Nome comune del genere Sorghum della famiglia Poacee (compreso un tempo nel genere Andropogon) e particolarmente delle specie coltivate, tra le quali Sorghum vulgare (v. fig.), coltivato in tutti i paesi caldi come cereale, le cui diverse forme sono derivate per ibridazione da vari tipi africani. Tutti i tipi di s. si prestano alla coltura foraggera per erbaio; essi contengono però, in maggior quantità nelle piante giovani, un glucoside cianogenetico, la durrina, che può dare disturbi al bestiame. Il s. era noto all’antichità greco-romana, ma acquistò importanza economica in Europa soltanto nel 18° secolo.
La produzione mondiale di s. ha avuto negli ultimi 20 anni un andamento pressoché costante, mantenendosi mediamente tra i 60 e i 65 milioni di t annue. Nel 2008 la produzione è stata di 65,5 milioni di t, su una superficie coltivata di quasi 45 milioni di ha, con una resa unitaria media di 1,4 t/ha. I principali paesi produttori sono, nell’ordine, gli Stati Uniti (11,9 milioni di t nel 2008), la Nigeria (9,3), l’India (7,9), il Messico (6,6) e il Sudan (3,8).