistiche, liberali, nel campo economico, credevano al tempo stesso alla forza coattiva delle buone istituzioni politiche per assicurare la felicità degli uomini, il P., individualista e beffeggiatore delle istituzioni politiche e giudiziarie sia antiche sia moderne, sentiva il bisogno di legislazione proprio in quel campo economico dove gl'individui non si affrontavano più come tali, ove alcuni si trovavano investiti, di fronte alla debolezza delle masse sottoposte, di una potenza mostruosa per quanto estranea, sovente, al valore personale. L'articolo del P. On French Comic Romances (nella London Review del 1835-36) getta luce sulla concezione che il P. si faceva del "romanzo gaio". "Un amore intenso e una chiara percezione della verità sono entrambi essenziali alle composizioni comiche di prim'ordine".
Nel 1836 il P. successe a James Mill nella posizione di examiner a India House; si occupò con competenza di lavori pubblici, specialmente dell'applicazione della navigazione a vapore per le comunicazioni interne ed estere dell'India. Nel 1862 terminò l'ultima sua opera, la traduzione di una nostra famosa commedia del Cinquecento, Gl'Ingannati (da giovane il P. aveva assorbito molta cultura italiana, specie il Guarini e il Metastasio).
Lo stile dei romanzi del P. è piuttosto descrittivo che suggestivo, con tendenza al pedantismo sfruttato per effetti comici, alla ridondanza rabelaisiana. Il ritmo di questo stile non è spontaneo, ma piuttosto d'ordine architettonico, sorvegliato come un movimento di danza. Gli effetti comici più riusciti sono ottenuti negl'incontri dei molteplici personaggi tipici. Il genere nuovo che, si può dire, sorge col P., è quello della novel of talk, del romanzo-conversazione, che coglie, rifratto tipicamente in varî personaggi, il contenuto intellettuale di tutta un'epoca. Il debito di alcuni moderni verso il P. è evidente: sostituendo la psicoanalisi, ecc., alla frenologia e alle altre teorie che preoccupavano i contemporanei del P., si hanno i romanzi di Aldous Huxley. Scetticismo e umanismo peacockiano, macchiette e umori, si ritrovano in South Wind di Norman Douglas. Il Meredith, che aveva sposato una figlia del P., risentì l'influsso del suocero nelle prime sue opere: p. es., in Richard Feverel (1859).
Ediz. completa delle opere, "Halliford Edition", a cura di H. F. B. Brett Smith e C. E. Jones, Londra 1924 e segg.; i Memorials of Shelley lasciati dal P. furono pubblicati nel 1909 a cura del Brett Smith.
Bibl.: J.-J. Mayoux, Un Épicurien anglais, T. L. P., Parigi 1933 (studio critico fondamentale, con ampî riferimenti bibliografici).