sudeti
Regione della Boemia settentr., nella quale fin dal Medioevo si insediò una popolazione di lingua tedesca la cui presenza è stata causa di gravi conflitti nella prima metà del sec. 20°. La «questione dei s.» sorse dopo la fine della Prima guerra mondiale, quando i s. furono assegnati alla neocostituita Cecoslovacchia, che inglobò così oltre tre milioni di tedeschi. Negli anni Venti, tra i tedeschi dei s. si affermarono due partiti di ispirazione nazionalista, che nel 1933 confluirono nella Sudetendeutsche Partei. Sotto la guida di K. Henlein, legato ai dirigenti nazisti della Germania, dalla quale il partito era finanziato, questo divenne lo strumento di cui si servì Hitler per annettere i s. al Reich. Nel 1938, il partito avanzò una serie di rivendicazioni al governo di Praga, mirando in realtà a un distacco dei s. dalla Cecoslovacchia. Hitler prese pubblicamente posizione in favore di Henlein, che quindi richiese l’annessione dei s. alla Germania. In un incontro con Hitler, il premier britannico A.N. Chamberlain propose che la Cecoslovacchia abbandonasse i territori con almeno il 50% di abitanti di lingua tedesca. Il governo ceco dovette cedere, ma la proposta fu respinta da Hitler; per evitare un conflitto, Chamberlain riunì a Monaco di Baviera (➔ Monaco, Conferenza e Patto di) una conferenza dei capi di governo britannico, francese, tedesco e italiano, nella quale si acconsentì all’annessione dei s. al Reich, evento che avrebbe portato allo smembramento della Cecoslovacchia. Dopo il 1945 la maggior parte dei tedeschi dei s. fu espulsa dalla ricostituita Cecoslovacchia.