STRATICO, Simone Filippo
– Nacque a Zara il 16 ottobre 1733, da Giovan Battista e da Maria Castelli.
La famiglia Stratico, di nobili origini, risiedette presso la città di Candia, sull’isola di Creta, fino a quando la regione fu conquista dagli Ottomani, nel 1669, sottraendola alla Repubblica di Venezia. Il governo della Serenissima concesse quindi agli Stratico, rimasti fedeli ai veneziani, dei possedimenti in Dalmazia. A Zara nacquero anche i fratelli Giuseppe Michele, che diverrà un noto musicista e compositore, Gregorio, avvocato e diplomatico, Giandomenico, teologo letterato.
Fin dalla prima infanzia Simone si rivelò un bambino dotato di notevole talento e capacità di apprendere. Ancor prima del compimento dei dieci anni, il padre lo fece trasferire a Padova, per affidarlo alle cure del fratello, l’abate Antonio Stratico, che dirigeva il collegio greco ‘Cottunio’ (del quale lo stesso Simone sarebbe diventato in seguito direttore tra il 1758 e il 1760). Ammesso alla facoltà di medicina all’età di diciassette anni (tra i docenti ebbe anche Giovan Battista Morgagni), Stratico si rivelò uno dei migliori studenti del suo corso e gli venne concesso il privilegio di inaugurare l’anno accademico nel 1752 con un discorso dal titolo De medicinae veritate et semplicitate. Dopo aver conseguito la laurea nel 1757, sostituì Carlo Gianella sulla cattedra di medicina teorica straordinaria.
Nello stesso periodo, Stratico si dedicò allo studio delle scienze fisiche e matematiche, approfondendo le sue conoscenze in numerosi settori quali la meccanica, l’idrostatica, l’idraulica, l’ottica, l’architettura navale e civile. Grazie alle sue competenze, nel 1758 gli venne assegnato il compito di esaminare alcuni progetti relativi alla regolazione del fiume Adige. Sarebbe stato solo il primo di numerosi incarichi affidatigli in questo settore, tra i quali spiccano gli interventi idraulici sul Brenta e il Bacchiglione. Nel 1760 Stratico stilò un progetto di riforma dell’università, basato sul modello anglosassone, a testimonianza di un costante interesse per le questioni didattiche, gestionali e istituzionali. Nel 1762 si recò in Inghilterra, al seguito degli ambasciatori Lorenzo Morosini e Tomaso Querini, inviati a rendere omaggio al nuovo sovrano, Giorgio III. Grazie all’ottima conoscenza dell’inglese, Stratico approfittò dell’occasione per studiare i progressi dell’architettura navale d’Oltremanica.
Rientrato a Padova nel 1764 (anno in cui fu nominato fellow della Royal Society), Stratico passò alla cattedra di matematica e teoria nautica, rimasta vacante in seguito alla morte di Giovanni Poleni. Tenne la sua lezione inaugurale il 15 dicembre, poi stampata con il titolo: Cum mathesim et theoriam nauticam tradere aggrederetur. In seguito, nel 1777, a questi insegnamenti avrebbe aggiunto anche quello di fisica sperimentale, andando a dirigere il celebre ‘teatro’ poleniano.
Nel 1765, trentaduenne, il suo prestigio era già enorme e venne nominato rettore dell’Università (incarico che avrebbe successivamente ricoperto per altre quattro volte). Fra il 1768 e il 1771 effettuò un viaggio per l’Italia (al seguito del giovane cavaliere Francesco Morosini, nipote di Lorenzo), fra i cui obiettivi vi era anche quello di reperire documenti utili al completamento dell’edizione del De architectura di Vitruvio, avviata da Poleni (il lavoro sarebbe poi stato portato a termine dal nipote Giovanni Battista Stratico). Dopo aver soggiornato circa due anni e mezzo a Torino, Stratico e Morosini visitarono parecchie altre città, fra le quali Milano, Genova, Bologna, Roma e Napoli. Stratico non mancò di approfittare dell’occasione per sviluppare i propri interessi naturalistici; il 6 maggio del 1771 si recò in compagnia di Giuseppe Vairo, docente di chimica presso l’Università di Napoli, e del suo allievo Nicola Andria presso la celebre grotta del Cane, nella zona dei Campi Flegrei. Gli esperimenti che furono realizzati nel corso della visita furono oggetto di una dettagliata relazione, ora conservata fra i numerosi manoscritti di Stratico presso la Biblioteca Marciana di Venezia. Fra queste carte, una particolare importanza è rivestita da un gruppo di documenti relativi al corso di fisica sperimentale per l’anno accademico 1783-84, che fornisce un quadro pressoché completo delle conoscenze del tempo sull’argomento. Nel 2001 si è scoperto che parte di quel corso corrispondeva a un manoscritto conservato presso l’Académie des sciences di Parigi, a lungo attribuito erroneamente ad Alessandro Volta.
