SOLI (Σόλοι οἳ Κιλίκιοι)
Città costiera della Cilicia, pochi chilometri a E del fiume Lamas (l'antico Latmus), originariamente una colonia fenicia su cui, intorno al 700 a. C., si sovrappose una colonia greca, forse rodia.
Secondo Hekataios la prima menzione letteraria ne è in Senofonte (Anab., i, 2, 24). Conquistata dai Persiani godette sotto il loro dominio di una relativa autonomia, tanto che poté coniare monete fin dal 450 a. C. Alessandro Magno vi collocò una guarnigione, pretese un tributo di duecento talenti e con una nuova costituzione affidò il potere al popolo per estromettere, probabilmente, l'aristocrazia filopersiana. Sotto il potere dei Seleucidi conobbe la sua massima fioritura intellettuale col dare i natali ad Arato, autore di poemi di astronomia (310-240 a. C.) e allo stoico Crisippo (280-205 a. C.). Nel I sec. decadde il potere dei Seleucidi e molti degli abitanti di S. furono trasferiti da Tigrane di Armenia nella nuova città di Tigranocerta (83 a. C.). S. risorse a nuova vita col dominio romano, quando Pompeo la ribattezzò col nome di Pompeiopolis (66 a. C.).
Le rovine di S. furono descritte da E. Beaufort (Karamania or a brief Description of a South Coast of Asia Minor, Londra 1818, pp. 249-265) e da W. B. Barker (Lares and Penates or Cilicia and its Governors, Londra 1853, pp. 130-132, 135-136), ma da allora molto è ancora andato distrutto, poiché S. servi sistematicamente da cava per la vicina Mersin. Restano solo, adesso, ventitré delle duecento colonne di una monumentale via porticata larga m 14,50. Le colonne, alte circa m 8,50, rastremate, il cui interasse misura m 3,85 e il diametro dei fusti circa 1 m, sono corinzie e composite e hanno il fusto formato da quattro o cinque rocchi. I capitelli corinzî hanno caulicoli che si riuniscono sotto l'abaco; di quelli compositi alcuni presentano leoncini nelle fronti e aquile negli angoli, altri figure umane fra le forme vegetali (Diana, Dioscuro, Giove, Serapide, Atena, Hera?, Hades?, Ares?, Eracle, Tyche di Soli?). L'abaco di alcuni capitelli è scanalato. A circa m 3,30 dal piano antico su alcune colonne si trova una mensola che doveva reggere una statua, secondo un uso consueto in altre città orientali (Heliopolis, Palmira, Apamea, Olbia, ecc.). La grande via colonnata è datata al II sec. d. C. (alcune colonne, però, sono del III sec.) e costituiva l'asse primario di un monumentale complesso urbanistico unitario, che comprendeva anche un porto artificiale di forma ovale con i lati lunghi e rettilinei a O e ad E e absidati a S e a N. L'entrata del porto si trovava al centro del lato S, ove una scalinata di sbarco immetteva in una agorà, in cui sfociava la grande via colonnata che traversava tutta la città e terminava ad una porta. I moli, che servivano da lungomare, fungevano anche da mura di chiusura del porto; erano larghi 16 m e alti più di due ed erano formati da una massicciata foderata di blocchi calcarei legati da grappe in ferro. Scarsissimi resti sono ancora visibili di un teatro costruito su una collina artificiale, delle mura di cinta, che erano rinforzate da torri, e di un acquedotto. Il Barker riconobbe ancora il sito di un anfiteatro. Nella campagna sono tombe e sarcofagi sparsi che attestano lo splendore e l'estensione della città. Su una collinetta vicino al mare sono state rinvenute tracce di abitati preistorici e micenei.
La monetazione di S. inizia verso il 450 a. C. sotto il dominio persiano; le monete più antiche (450-386 a. C.) presentano sul diritto un arciere, la testa di Atena o Dioniso e sul rovescio l'iscrizione in greco, un quadrato incuso o un grappolo d'uva; quelle del IV sec. Eracle, Atena o Ba'al sul diritto e sul rovescio l'iscrizione in aramaico o in greco. Le monete di Alessandro hanno Atena o Ba'al seduto, quelle dei Seleucidi Afrodite sul toro, Dioniso, la rosa, la cornucopia, Artemide, Atena, la civetta, Helios, la città, i Dioscuri, l'aquila. Le monete di Pompeo presentano la testa di Pompeo; segue la monetazione imperiale della quale esistono scarsi esemplari. Fra questi singolare un grande bronzo di Antonino Pio, commemorativo del duecentonovesimo anno della fondazione della città, con la rappresentazione del porto di S. con una statua di divinità sdraiata su una base, e un'altra, pure dello stesso anno (142 d. C.), evidentemente anch'essa commemorativa, con il ritratto di Pompeo al posto di quello dell'imperatore, entrambi nella Collezione Newell dell'American Numismatic Society. Al 162 d. C. risalgono delle monete ove sono rappresentati due personaggi barbuti nei quali sono stati riconosciuti Crisippo e Arato (J. J. Bernoulli, Gr. Ikon., Monaco 1908, ii, pp. 135-160).
Bibl.: B. V. Head, Historia numorum, Oxford 1911, pp. 728-729; R. Paribeni-P. Romanelli, in Mon. Ant. Lincei, XXIII, 1914, cc. 87-90, 93; K. Lehmann Hartleben, Die antiken Hafenanlagen des Mittelmeeres, Lipsia 1923, pp. 204-205, 277; Ruge, in Pauly-Wissowa, III A, 1927, cc. 935-938, s. v.; G. du Loup, in Bull. Arch. Comité Trav. Hist. Scient., 1930-31, pp. 711-716; L. Laurenzi, Ritratti greci, Firenze 1941, p. 118, n. 68; D. Magie, Roman Rule in Asia Minor, Princeton 1950, pp. 273-274, 1148-1149; A. M. Schneider, in Pauly-Wissowa, XXI2, 1952, cc. 2043-2044, s. v. Pompejopolis; P. Verzone, in Palladio, N. S. VII, 2-3, 1957, pp. 62-63; A. Abaecherli Boyce, in Amer. Journ. Arch., LXII, 1958, pp. 67-78.