Star Wars
(USA 1977, Guerre stellari, colore, 121m, 125m nell'edizione del 1997); regia: George Lucas; produzione: Gary Kurtz per Lucasfilm; sceneggiatura: George Lucas; fotografia: Gilbert Taylor; effetti speciali: John Dykstra; montaggio: Paul Hirsch, Marcia Lucas, Richard Chew; scenografia: John Barry; costumi: John Mollo; musica: John Williams.
In un lontano futuro, in un luogo remoto dello spazio, durante una guerra civile alcuni ribelli hanno trafugato i piani di difesa della Morte Nera, una base spaziale appena costruita dall'Impero Galattico e in grado di distruggere interi pianeti. Capitanate da Lord Darth Vader, le truppe imperiali fanno prigioniera la principessa ribelle Leia, che tuttavia fa in tempo ad affidare i piani rubati (e un messaggio di aiuto) a una coppia di robot. Sfuggiti all'Impero, i due sono catturati da un gruppo di mercanti e finiscono in possesso del giovane Luke Skywalker. Quando uno dei robot si allontana, Luke lo insegue ma, aggredito da alcuni predoni, si salva per intervento del vecchio eremita Ben Kenobi, che si rivela il destinatario del messaggio della principessa. Kenobi spiega a Luke di essere un cavaliere Jedi, antico difensore di una Repubblica che l'Impero ha rovesciato, gli racconta che suo padre è stato ucciso dall'ex Jedi Darth Vader e lo convince a unirsi a lui per portare i piani su Alderaan, pianeta ribelle. I due assoldano Han Solo, un avventuriero spaziale, per farsi accompagnare sul luogo; durante il viaggio, Kenobi inizia Luke alla Forza, il potere mistico degli Jedi. Ma i capi militari dell'Impero inaugurano la Morte Nera distruggendo il pianeta, e costringono la principessa a rivelare l'ubicazione della base ribelle. L'astronave di Han viene risucchiata dalla Morte Nera: Han e Luke liberano la principessa e grazie al sacrificio di Kenobi ‒ che sembra avere la peggio in un duello con Darth Vader ‒ riescono a fuggire e a raggiungere i ribelli. Forti delle informazioni contenute nei piani, gli oppositori dell'Impero lanciano un attacco disperato alla Morte Nera, che si accinge ad attaccare anche il loro pianeta, e Luke, con la copertura di Han, riesce appena in tempo a distruggerla. La navicella di Darth Vader si perde nello spazio e i due eroi vengono celebrati con una cerimonia trionfale.
A quasi tre decenni dalla sua prima proiezione, Star Wars mantiene nella storia del cinema una posizione che invece di affievolirsi tende a consolidarsi nel tempo. Accolto trionfalmente dal pubblico (che gli ha garantito per anni una stabile supremazia nelle classifiche d'incasso) e con divertita benevolenza dalla critica (che compilerà dettagliate esegesi delle fonti di ispirazione del suo autore), il film è diventato rapidamente un fenomeno globale la cui influenza si espande intrecciandosi in mille applicazioni commerciali, complice anche la preveggenza di George Lucas nell'accettare dalla 20th Century-Fox, che ha distribuito il film, un compenso ridotto in cambio di tutti i diritti sul merchandising e sulla possibilità di realizzare sequels. Se l'infinita congerie di giocattoli, fumetti, romanzi, film televisivi, videogiochi, dischi e via dicendo ridefinisce rapidamente una visione del cinema come generatore di trademarks da sfruttare orizzontalmente (una pratica sin qui riservata all'impero Disney e, con modalità e penetrazioni diverse, alla saga di James Bond), il film di Lucas ha imposto all'industria cinematografica nuovi standard tecnologici per il sonoro e la creazione degli effetti speciali (dando vita addirittura a una società specializzata ‒ la Industrial Light and Magic ‒ destinata a un lungo e lucroso monopolio). A ciò si affiancano nuove tattiche di distribuzione: il successo abnorme della pellicola impone la prassi di svuotare la sala fra uno spettacolo e l'altro (rinunciando a una tradizione che consentiva agli spettatori di rivedere il film più volte di seguito con un solo biglietto), avviando lo sviluppo inesorabile della filosofia del blockbuster. Le novità non mancano anche nella strategia su cui si fonda la serializzazione successiva: se è vero che i sequels dei maggiori successi sono una tradizione inveterata del cinema commerciale, Lucas è il primo ad applicare al lungometraggio l'ideologia dei serial anni Trenta, annunciando un piano produttivo pluridecennale che articola la narrazione su ben sei pellicole, tre delle quali sono ambientate in un'epoca cronologicamente anteriore ai fatti narrati da Star Wars. Poiché tale annuncio fa di Star Wars il quarto episodio della saga prospettata, il film viene riproposto vent'anni dopo in una Special Edition col titolo modificato in Star Wars Episode IV: A New Hope. Si tratta di una operazione di ritocco che si estende nello stesso 1997 agli altri due episodi già realizzati (The Empire Strikes Back ‒ L'impero colpisce ancora, Irvin Kershner 1980, e Return of the Jedi ‒ Il ritorno dello Jedi, Richard Marquand 1983), modificati in alcuni dettagli tecnici e arricchiti di nuovi effetti speciali e scene tagliate al montaggio.
