SPIRITISMO (ingl. spiritualism)
Questo termine ha tre principali significati, può cioè indicare: 1. un sistema mistico-religioso fondato da Allan Kardec (v.); 2. un movimento mondiale che prende origine dallo spiritismo kardechiano, ma che non segue necessariamente e in tutto gl'insegnamenti del fondatore; 3. una particolare ipotesi interpretativa dei fenomeni studiati dalla ricerca psichica (v. psichica, ricerca), o di parte di essi.
Storia. - Le origini storiche dello spiritismo sono comuni con quelle della ricerca psichica, anche se questa se ne sia resa ben presto indipendente. Nel 1846 un certo M. Weakman era stato testimone, nella sua casa di Hydesville, presso New York, di strani fenomeni, specialmente acustici, e ne era stato colpito a tal segno da risolversi ad abbandonarla. Nella casa venne in seguito ad abitare (1847) la famiglia Fox, composta dai coniugi e da due figlie: Margaret, di 15 anni, e Kate, di 11. Ripetendosi le manifestazioni, specialmente nella forma di colpi battuti (raps) nelle pareti, venne in mente a Kate Fox di chiedere al misterioso percussore la ripetizione di un determinato numero di colpi, avendo essa formulato l'ipotesi che i fenomeni potessero essere dovuti allo "spirito disincarnato" di un defunto. Essa venne soddisfatta, e di conseguenza cominciarono a stabilirsi tra le due sorelle e il presunto "spirito" vere e proprie conversazioni. Le risposte dello "spirito" venivano date mediante un alfabeto convenzionale. Lo "spirito" asseriva di essere stato vittima di un assassinio, e che il suo cadavere era stato sepolto nella cantina di quella casa (questo particolare venne riconosciuto esatto molti anni dopo). L'interesse morboso suscitato da tali fatti, e le noie avute dalla famiglia Fox, costrinsero quest'ultima ad abbandonare Hydesville e a trasferirsi a Rochester (1848). Ma il mutamento d'ambiente non fece cessare i fenomeni. Sempre col concorso delle sorelle Fox, le comunicazioni con i presunti "spiriti" vennero ristabilite mediante colpi battuti dal piede di un tavolino, secondo un alfabeto assai semplice escogitato da un certo I. Post, un riformatore antischiavista misticheggiante. Da Rochester la famiglia Fox emigrò poi in Inghilterra. e in tal modo varcò l'oceano la passione per i "tavolini parlanti" o "semoventi", che già era divampata rapidissimamente in America, estendendosi dalla gente incolta a molte notevoli personalità della scienza e della politica.
Indipendentemente dai fatti accennati, e dalla loro attendibilità (attendibilità su cui poi doveva venire chiamata a pronunciarsi l'indagine scientifica; v. psichica, ricerca), non è difficile rendersi conto delle circostanze ambientali che poterono favorire lo sviluppo del primo spiritismo americano. Nell'America di allora, lanciata verso una concezione attivistica e pragmatistica dell'esistenza, si facevano già tuttavia luce diffuse e non ben consapevoli esigenze volte a una spiritualizzazione del concreto quotidiano: esigenze peraltro alquanto ibride, che da un lato non riuscivano, per essenziale incapacità, a pensare a fondo le loro proprie formulazioni, e che dall'altro rimanevano fatalmente ancorate a una visione antropomorfica e causalistica dei massimi problemi. Tali esigenze, per ciò che nel campo speculativo più si avvicina allo spiritismo, vennero specialmente sentite e tradotte in opere dallo scrittore "spiritualista" A. J. Davis (1826-1910), la cui influenza fu e rimase notevolissima su tutto il movimento spiritistico nordamericano. Ma alcune di esse (reazione contro la desolante Weltanschauung del vecchio materialismo, aspirazione a un "credo" che fosse tuttavia più facilmente accessibile e difendibile che non quello delle religioni dogmatiche, desiderio sempiterno di negare la morte individuale e di mantenere comunque un legame affettivo con le persone care scomparse) dovevano assicurare la diffusione del verbo spiritistico anche oltre il terreno da cui esso era primamente scaturito.
