sottosviluppo
In economia, la situazione di grandi aree geografiche (spec. i Paesi del Terzo mondo), di singoli Paesi o di zone limitate di un Paese, in cui si registra una crescita economica costantemente inferiore a quella che si verifica in altri Paesi (spec. in quelli a capitalismo avanzato) o nel complesso dell’economia nazionale; si manifesta nel basso livello dei consumi, misurato convenzionalmente attraverso il reddito medio pro capite (anche se tale indicatore è ritenuto solo parzialmente attendibile), e, in alcuni casi, nelle condizioni di povertà assoluta in cui versa gran parte della popolazione, ma più precisamente caratterizzato per l’impiego di tecniche produttive arretrate, per la bassa produttività del lavoro (spec. nel settore primario), per la scarsa disponibilità di capitale. Tale situazione è stata spiegata in modi diversi: come effetto di cause interne, di carattere economico (quali la scarsità di risorse naturali, lo squilibrio nella distribuzione del reddito tra settore primario e settore secondario), politico (la presenza di istituzioni politiche e gruppi di potere che ostacolano la formazione di una classe imprenditoriale) o culturale (quali spec. lo scarso sviluppo e la limitata diffusione di conoscenze tecniche e scientifiche); ovvero come risultato di fattori esterni, riconducibili soprattutto ai meccanismi che regolano i rapporti di scambio tra Paesi sviluppati e Paesi sottosviluppati, consentendo ai primi di trarre vantaggi considerevoli a danno dei secondi.
Si veda anche Problemi storici del sottosviluppo