Straw Dogs
(GB 1971, Cane di paglia, colore, 118m); regia: Sam Pe-ckinpah; produzione: Daniel Melnick per Talent Associates/Amerbroco; soggetto: dal racconto The Siege of Trencher's Farm di Gordon M. Williams; sceneggiatura: David Zelag Goodman, Sam Peckinpah; fotografia: John Coquillon; montaggio: Paul Davies, Roger Spottiswoode, Tony Lawson; scenografia: Ray Simm, Ken Bridgeman; costumi: Tiny Nicholls; musica: Jerry Fielding.
David Sumner, un giovane matematico americano, si trasferisce in Cornovaglia con la moglie Amy, originaria del luogo. Già i primi contatti con gli abitanti del posto non sono all'insegna dell'agognata quiete. Charlie, un ex fidanzato di Amy, cerca di corteggiarla. Alcuni giovani locali, tra cui Norman e lo stesso Charlie, si fanno assumere dal matematico per completare la costruzione del suo garage. Ogni occasione diventa buona per spiare la coppia e deridere il marito. Amy si annoia e facilita qualche equivoco a proposito della propria disponibilità. Nel frattempo scompare il gatto, che viene ritrovato impiccato nell'armadio della camera da letto. Charlie organizza una partita di caccia per coinvolgere anche David, lasciato poi in una postazione solitaria ad aspettare eventuali prede. Intanto Charlie torna a casa di Amy dove, assieme a Norman, la violenta. Quando il marito torna a casa, la donna non racconta nulla, nella convinzione che egli non sia in grado di difenderla. La coppia comunque tenta di integrarsi nella comunità partecipando a un ricevimento organizzato dal reverendo Hood. In questa occasione Henry Niles, un gigante buono ma mentalmente disturbato, uccide suo malgrado una ragazza che lo aveva provocato. Nella fuga viene investito dall'auto di David. Il matematico decide di portare Henry a casa propria e di chiamare il medico. Nel paese si scatena una caccia all'uomo. Ben presto tutti si accorgono che il ricercato si trova dai Sumner. Il padre della ragazza uccisa e alcuni giovani resi folli dall'alcol tentano in ogni modo di penetrare in casa di David. Ma lui, ormai più violento e determinato di loro, li uccide uno a uno e si allontana con Niles nella notte.
Dopo il grande successo di The Wild Bunch e il meno fortunato The Ballad of Cable Hogue (La ballata di Cable Hogue, 1970), Sam Peckinpah passò al suo primo soggetto non appartenente al genere western. Straw Dogs raccolse un buon riscontro al botteghino ma diventò oggetto di critiche feroci. Il regista venne accusato di misoginia, apologia della proprietà privata, elogio della brutalità e della legge del più forte, quando non apertamente di fascismo. Il film sembra dimostrare come un uomo all'apparenza innocuo possa avere istinti omicidi dalla funzione liberatoria, in una sorta di esemplificazione di alcune tra le più scioviniste fantasie maschili. In realtà, il punto di vista morale sugli atti di violenza mostrati non è lineare. Per affermare, come pure è stato fatto, che David trae godimento dall'omicidio, che il suo percorso è finalizzato a renderlo un amante capace di soddisfare la propria donna, bisogna interpretare il personaggio come un eroe convenzionale, che affronta un rito di passaggio in grado di renderlo migliore, più forte, più virile. La cosa è poco supportata dall'evidenza del materiale narrativo. È vero che David, dopo avere sterminato gli uomini del branco che teneva sotto assedio la sua abitazione, sorride e si compiace di non conoscere la giusta via. Ma il protagonista sta vagando senza meta nel buio lasciandosi alle spalle una casa e una moglie, cioè tutto ciò per cui fino a quel momento ha dato l'idea di combattere. L'aggressività ha esiti devastanti, distruttivi. La violenza primordiale che affascinava i bambini in The Wild Bunch merita ancora di essere ripresa al ralenti, ma solo per mostrarne l'assenza di potere rigenerativo o liberatorio.
Peckinpah ha più volte dichiarato che David è, con buone probabilità, il peggiore di tutti. Neutralizza la carica sessuale di Amy, ricerca un isolamento dai problemi di coppia, vuole essere lasciato solo e chiede alla donna di occuparsi delle faccende di casa, si dimostra impacciato e prevenuto in ogni pratica di socializzazione con gli abitanti del luogo. Patologica è l'identificazione dell'abitazione con il proprio stesso corpo, come luogo sommamente inviolabile. Il film non mostra la conversione di un uomo di pensiero in un vero uomo d'azione, ma l'incubo scatenato da un soggetto represso che mette le proprie capacità intellettuali al servizio di una logica di sterminio. D'altra parte, è centrale il ruolo di vittima ricoperto da Amy, oggetto di violenza da parte di quasi tutti gli uomini della storia. Peckinpah utilizza parallelismi e immagini subliminali per stabilire un rimando esplicito tra le violenze sessuali compiute da Charlie e la brutalità più indiretta di David.
Malgrado il ricorso al consueto montaggio frenetico, all'uso dei grandangoli alternati ai primi piani, alla moltiplicazione pletorica delle angolazioni eccentriche e a tutti gli espedienti in grado di ottenere un effetto di forte dinamismo spaziale (caratteristiche che tuttora conferiscono alla materia visiva un bassissimo grado di obsolescenza), Peckinpah rimane osservatore distante di una brutalità indagata in tutte le sue implicazioni fisiche, sessuali, emotive, psicologiche. L'idea che possa darsi una forma di violenza legittimata in termini rivoluzionari o anche solo progressisti è messa prestissimo fuori gioco. Quando gli viene chiesto se ha assistito ad atti di violenza sulla scena delle battaglie americane per i diritti civili, David risponde con un laconico "solo nei film europei". Ma illusorie sono anche le speranze del protagonista che pensa di trovare nella vita di campagna, in un paesaggio incontaminato di pace e quiete, lo sfondo ideale al proprio ascetismo sociale. Nel raccontare una storia in cui molte attenzioni e battute di dialogo sono dedicate a gatti, topi, galline e volatili vari, Peckinpah tenta un esperimento di etologia comparata, influenzato da un determinismo biologico di ascendenza darwiniana (filtrato dalla lezione di Konrad Lorenz e di Robert Ardrey) che tradisce una visone a tinte fosche del sociale, una concezione cinica e disillusa dell'aggressività umana.
Interpreti e personaggi: Dustin Hoffman (David Sumner), Susan George (Amy Sumner), David Warner (Henry Niles), Peter Vaughan (Tom Hedden), Sally Thomsett (Janice Hedden), T.P. McKenna (maggiore Scott), Del Henney (Charlie Venner), Ken Hutchison (Norman Scutt), Colin Welland (reverendo Hood), Jim Norton (Chris Cawsey), Donald Webster (Riddaway), Len Jones (Bobby Hedden), Peter Arne (John Niles).
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