SPA (A. T., 44)
Città del Belgio, situata nel territorio boscoso delle Ardenne a 258 m. di altitudine, appartenente all'arrondissement di Verviers. È celebrata per le sue acque minerali. Le due sorgenti principali, che forniscono la cosiddetta acqua di Spa largamente esportata, sgorgano entro lo stesso abitato urbano; un'altra quindicina negli immediati dintorni. La località è abbellita da grandiosi stabilimenti, belle passeggiate, pittoreschi dintorni; vanta industrie di lavori in legno. Conta 8170 abitanti (1930).
Le sorgenti di Spa emettono acque ferruginose (da 55 a 112 milligrammi di bicarbonato di ferro per litro) ricche d'acido carbonico, fredde, usate per bevanda e bagni. Vi si preparano anche dei fanghi ferruginosi. Sono indicate per stati anemici, convalescenze, atonie nervose, dispepsie, affezioni ginecologiche, forme cardiovascolari, reumatismo.
Storia. - La città appare nel sec. XIV come un piccolo villaggio del marchesato di Franchimont (principato episcopale di Liegi). I suoi abitanti erano dediti all'industria del ferro, industria che decadde alla fine del sec. XVII. Al principio del sec. XVI, le sue acque divennero famose e cominciarono ad attirare visitatori di riguardo. Nel 1565 fu quivi preparato il compromesso dei nobili (v. gueux). La celebrità delle sue acque aumentò di molto dopo la prima analisi chimica fatta, nel 1607, dall'italiano Andrea Trevigi, medico dell'arciduca Alberto. Fin dal sec. XVII Spa diventa in Inghilterra nome comune, per indicare una sorgente termale. Alla fine del sec. XVIII si cominciano a Spa le cure dei bagni, e la città diventa un centro di villeggiatura ricercato dall'alta società di tutti i paesi d'Europa, anche per le sue corse di cavalli e per i suoi giuochi. Dopo un periodo di decadenza, durante il dominio francese (1794-1814), la città riprese a prosperare nel sec. XIX.
Bibl.: A. Body, Esquisse de l'histoire de Spa, Spa 1907.
La conferenza di spa. - Ebbe luogo dal 5 al 16 luglio 1920 e vi parteciparono i delegati d'lnghilterra, Francia, Italia, Belgio, Giappone, Polonia e Germania. La novità più importante fu la partecipazione, su un piede di formale eguaglianza, della delegazione tedesca, per esaminare le modalità pratiche di applicazione delle condizioni di pace, fra cui la più importante era quella delle riparazioni.
La conferenza di Spa fu preceduta da una serie di conferenze preparatorie: di Hythe (15-17 maggio 1920), di Boulogne (21-22 giugno), di Bruxelles (2-3 luglio).
Alla conferemza di Spa, che fu preceduta da un memorandum tedesco che richiamava l'attenzione degli Alleati sulla miseria che affliggeva la Germania, si palesarono forti contrasti, che a un certo momento minacciarono di mandare a monte la conferenza: il 13, col rifiuto delle proposte tedesche sul carbone, questa fu sospesa, e furono convocati d'urgenza a Spa Foch, Wilson e Degoutte per discutere le immediate misure militari da prendersi contro la Germania. Ripresa il 15, gli Alleati consegnarono alla delegazione germanica il protocollo definitivo sul carbone, firmato il giorno dopo. E così tanto il protocollo sul disarmo (9 luglio) quanto quello sul carbone (16 luglio) furono imposti ai Tedeschi con la minaccia dell'occupazione della Ruhr, menzionata esplicitamente nei protocolli stessi.
