TANA o Tsana (secondo rispettivamente la forma amharica e tigrigna che vuol dire "profondo"; A. T., 116-117)
Lago dell'Etiopia che si estende nel cuore della regione tra 11° 40′ e 12° 35′ di lat. N., e 37° e 37° 40′ long. E., all'altitudine di 1760 m. s. m., coprendo un'area di 3060 kmq. Il lago occupa il fondo di una vasta conca il cui bacino imbrifero è valutato di 16.810 kmq. La natura vulcanica delle rocce che lo attorniano e di cui risultano costituite le isole che sorgono dal suo specchio, induce a ritenere che esso si sia formato per sbarramento dovuto a potenti eruzioni. Secondo le recenti ricerche e osservazioni di E. Nilsson il lago non sarebbe esistito nel grande periodo fluviale, ma si sarebbe formato nel periodo interpluviale per effetto dello sbarramento vulcanico accennato, assumendo dimensioni assai maggiori delle attuali, come lo provano le terrazze lacustri che si notano all'altitudine di un centinaio di metri sopra il livello attuale. Col progredire dell'incisione scavata dall'emissario si abbassò poi il livello del lago, che forse rimase del tutto prosciugato. Nuovi sbarramenti vulcanici dei tempi postpluviali avrebbero determinato lo specchio nelle dimensioni attuali. Il Tana è alimentato da numerosi corsi d'acqua scendenti dalle alture che ne limitano il bacino. Il principale di essi è il Piccolo Abai, che con oltre 100 km. di sviluppo scende dai monti dell'Agaumeder e immette nel lago nella sua parte meridionale, circa 35 km. ad ovest dell'imbocco del suo emissario, il quale, distinto dapprima col nome di Abai (v.), assume dopo la sua uscita dall'Etiopia quello di Nilo (o fiume) Azzurro. Il lago ha una forma quasi circolare di circa 50 km. di diametro, con un'appendice a sud formata da un'insenatura di circa 25 km. in corrispondenza dell'imbocco dell'emissario. Le sue rive sono generalmente basse e le zone attigue si estendono pianeggianti per notevole tratto, offrendo terreni fertili e produttivi atti alle colture irrigue, la cui estensione si calcola poco inferiore ai 10.000 kmq. Non si hanno dati sicuri circa la profondità massima del lago, che A. Stecker giudica poter raggiungere nella parte centrale del bacino i 100 m. La missione Tancredi con gli scandagli praticati raggiunse m. 54,50. Sorgono dallo specchio del lago numerose isole, la maggiore delle quali è l'isola Dech nella parte sud-occidentale dello specchio, separata dalla costa da un canale largo circa 7 km. di non oltre 11 m. di profondità. L'isola, di natura vulcanica, estesa circa 50 kmq., è occupata da cinque villaggi sorti attorno ad altrettanti monasteri. Distante 2 km. verso est dall'isola di Dech sorge l'isoletta di Daga, un boscoso cono vulcanico sulla sommità del quale sorge un venerato monastero. Nella sua chiesa si trovano le tombe di sette imperatori etiopici. In quasi tutte le altre minori isolette sono conventi e chiese con resti di antiche costruzioni e tombe imperiali. Lungo le coste del lago si trovano alcuni centri abitati, fra i quali il più notevole è Querata sulla riva orientale, caratteristico per le sue case di pietra fiancheggianti strade anguste, che la differenziano dagli altri abitati etiopici. Le acque del lago sono ricche di pesci, dei quali i rivieraschi praticano con qualche profitto la pesca, valendosi di piccole imbarcazioni fatte di canne. Assai numerosi gl'ippopotami.
La scoperta del lago Tana viene attribuita al portoghese P. Paez; ma certo ebbero notizia della sua esistenza anche gli antichi, onde viene identificato con la Coloe Palus di Tolomeo. Dopo la cacciata dei Portoghesi, il primo a darcene ampia notizia fu J. Bruce, che rintracciate le sorgenti del Piccolo Abai ritenne con ciò di avere scoperto le sorgenti del Nilo. Visitato poi da A. T. d'Abbadie (v.) e dagli altri viaggiatori europei, che si spinsero in quella parte centrale dell'Etiopia, fu nel 1880 particolarmente studiato e cartograficamente rilevato dallo Stecker, al quale dobbiamo una carta al 200.000 rimasta fondamentale per gli studî ulteriori. Negli ultimi anni l'attenzione di tecnici e di studiosi si rivolse al lago Tana in vista dell'utilizzazione delle sue acque per l'irrigazione. Particolarmente notevoli gli studî della missione Grabham e Black per conto del Ministero dei lavori pubblici egiziano, il cui rapporto fu pubblicato al Cairo nel 1925. La zona del Tana fu occupata nell'aprile 1936 dalle truppe italiane comandate dal luogotenente generale A. Starace.
Bibl.: R. E. Cheesmann, Lake Tana and the Blue Nile, Londra 1936.