NEUMANN, Stanislav
Poeta e giornalista cèco, nato a Praga il 5 giugno 1875.
Le sue prime raccolte di versi risentono ideologicamente l'influsso di S. Przybyszewski e del Nietzsche, ma ben presto dal suo originario individualismo quasi aristocratico si andò orientando verso l'anarchismo politico (nel 1897 fondò la rivista anarchica Novü Kult). Se ancora nella raccolta Kniha lesu, vod a strání (Libro dei boschi, delle acque e dei pendii, 1914) si afferma una nota di sensualità pagana, i suoi Nové zpĕuy (Canti nuovi, 1918) rappresentano l'apologia della metropoli moderna e delle macchine: vi si sente più volte l'eco del Marinetti, anche se sarebbe erroneo qualificare il N. per futurista. I suoi versi del dopoguerra sono più che altro tentativi di poesia sociale, volutamente a tesi. Nel volume in prosa Bragožda (1928), contenente le impressioni del N. sulla guerra mondiale (fronte di Macedonia), il N., già completamente maturo, sembra essersi liberato dall'enfasi e dalla retorica che appesantiscono spesso la sua produzione giovanile. La sua monografia sul Robespierre (1927) non manca di vivacità e talvolta di acume, pur essendo più che altro una compilazione.