Al di là di tutti questi fattori ‒ imprescindibili per la valutazione della sua portata storica ‒ Star Wars va considerato soprattutto come film-pioniere, decisivo nello sdoganamento di generi cinematografici da tempo relegati alla serie B e da questo momento destinati a dominare il mercato. Frutto dichiarato dell'amore di Lucas per i miti avventurosi della sua infanzia, il film sa canalizzare la nostalgia evitando deliberatamente i rischi di uno sterile citazionismo e puntando invece alla palingenesi del mito: la vena di ironia che pure accompagna il racconto non ne mina affatto le fondamenta, intrise di un misticismo che suona come precisa reazione ai toni problematici e talora cinici della fantascienza del decennio precedente. Ma il film è anche uno straordinario contenitore di suggestioni culturali, per la gioia degli esegeti puntigliosi, che non si accontentano di lasciarsi sopraffare dalla cristallina fluidità dell'avventura e dalla grandiosità dello spettacolo: Lucas lascia affiorare, dietro un escapism a tutt'oggi incontrastato, una cultura fiabesca che coinvolge tradizioni russe, occidentali e greco-romane, romanzi cavallereschi, fumetti, cinema di genere. Tutto ciò contribuisce a fare di Star Wars il capostipite del film post-moderno d'avventura.
Interpreti e personaggi: Mark Hamill (Luke Skywalker), Harrison Ford (Han Solo), Carrie Fisher (principessa Leia Organa), Peter Cushing (Grand Moff Tarkin), Alec Guinness (Ben 'Obi-Wan' Kenobi), Anthony Daniels (See Threepio 'C3PO'), Kenny Baker (Artoo Detoo 'R2D2'), Peter Mayhew (Chewbacca), David Prowse (Lord Darth Vader), Jack Purvis (Chief Jawa), Eddie Byrne (generale Willard).
R. Benayoun, L'horizon retrouvé, in "Positif", n. 197, septembre 1977.
J. Rosenbaum, The solitary pleasures of 'Star Wars', in "Sight & Sound", n. 4, Autumn 1977.
S. Le Péron, L'Amérique sans peur et sans reproche, in "Cahiers du cinéma", n. 283, décembre 1977.
F. La Polla, Lucas e Spielberg: quando hai visto un'astronave di plastica le hai viste tutte, in "Cinema e cinema", n. 15, aprile-giugno 1978.
D. Wood, The stars in our hearts. A critical commentary on George Lucas' 'Star Wars', in "Journal of popular film and television", n. 3, 1978.
A. Gordon, 'Star Wars': a myth of our time, in "Literature/Film quarterly", n. 4, Fall 1978.
L. Roth, Bergsonian comedy and the human machines in 'Star Wars', in "Film criticism", n. 2, Winter 1979/80.
R. Hein, C. Saisset, La chevalerie dans les étoiles, in "Cahiers de la cinémathèque", n. 42-43, été 1985.
G. Jenkins, Empire Building. The remarkable real life story of 'Star Wars', London 1997.
G. Sergi, Tales of the silent blast. 'Star Wars' and Sound, in "Journal of popular film and television", n. 1, Spring 1998.
A. Lancashire, 'The Phantom Menace': repetition, variation, integration, in "Film criticism", n. 3, Spring 1999.
Sceneggiatura: 'Star Wars': The scripts, London 1995.