teoria della dualità
Nell’ambito dell’ottimizzazione associa a un problema di ottimo (detto primale) un altro problema (detto duale), talvolta più semplice da risolvere e che comunque fornisce informazioni rilevanti sul primale, garantendo altresì determinate relazioni tra le soluzioni dei due problemi. Consideriamo nello specifico un problema di programmazione non lineare e cerchiamo il massimo della funzione f quando le variabili decisionali xj sono soggette ai vincoli gi(x)≤0. La dualità lagrangiana, in particolare, associa a questo problema la ricerca del minimo della funzione L(x,λ)=f(x)−∑λigi(x) con gli ulteriori vincoli λi≥0 e gradf(x)−∑λigradgi(x) =0. Il teorema di dualità debole stabilisce che, se le funzioni f e gi sono differenziabili, con f concava e gi convesse, allora l’estremo inferiore di L(x,λ) è maggiore o uguale dell’estremo superiore di f. Con le stesse ipotesi e un’ulteriore condizione di qualificazione dei vincoli, il teorema di dualità forte afferma che se x0 è soluzione del problema primale esiste un moltiplicatore λ0 a componenti non negative tale che (x0,λ0) minimizza la funzione lagrangiana L(x,λ), risultando anche L(x0,λ0)= f(x0).