Ma come ogni movimento a carattere ideale e innovatore, lo spiritismo doveva trovare chi facesse proprie le sue vaghe aspirazioni, e nello stesso tempo sapesse fortemente articolarle, trasformando in schemi sistematici e programmatici quanto ancora si trovava nello stato nebuloso e informe, proprio alla prima ondata sentimentale. Occorreva, insomma, un legislatore: e questo fu ben presto trovato nella persona di Allan Kardec, il quale, dopo appena un decennio dalle prime manifestazioni di Hydesville, si sentiva chiamato dagli stessi "spiriti" a compiere al tempo stesso opera di messia e di evangelista. Valendosi di parecchi medium (v.), come vennero chiamati gl'individui che, a somiglianza delle sorelle Fox, si riteneva servissero di tramite fra il mondo degli "spiriti" e quello degli uomini, il Kardec tracciò con ferma fede e senza esitazione le linee definitive dell'edificio spiritistico. Nel 1857 appariva Le livre des esprits; l'anno appresso il Kardec fondava la Société parisienne d'études spirites, e la Revue spirite che si pubblica tuttora; nel 1861 pubblicava Le livre des médiums; e una serie di altri volumi di maggiore o minore importanza completava la sua opera. Accanto agli scritti del Kardec, varie altre opere rimaste classiche per lo spiritismo si venivano pubblicando nei varî paesi: alcune accentuando il carattere mistico-religioso del movimento, altre invece insistendo sul suo sorgere, quale complesso d'interpretazioni inevitabili, dal terreno dell'accertamento sperimentale. E andavano parimenti costituendosi le varie associazioni spiritistiche (o, come talvolta fu detto adottando l'impropria terminologia inglese, "spiritualistiche"), nazionali e internazionali. La principale associazione che collega anche oggi molte singole società nazionali è la Fédération spirite internationale, con sede a Parigi.
Gli scopi perseguiti dalla federazione sono, secondo il testo delle sue stesse dichiarazioni ufficiali, i seguenti: 1. la creazione e il mantenimento di legami di fraternità fra gli spiritisti di tutto il mondo, indipendentemente dalla loro razza, lingua e nazionalità; 2. lo studio comune dello spiritismo e materie affini sotto i punti di vista scientifico, filosofico, morale e religioso; 3. la propaganda e la diffusione di tali studî e dei fatti relativi alle scienze psichiche: l'insegnamento reciproco e la pratica della solidarietà, che è la base morale dello spiritismo.
Sotto gli auspici della Federazione spiritistica internazionale sono stati tenuti sinora cinque congressi internazionali: a Liegi (1923), a Parigi (1925), a Londra (1928), a L'Aia (1931) e a Barcellona (1934). Nei paesi in cui lo spiritismo ha conservato (almeno per larghe masse di aderenti) un carattere religioso, esistono, oltre a numerose società, anche molte vere e proprie "chiese", con particolari riti e preghiere (così specialmente in Inghilterra e negli Stati Uniti). In altri paesi, invece, come per esempio in Francia, lo spiritismo, pur costituendo una fede, ha minore carattere confessionale e prescinde generalmente da qualsiasi manifestazione liturgica.
Il numero degli spiritisti, accresciutosi enormemente durante la guerra mondiale per evidenti ragioni sentimentali, è tuttora in aumento, e si può calcolare, molto approssimativamente s'intende, a una quindicina di milioni d'individui sparsi in tutto il mondo.
Dottrina. - Poiché, come abbiamo accennato, la parola spiritismo può intendersi tanto in senso sistematico quanto in quello d'ipotesi interpretativa di un gruppo di fenomeni studiati dalle ricerche psichiche, si distingueranno qui due gruppi d'ideologie, a seconda che ci si riferisca all'uno o all'altro senso del vocabolo.
1. Secondo lo spiritismo-sistema, e in base alle enunciazioni sia del Davis, sia del Kardec, l'uomo consta di tre principî: a) un corpo fisico, semplice veicolo per le manifestazioni dell'individuo durante il suo passaggio sulla terra, che si dissolve con la morte; b) un "corpo fluidico" (perispirito secondo la denominazione kardechiana), per cui sono rese possibili alcune manifestazioni paranormali dei viventi (come le apparizioni a distanza, la bilocazione, ed in genere i fenomeni medianici di carattere fisico), e per mezzo del quale i defunti, che lo conservano (almeno sino ad un certo grado della loro presunta "evoluzione"), comunicherebbero con quelli; c) uno "spirito" indistruttibile e perfettibile. Come è noto, una simile tripartizione dell'individualità umana non è concezione legata allo spiritismo come tale: essa ha le sue radici sia in varî sistemi filosofico-religiosi orientali, sia nella filosofia ellenistica grecoromana, e particolarmente nel neoplatonismo (Plotino).
