BENINCASA, Stefano
Nacque a Firenze nel 1416 e vestì l'abito domenicano in S. Maria Novella circa il 1431. Compì gli studi di filosofia e teologia oltre che a Firenze, a Pavia, a Ferrara ed a Siena. Nel 1445 era sottopriore nel suo convento, quando venne assegnato a uno Studio generale, perché potesse maggiormente perfezionarsi. Già baccelliere, il 21 ag. 1449 gli fu affidato l'insegnamento delle sentenze nello Studio fiorentino, corso necessario al conseguimento dei gradi accademici; tre anni dopo, nel 1452, ottenne la laurea di dottore e fu ammesso con le insegne magistrali nel Collegio dei teologi fiorentini.
Nel 1451 era bibliotecario del convento di S. Maria Novella, di cui nel febbraio del 1453 fu eletto priore, rimanendo nella carica un solo anno. Ma nella sua lunga vita fu poi eletto priore altre tre volte: nel 1466 per la durata di tre anni, nel 1483 per lo spazio di due ami e nel 1488 per la durata di un anno; segno certo della grande stima che godé presso i confratelli. Fu inoltre più volte anche vicario provinciale, definitore al capitolo della provincia, e più anni vicario superiore del monastero di S. Pier Martire e confessore di quelle monache.
Apprezzato nell'ambiente monastico, non lo fu meno all'esterno, tanto che fu scelto da molti cittadini come maestro privato o come direttore spirituale. Al B. sembra sia anche da attribuire la consegna ufficiale dell'abito del Terz'Ordine domenicano regolare ad Annalena Malatesta, vedova di Baldaccio d'anghiari, ed alle sue compagne.
Nel 1466 fu eletto decano del Collegio dei dottori teologi dell'università di Firenze; inoltre più volte rappresentò il convento in qualità di procuratore. Secondo il Biliotti infine (v. Orlandi, Necrologio, II, p. 324), egli avrebbe fatto eseguire un paliotto per l'altare maggiore di S. Maria Novella, nel quale era raffigurato S. Stefano e lui stesso genuflesso ai piedi del santo.
Morì a 75 anni il 2 ag. 1491.
Il B. fu "pulcher scriptor", cioè amanuense, e non sembra che abbia lasciato propri scritti. L'unico codice che oggi testimonia la sua attività di calligrafo è il codice Conv- soppr. F. 4. 66 della Biblioteca Nazionale di Firenze, proveniente da S. Maria Novella, membranaceo di 80 ff., in cui egli trascrisse il trattato per i confessori intitolato Defecerunt di S. Antonino, arcivescovo di Firenze. Nel f. 75 il B. appose così la sua firma: "Explicit liber. deo gratias. die 14 novembris 1466 per manus fratris Stephani Benincasa de fiorentia ordinis predicatorum. Si quis legerit in eo. oret ad dominum Yhesurn Christum. amen".
Bibl.: S. Orlandi, La Biblioteca di S. Maria Novella, Firenze 1952, pp. 17, 23, 67, 68, 69. 71, 72; Id., Necrologio di S. Maria Novella, ibid. 1955, I, p. 193, n. 719; II, pp. 320-24.