TACCHINO (lat. scient. Meleagris g. gallopavo L.; fr. dindon; sp. pavo; ted. Truthuhn; ingl. turkey)
Uccello di grande statura appartenente alla famiglia Meleagridae, caratterizzata da testa e collo nudi., provvisti di caruncole e escrescenze carnose, le quali unitamente a un processo estensibile situato sulla fronte si ingrossano e si allungano durante l'atteggiamento erotico (ruota) del maschio. Le penne del contorno sono tipicamente troncate e metalliche. Per alcuni caratteri osteologici i Meleagridi si avvicinano più ai Galli che alle Numide, componenti lo stesso ordine dei Gallinacei.
Nella famiglia Meleagridae sono stati distinti due generi. Al Meleagris (L.), che presenta bargiglio impari sottogolare granatello, di penne setoliformi nella parte mediana del petto, coda senza ocelli subterminali, si ascrivono: il Tacchino selvatico (Meleagris g. gallopavo L.) che abita l'altipiano messicano, con varie sottospecie che si estendono anche negli Stati Uniti. Al gen. Agriocharis Chapmann, che si differenzia per la mancanza del granatello e per gli ocelli subterminali della coda, appartiene il tacchino ocellato (Agriocharis ocellata Cuv.), uccello relativamente raro e ricercato per lo splendore delle sue penne, la cui area di distribuzione geografica è più meridionale (Chiapas messicano, Penisola del Yucatán, Petén [Guatemala] e Honduras britannico).
I tacchini selvatici vivono prevalentemente nei boschi, durante il giorno frequentano il terreno, che percorrono instancabilmente, essendo forti camminatori; sono tuttavia capaci di attraversare ampî tratti a volo. Al sopraggiungere della notte salgono sugli alberi per appollaiarvisi. Nell'autunno e inverno possono compiere peregrinazioni in cerca di cibo, percorrendo notevoli distanze, in branchi separati, costituiti da maschi adulti, maschi giovani e da femmine. Il loro alimento consta principalmente di sostanze vegetali varie (germogli, semi, ghiande, ecc.) e d'insetti, particolarmente di cavallette. Il tacchino è poligamo. Durante l'epoca della riproduzione, la femmina non vive insieme con il maschio, ma s'incontra con questo generalmente una volta al giorno. La femmina adulta depone, in una depressione del terreno foderata di foglie e di penne, una quindicina di uova color crema macchiate di rossiccio che nasconde accuralamente ai rapaci e allo stesso maschio, quando lascia temporaneamente il nido.
L'incubazione dura 28 giorni. Il giovane e la femmina sono simili.
Il tacchino domestico deriva dal Meleagris g. gallopavo L. del Messico che i conquistadores trovarono già addomesticato presso gli Aztechi e che portarono in Europa. Attualmente si contano varie razze di tacchini, alcune dette giganti perché di mole assai considerevole, raggiungente spesso i 10-13 kg., altre di dimensioni minori, comuni in Italia. Fra le prime si citano il Bronzato d'America, di rapido accrescimento e di notevole docilità, il Bianco d'Olanda o Tacchino di Cipro, il Nero di Sologna, le cui femmine sono molto prolifiche e buone chiocce e il Tacchino rosso di Borbone. Una notevole razza italiana è il Tacchino azzurro-lilla di Corticella.
Il tacchino viene utilizzato soprattutto per la carne, l'incubazione, le uova e la piuma. Di gran lunga prevalente sugli altri è il reddito in carne, data la mole considerevole, e la facilità con la quale può essere condotto al pascolo in grandi branchi. L'allevamento del tacchino per carne è quindi particolarmente conveniente e notevole nelle zone ad agricoltura estensiva, aride e parzialmente incolte. La fecondità della tacchina non è paragonabile a quella della gallina, le uova della prima sono però di dimensioni maggiori. Soprattutto pregevole risulta la femmina del tacchino per la sua mansuetudine e per il suo spiccato istinto materno che la rendono la migliore delle chiocce e delle incubatrici naturali. Infatti essa può incubare 4 o 5 covate di galline da 20 uova ciascuna. Le penne del tacchino venivano un tempo usate in modisteria; quelle del sottocoda erano commerciate col nome di marabù. Le timoniere e le remiganti vengono usate per fabbricare ventole, mentre le rimanenti penne costituiscono un ottimo concime per piante da frutto. L'allevamento del tacchino non differisce da quello dei polli. I piccoli devono essere lasciati 48 ore nel nido digiuni, poi vengono nutriti con un pastone formato di uova sode tritate, farina di granturco, risina e abbondante verdura. L'allevamento deve essere fatto in un luogo asciutto. Grande consumo di tacchini si fa in alcuni paesi, specialmente in Inghilterra, per le feste di Natale. I maggiori paesi esportatori sono il Canada, l'Irlanda, l'Ungheria e la Iugoslavia. In Italia si allevano tacchini di piccola mole (in parte esportati) soprattutto nell'Emilia e nel Mezzogiorno. (V. tav. a colori).
Bibl.: A. Ghigi, Galline di faraone e tacchini, Milano 1936.