Il già citato articolo 3 della Federazione spiritistica internazionale definisce nel modo seguente sia la dottrina ora esposta, sia gli altri fondamenti dello spiritismo kardechiano: a) esistenza di Dio, causa suprema di ogni cosa, principio astratto senza carattere antropomorfico; b) esistenza dell'anima (o spirito) legata al corpo fisico, durante la vita, da un elemento intermediario: il perispirito o corpo fluidico; c) immortalità dell'anima inseparabile dal suo corpo fluidico; d) comunicazione, per mezzo del medianismo, tra il mondo visibile e quello invisibile, tra gli spiriti incarnati (viventi) e quelli disincarnati (defunti); e) continua e progressiva evoluzione degli spiriti verso la perfezione, attraverso molteplici manifestazioni sensibili; f) responsabilità individuale con applicazione della legge di causalità.
A queste concezioni potrebbero aggiungersi moltissimi altri spunti dottrinali, ai quali però non tutti gli spiritisti necessariamente aderiscono: così, per es., la presenza, per ogni individuo, di uno "spirito-guida", che lo consiglia e l'assiste; il pericolo che "spiriti inferiori" possano turbare le comunicazioni medianiche (onde la norma che non si deve credere ciecamente ai "messaggi" medianici, ecc.). Una vastissima letteratura, tuttavia, fondata sulle anzidette "comunicazioni" medianiche, ci dà ampî ragguagli sul trapasso degli "spiriti" dal loro stato di "incarnazione" all'al di là, sul modo di esistenza dei "disincarnati" nelle varie "sfere" che costituiscono l'universo ultrasensibile (si hanno al riguardo molte descrizioni nettamente antropomorfiche e geomorfiche), sul perfezionamento progressivo conseguito in tali sfere dagli spiriti, i quali aiutano a loro volta l'umanità a fare lo stesso, ecc.
Un punto controverso nello spiritismo-sistema è quello che si riferisce alla "reincarnazione": ammessa unanimamente dagli spiritisti kardechiani, respinta invece quasi altrettanto unanimamente da quei gruppi di spiritisti (anglosassoni, nordamericani) che non derivano direttamente dal Kardec, questa dottrina proviene allo spiritismo dalle antiche credenze orientali, e specialmente indiane, relative alla metempsicosi, riaffermate presso a poco nella medesima epoca, e ancora più fortemente, da correnti affini allo spiritismo, e principalmente dalla teosofia (v.) blavatskijana. Gli spiritisti che vi aderiscono ritengono che gli "spiriti", almeno sinché non hanno raggiunto un alto grado di evoluzione, tornino a "incarnarsi" in spoglie umane, per un'ulteriore esperienza nella via verso la perfezione.
2. Se tali sono i lineamenti dello spiritismo-sistema, tutt'altra cosa è l'ipotesi spiritica, considerata come ipotesi interpretativa di quei fenomeni paranormali (medianici e affini: v. psichica, ricerca), che secondo alcuni non saprebbero spiegarsi in base a ipotesi naturalistiche. In un primo periodo, che coincide con il primo sorgere e affermarsi del movimento spiritistico, tale ipotesi fu applicata a quasi tutte le manifestazioni del medianismo, le quali venivano così pressoché invariabilmente attribuite all'intervento - attraverso i medium - dei presunti "spiriti" disincarnati. In seguito, i progressivi accertamenti di molti fenomeni, e in particolar modo gli studî sull'automatismo psicologico, sui processi psichici inconsci (v. psicoanalisi), sulle "personalità alternanti", sull'ectoplasma, sulle possibilità assai vaste della conoscenza paranormale (v. chiaroveggenza; telepatia, ecc.), hanno notevolmente ristretto il campo a cui, secondo alcuni, solo l'ipotesi spiritica rimane applicabile, e parecchi tra gli spiritisti più colti (poiché lo spiritismo ha annoverato o annovera tra i suoi aderenti scienziati e studiosi come R. Hare, A. R. Wallace, A. Aksakov, C. Flammarion, E. Bozzano, R. Hodgson, A. Brofferio, C. Lombroso, O. Lodge, F. W. H. Myers, J. Hyslop) hanno largamente ammesso l'ipotesi "animistica" (ossia naturalistica) accanto a quella spiritica, cercando di tracciare i lineamenti di uno "spiritismo scientifico" che anche oggi è ben vivo e si afferma nelle opere, per esempio, di un Oliver Lodge, o, per quanto riguarda l'Italia, in quelle di un Ernesto Bozzano.
