talamo ottico
Ciascuna delle due grosse formazioni grigiastre che, nel diencefalo, sono poste al disotto dei ventricoli laterali e a ciascun lato del III ventricolo. Hanno ricevuto tale denominazione da Th. Willis, che la derivò da Galeno.
Il t. o. è costituito da un notevole numero di nuclei e da sistemi di fibre, afferenti ed efferenti, che lo collegano a diversi distretti del neurasse. Tradizionalmente, e con una certa approssimazione, nel t. si considerano due estremità (il polo anteriore e quello posteriore) e quattro facce: dorsale, mediale, laterale e inferiore. Il polo anteriore per la sua forma è detto anche tubercolo anteriore del t.; quello posteriore è più voluminoso del precedente, arrotondato, ed è denominato pulvinar. La faccia dorsale, con l’interposizione di una lamina ependimale (lamina affixa) che la riveste, assieme al nucleo caudato, concorre alla formazione del pavimento della cella media del ventricolo laterale; la faccia mediale costituisce la massima estensione della parete laterale del III ventricolo ed è unita alla omologa controlaterale da un ponte di sostanza grigia, la commissura grigia intertalamica; le altre due facce sono situate nella profondità del diencefalo: in corrispondenza della capsula interna, la laterale; in rapporto con la regione subtalamica e con l’ipotalamo, quella inferiore. Altri elementi descrittivi degni di menzione sono rappresentati dalle formazioni di sostanza bianca che, a seconda siano comprese nella compagine del t. o ne stiano all’esterno, sono denominate, rispettivamente, sostanza bianca intratalamica e sostanza bianca peritalamica. Un fascio di fibre mieliniche provenienti dal tronco dell’encefalo, in massima parte fibre dei lemnischi (➔), penetra nel t. in corrispondenza della sua regione postero-inferiore e vi forma la lamina midollare interna; dalla biforcazione di questa hanno origine la lamina ventrale e la lamina dorsale; di queste, la prima si risolve in fascetti, la seconda, dopo aver ceduto fibre a varî nuclei, si continua in un’altra lamina, la lamina midollare anteriore, che termina in prossimità del tubercolo anteriore del talamo. La sostanza bianca peritalamica è rappresentata quasi esclusivamente in corrispondenza delle superfici inferiore e laterale ed è frammista alle fibre delle contigue formazioni bianche; da queste le fibre propriamente talamiche sono distinguibili solo con particolari metodi di indagine: queste tecniche hanno dimostrato che esse sono condensate in peduncoli, che nel loro insieme costituiscono la corona raggiata del t.; il peduncolo, che per la sua posizione è detto postero-inferiore, è costituito da fibre che provengono dal tronco dell’encefalo e che penetrano nel t. costituendo la già ricordata lamina midollare interna; gli altri peduncoli, detti rispettivamente inferiore, posteriore, medio e anteriore, collegano il t. col telencefalo. I nuclei, qualora non siano indicati con nomi tradizionali, sono denominati in base alla loro collocazione topografica. A tal fine il t. è suddiviso in quattro regioni o parti: ventro-laterale, anteriore, centro-mediale e dorsale.
Tramite i suoi differenti nuclei, e pertanto non in un modo unitario, il t. interviene nell’integrazione di molteplici funzioni. Le afferenze sensitive e sensoriali e i relativi collegamenti corticali ne fanno la porta di ingresso alla corteccia cerebrale per la maggior parte delle informazioni provenienti dal nostro corpo e dal mondo esterno; nel campo della sensibilità dolorifica svolge una funzione nell’elaborazione cosciente del dolore. In collegamento col cervelletto, con la corteccia cerebrale e con alcune formazioni della base, caudato e lenticolare principalmente, interviene nella funzione motoria: nel controllo dell’esecuzione del movimento e forse anche nel meccanismo responsabile del suo primo inizio.