I risultati della conferenza furono i seguenti:
a) Fu deciso definitivamente che i Tedeschi, accusati di aver violato gli usi e le leggi di guerra, e che, secondo il trattato, avrebbero dovuto esser giudicati dai tribunali militari alleati, fossero deferiti, invece, alla corte suprema. di Lipsia.
b) Disarmo. La Germania non aveva ridotto le sue forze militari al livello ed entro il termine stabilito, sia per la mancanza di tempo, sia per le preoccupazioni circa il mantenimento dell'ordine pubblico. Gli alleati imposero la raccolta e consegna di tutte le armi, l'abolizione della coscrizione, l'esecuzione delle altre clausole navali e aeree. Solo a questi patti veniva concesso alla Germania di ridurre l'esercito fino a 150 mila uomini entro il 1° ottobre, e a 100 mila entro il 1° gennaio 1921. Queste condizioni vennero eseguite dalla Germania.
c) Carbone. La Germania si impegnò a consegnare 2 milioni di tonnellate al mese per sei mesi, dietro accreditamento in conto riparazioni al prezzo interno tedesco. Ma per incoraggiare e aiutare i minatori tedeschi ad aumentare la produzione, le potenze che ricevevano il carbone dovevano pagare un premio di 5 marchi oro da impiegarsi esclusivamente nell'acquisto all'estero di generi alimentari per i minatori tedeschi. Inoltre, per agevolare gli approvvigionamenti per l'intera popolazione, gli Alleati acconsentivano a fare alla Germania un prestito per un importo eguale alla differenza fra il prezzo del carbone sul mercato interno tedesco e quello di esportazione. Questo sistema si mostrò efficace.
d) Riparazioni. Nessun risultato si ottenne sulla fissazione di esse, e la cosa venne rimandata a un'altra conferenza. Risultati concreti e definitivi vennero, invece, raggiunti sull'importante e delicata questione della ripartizione delle riparazioni fra gli Alleati. E così su quelle dovute dalla Germania la Francia aveva il 52%, l'Impero britannico il 22, l'Italia il 10, il Belgio l'8, il Giappone e il Portogallo il 0,75 ciascuno, e il rimanente 6,5 veniva distribuito fra la Iugoslauia, la Romania, la Grecia e altri. Quelle dovute dall'Austria, dall'Ungheria, e dalla Bulgaria, venivano ripartite per metà come quelle della Germania, dell'altra metà il 40% spettava all'Italia, il rimanente alla Iugoslavia, Romania, Grecia e altri. Inoltre venivano stabilite tutte le modalità di questa ripartizione.
Per queste ultime deliberazioni però la conferenza di Spa si deve considerare come conferenza del Consiglio supremo degli Alleati, alla quale si devono decisioni su altre questioni ancora.
a) Il 12 luglio venne stabilito di non tenere più il plebiscito nel distretto di Teschen, conteso fra Polonia e Cecoslovacchia, e affidare alla conferenza degli ambasciatori il compito di delimitare la frontiera (la decisione si ebbe il 28 luglio e fu accolta nel trattato cecoslovacco-polacco, del 29 novembre 1920).
b) L'11 luglio, rispondendo a un appello del governo polacco, fu proposto un armistizio nella guerra russo-polacca, al quale avrebbe dovuto seguire una conferenza per la pace a Londra. La proposta non ebbe seguito, perché allora la Russia contava sulla vittoria militare.
c) Furono esaminate e nella massima parte rigettate le obiezioni del governo turco al trattato di Sèvres.
La ripartizione delle riparazioni interessava grandemente anche l'Italia e la sua delegazione riuscì ad assicurarsi notevoli vantaggi. Anzitutto ottenne il 10% sulle riparazioni tedesche, mentre fino allora si era trattato del 7,5%. Inoltre, non credendo al paganento di forti somne in danaro e a lunga scadenza, cercò di ottenere presto beni di necessità e di uso urgente, invece di pagamenti lontani; e che le consegne di questi beni fossero libere da qualsiasi obbligo, sia del rimborso per le spese di occupazione dei territorî nemici, sia dalle spese per la guerra di liberazione, a cui erano obbligati tutti gli stati che avevano avuto territorî austro-ungarici; infine ottenne che la marina austro-ungarica non dovesse lasciare i porti allora divenuti italiani, ossia che la Francia e l'Inghilterra cedessero all'Italia la loro quota della marina mercantile austriaca.
Bibl.: J. M. Keynes, La revisione del Trattato, Roma 1922; A. J. Toynbee, Survey of Internationals Affairs, 1920-23, Londra 1927.