Pur se taluni di questi spiritisti usano dichiarare che "l'animismo prova lo spiritismo" ossia che gli stessi fenomeni, i quali evidentemente non necessitano alcun intervento di "spiriti", tendono tuttavia a comprovare che l'individualità psichica non è necessariamente legata all'organismo somatico, e dovrà quindi sopravvivere dopo la dissoluzione di questo, gli argomenti più forti a favore dell'ipotesi spiritica consistono nell'enunciazione di alcune categorie di fenomeni che appaiono assai più facilmente spiegabili per mezzo di essa che non per mezzo di qualsiasi ipotesi naturalistica; e inoltre, nella considerazione di alcuni tipici "andamenti" dei processi medianici, quali il fatto che questi si svolgono "come se" provenissero da "entità" defunte, il carattere autonomo delle personalità comunicanti, e prove d'identità che queste dànno, talune manifestazioni spontanee in relazione con eventi di morte, ecc. Il Bozzano, in particolare, ha elencato e commentato ben undici categorie di fenomeni paranormali, che a suo avviso sarebbero inesplicabili con le teorie puramente naturalistiche.
Le controversie e le discussioni pro e contro l'ipotesi spiritica sono ancor oggi in pieno fervore, e si valgono di ogni sorta di argomentazioni. Alcuni critici si appoggiano su considerazioni aprioristiche, notando specialmente che invano si cerca e si cercherà una linea d'intersezione tra due piani dell'essere i quali, per ipotesi, sono l'uno dall'altro disgiunti, o che l'accettazione di ciò che per definizione sta di là dalla sfera del fenomenico implica sempre un atto di fede, che come tale esula da qualsiasi dimostrazione razionale. Altri critici si pongono invece il problema come squisitamente scientifico, e cercano di dimostrare: a) come il fatto che talune categorie di fenomeni, altra volta dichiarati roccaforte dell'ipotesi spiritica, vengano oggi riconosciuti, dagli stessi spiritisti, come naturalisticamente interpretabili, permetta d'inferire che anche quelli che vengono attualmente proclamati "fenomeni irriducibili" non saranno più tali un giorno; b) che essendo ancora, per molta parte, la ricerca psichica sperimentale nella sua fase di accertamento, ed essendo tuttora assai scarsa la conoscenza dei processi psichici e psicofisiologici che presiedono anche ai più noti tra i fenomeni paranormali, è vano e prematuro arrischiare ipotesi che implicano necessariamente l'abbandono del piano di ricerca scientifica, e che portano il ricercatore non già dal noto, ma dal malnoto verso l'ignoto. A ciò gli spiritisti oppongono, oltre alle obiezioni già accennate, anche il fatto che nessuna ricerca puramente scientifica è riuscita o riuscirà a dare ragione del vasto assieme di fenomeni paranormali che invece con l'ipotesi spiritica si armonizzano e si giustificano pienamente. È vano negare, infatti, che per ora non possono opporsi all'ipotesi spiritica se non argomentazioni parziali (si osserva sovente che molti avversarî di questa ipotesi o trascurano i fatti, o di fronte ad alcuni di essi assumono un atteggiamento ambiguo, tipico esponente di una "resistenza" a far entrare nel proprio orizzonte psichico elementi che scuoterebbero una convinzione aprioristicamente formata), e che manca tuttora una teoria naturalistica complessiva e completa che inquadri e spieghi, senza tener conto dell'ipotesi spiritica, i fatti che la ricerca psichica ha sinora sperimentalmente accertato.
3. Un cenno a parte meritano da ultimo taluni punti di vista, in base ai quali lo spiritismo esulerebbe comunque da una considerazione strettamente scientifica. Così, per es., quello di taluni esponenti del cattolicismo, secondo i quali molte manifestazioni che gli spiritisti considerano come dovute a "disincarnati", sarebbero invece dovute a intervento diabolico. Così il punto di vista della moderna teosofia, secondo la quale in certe sedute medianiche si manifesterebbero non già le anime dei defunti, bensì le loro "spoglie fluidiche" ("gusci" svuotati, clichés astrali): simulacri, cioè, che hanno solo un'apparenza di personalità; oppure addirittura "entità" di ordine extraumano ("elementali, elementini, lemuri", ecc.), il cui intervento sarebbe comunque sempre a danno di coloro che li evocano. A interpretazioni del genere accedono inoltre varie moderne scuole "occultistiche", secondo le quali i presunti "disincarnati" non sarebbero se non residui, labili aggruppamenti di requisiti individuali di questo o quel defunto, destinati a scomparire dopo un periodo, più o meno breve, di esistenza larvale.
Lo spiritismo, comunque considerato, non sembra potersi relegare senz'altro fra le superstizioni o le ubbie; quale credenza di tipo religioso, rappresenta la reviviscenza moderna di "credi" antichi quanto l'uomo; quale interpretazione di fenomeni ancora oscuri della personalità umana, è un'ipotesi che il futuro s'incaricherà di sminuire o di avvalorare.
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