sismografo
sismògrafo [Comp. di sismo- e -grafo] [GFS] Apparecchio per rivelare e a registrare i movimenti del suolo provocati da cause naturali (terremoti) o artificiali (esplosioni), costituito da uno speciale pendolo (verticale per i movimenti orizzontali e orizzontale per i movimenti verticali), da un trasduttore delle oscillazioni del pendolo (cui i detti movimenti danno luogo) in segnali meccanici o, più spesso, elettrici e in un registratore di tali segnali; apparecchi nei quali sia i segnali che il registratore sono puramenti meccanici si chiamano s. meccanici; per essi il trasduttore è semplic. un amplificatore meccanico di movimento e il registratore è, o meglio era (data l'obsolescenza di essi), una punta mossa dal detto amplificatore e appoggiata su una striscia di carta affumicata, scorrente in moto uniforme (v. sismometria: V 259 e). Assai più diffusi, per non dire esclusivi, sono oggi i s. elettrici (per lo più a induzione elettromagnetica), nei quali la massa pendolare agisce in qualche modo su un trasduttore a uscita elettrica, costituendo con questo un sensore sismico; il segnale elettrico d'uscita è registrato localmente (allora si ha un vero e proprio s.elettrico) mediante uno dei vari tipi di registratori elettrici o magnetici oppure è avviato, attraverso una linea telefonica o un radiocollegamento, a un centro di elaborazione, come si fa nelle reti sismiche zonali e regionali o nazionali (→ sismico: Rete s.). I vari tipi sono suddivisi in base a caratteristiche funzionali: s. a breve periodo e a lungo periodo, s. a registrazione diretta: v. sismometria: V 261 e, 259 e. ◆ [MTR] [GFS] Calibrazione e ingrandimento statico di un s.: v. sismometria: V 260 a, 259 e.