Vedi Suriname dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
La repubblica presidenziale del Suriname è emersa da un lungo passato coloniale. Dapprima esplorata dagli spagnoli, la regione è passata nel Diciassettesimo secolo agli inglesi per poi divenire colonia olandese dal 1667 al 1975, anno dell’indipendenza. La frammentazione etnica testimonia il passato coloniale: in Suriname convivono otto diversi gruppi etnici, tra i quali indostani, giavanesi, africani e amerindi, che compongono comunità di cristiani, induisti e musulmani. Sul multipartitismo etnico si basa il contesto politico.
Cinque anni dopo l’indipendenza, il governo civile fu sostituito da un regime militare che, attraverso una successione di amministrazioni solo nominalmente civili, mantenne il potere fino al 1987, quando la pressione internazionale costrinse il regime a indire un’elezione democratica. Nel 1990, i militari rovesciarono nuovamente la leadership civile, ma un governo democraticamente eletto tornò in carica nel 1991. Le ultime elezioni del maggio 2015 hanno visto l’affermazione – con la conquista di 26 seggi su 51 – del National Democratic Party , guidato dal controverso presidente Désiré ‘Dési’ Delano Boutsers, che è stato confermato capo dello stato. Bouterse, che a seguito della vittoria elettorale gode dell’immunità, non solo è stato negli anni Ottanta fautore di un golpe militare che gli permise di guidare il paese sino al 1991, ma è anche accusato di aver ucciso 15 suoi oppositori politici (evento noto come Decembermoorden, i ‘delitti di dicembre’) e di aver gestito il traffico di droga verso i Paesi Bassi (Bouterse è stato condannato in absentia dai giudici olandesi nel 1999). I Paesi Bassi e altri partner hanno espresso il loro dissenso sulla leadership di Bouterse, soprattutto da quando, nell’aprile 2012, il governo nazionale ha deciso di concedere l’amnistia ai sospetti autori dei Decembermoorden. In seguito, l’amministrazione Bouterse è stata privata degli aiuti finanziari da parte dell’ex madrepatria e ciò ha ridotto i mezzi per contrastare le minacce alla sicurezza del paese rappresentate da traffico di droga, riciclaggio di denaro sporco e sfruttamento illegale delle miniere aurifere.
Isolato anche da buona parte della comunità internazionale, Bouterse si concentra sulle relazioni con i paesi vicini come Venezuela e Guyana e con la Comunità economica dei Caraibi (Caricom). Nel 2012, il Suriname è anche diventato membro dell’Unione delle nazioni sudamericane (Unasur). In più spera di giocare un ruolo nello sviluppo di una rete stradale che colleghi Venezuela, Guyana, Suriname, Guyana francese e il Brasile.
Il Suriname possiede grossi giacimenti minerari di bauxite, oro, argento e nichel, le cui estrazioni costituiscono l’85% delle esportazioni e il 25% delle entrate del governo; l’economia è quindi altamente vulnerabile alla volatilità dei prezzi dei minerali. Settori trainanti per l’occupazione sono anche quelli dell’agricoltura e del turismo, che tuttavia rimangono compromessi dalla forte competizione con i paesi vicini e dall’inadeguatezza delle infrastrutture. Canada e Stati Uniti sono partner rispettivamente per le esportazioni e per le importazioni. Il settore energetico surinamese, oltre che sulle estrazioni petrolifere e di gas off shore, scoperte al confine con la Guyana, può contare sulle centrali idroelettriche – che da sole soddisfano l’80% del fabbisogno energetico nazionale – e sulle riserve petrolifere on shore, che permettono di coprire il restante 20%.