Suriname
Stato dell’America Meridionale. Abitato dai surinen (popolazione da cui avrebbe tratto il nome), ai quali si sostituirono in epoca storica indi caribi e arawak, il territorio fu colonizzato a metà del 17° sec. dagli inglesi, che avviarono una florida economia di piantagione (zucchero, cacao, caffè), basata sull’impiego di schiavi africani. Ceduta ai Paesi Bassi (1667) e successivamente denominata Guiana olandese, la colonia fu scossa nel 18° sec. da frequenti ribellioni di schiavi; rifugiatisi nelle foreste, alcuni di essi (i cui discendenti sono denominati bosch neger) diedero vita a una società tribale, la cui autonomia fu riconosciuta dalle autorità olandesi con un trattato del 1760. Contesa tra Gran Bretagna, Francia e Paesi Bassi, la sovranità sul territorio fu definitivamente attribuita a questi ultimi nel 1815. All’abolizione della schiavitù (1863) e alla conseguente carenza di manodopera gli olandesi ovviarono ricorrendo a lavoratori asiatici; le piantagioni furono gradualmente sostituite dalla risicoltura e dalla produzione di frutta. Nel 1954 la Guiana olandese ottenne l’autogoverno nell’ambito del regno dei Paesi Bassi. Nel ventennio successivo la vita politica fu caratterizzata dal confronto tra il Partito nazionale del S. (PNS), espressione della maggioranza nera e mulatta, favorevole all’indipendenza, e il Partito progressista riformista (PPR), sostenuto dagli asiatici, che propugnava il mantenimento dei legami con i Paesi Bassi. Conseguita l’indipendenza (25 novembre 1975), nel 1980 il governo nazionalista presieduto da H. Arron fu rovesciato da un colpo di Stato militare; la giunta militare, presieduta da D. Bouterse, dopo l’imposizione della legge marziale, nel 1982, fu costretta a nominare un’assemblea per redigere una nuova Costituzione, approvata nel 1987. Le elezioni di quell’anno videro la vittoria del Fronte per la democrazia e lo sviluppo (FDS), coalizione tra PNS, PPR e una formazione minore, che portò alla presidenza R. Shankar. Nel 1990 i militari rovesciarono Shankar e indissero nuove elezioni, vinte però dal Nuovo fronte (NF), la coalizione del 1987 rafforzata dal Partito del lavoro del Suriname. Il nuovo governo concluse un accordo di assistenza economica con i Paesi Bassi e promosse modifiche costituzionali per limitare l’influenza delle forze armate. Nel 1995 il S. entrò a far parte della Comunità caraibica. Nelle elezioni del 1996 il NF perse la maggioranza assoluta, mentre si rafforzò il Partito nazionale democratico (PND) di Bouterse, che riuscì a creare un governo di coalizione e a far eleggere presidente della Repubblica uno dei suoi uomini, J. Wijdenbosch. Travolto dagli scandali e dalle proteste sociali, nel 2000 il governo subì una pesante sconfitta nelle elezioni politiche, vinte dal NF. R. Venetiaan, già capo dello Stato dal 1991 al 1996, fu rieletto presidente nel 2000 e confermato nel 2005; nel 2010 è stato sostituito da Bouterse.