Molteplici furono gli incarichi affidati a Stratico nel corso della sua carriera, così come numerosi furono i riconoscimenti ottenuti. Nel 1775 gli venne affidata la preparazione dell’ordinamento della Scuola di costruzioni navali all’Arsenale di Venezia, il cui operato seguì sempre molto da vicino. Nel 1779 fu tra i protagonisti della trasformazione dell’Accademia dei Ricovrati in Accademia di scienze, lettere ed arti di Padova, della quale fu tra i membri più attivi. Fu quindi tra i primi a entrare a far parte della Società italiana delle scienze, detta dei XL, fondata nel 1782 a Verona da Anton Mario Lorgna.
Dopo la caduta della Repubblica di Venezia, Stratico fece parte del nuovo Municipio di Padova, quindi divenne uno dei membri del governo provvisorio costituitosi nel 1798. Durante la parentesi della dominazione austriaca gli fu imposto di trasferirsi da Padova a Vicenza, ma, con l’avvento definitivo di Napoleone, tornò a ricoprire i vecchi incarichi, tenendo la sua prima lezione universitaria dopo questo travagliato periodo il 1° febbraio 1801. Fu quindi chiamato a Milano come membro aggiunto della commissione di idraulica e gli venne assegnata la cattedra di nautica. Tuttavia, poiché proprio in quel periodo Alessandro Volta aveva iniziato un viaggio che lo avrebbe condotto fino a Parigi, per mostrare all’Institut national il funzionamento della pila, a Stratico fu chiesto di rinunciare alla cattedra di nautica (che di fatto non fu mai attivata) per tenere provvisoriamente l’insegnamento di Volta, cosa che egli fece fino al 1803. A partire dall’anno successivo ricoprì importantissimi incarichi a livello nazionale nel campo dell’idraulica, soprattutto allo scopo di gestire le pericolose piene dei fiumi che si verificarono in quel periodo. Venne quindi nominato membro dell’Istituto nazionale, di cui fu presidente dal 1804 al 1811.
Nel 1806 si recò a Parigi, dove fu insignito della Legion d’onore. Nel 1809, raggiunto il settantaseiesimo anno di età, venne giubilato, nominato senatore e insignito da Napoleone con l’Ordine imperiale della corona ferrea, che era stato istituito nel 1805. Continuò tuttavia a occuparsi di numerosi progetti relativi allo stato delle acque e della navigazione, e a partecipare ai lavori delle molte accademie a cui apparteneva, leggendo memorie sia di carattere scientifico sia relative alla storia dell’arte e dell’architettura. I suoi meriti vennero riconosciuti anche dopo la Restaurazione dall’imperatore Francesco I d’Austria, che lo insignì della croce di S. Leopoldo e del titolo di professore emerito delle Università di Padova e Pavia.
Morì a Milano il 16 luglio 1824.
Opere. Oratio habita in Gymnasio Patavino cum Mathesim et Theoriam nauticam tradere aggrederetur, Patavii 1765; Teoria compita della costruzione e del maneggio de’ bastimenti del sig. Lionardo Eulero. Traduzione con annotazioni, Padova 1776; Elementi di idrostatica, I-II, Padova 1792; Vocabolario di marina nelle tre lingue Italiana, Inglese e Francese, I-III, Milano 1814; M. Vitruvii Pollionis architectura textu ex recensione codicum emendato cum exercitationibus notisque novissimis Joannis Poleni et commentariis variorum additis nunc primum studiis Simonis Stratico, I-IV, Utini 1825-1830; De’ fludi elastici permanenti. Storia di un manoscritto attribuito ad Alessandro Volta, a cura di M. Ciardi - F. Giudice, Milano 2001.
Fonti e Bibl.: F. Rossetti, Della vita e delle opere di S. S., in Memorie del Reale Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, 1876, vol. 19, pp. 361-447 (che contiene l’elenco completo delle pubblicazioni a stampa e dell’enorme mole di manoscritti di Stratico); Alcuni contributi di S. S. alla storia del “De re aedificatoria” dell’Alberti, in Atti della Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, 1966, vol. 20, n. 10, pp. 335-349; P. Del Negro, I “pensieri di S. S. sull’Università di Padova” (1760), in Quaderni per la storia dell’Università di Padova, 1984, vol. 17, pp. 191-229; S. Ciriacono, L’idraulica veneta: scienza, agricoltura e difesa del territorio, in Storia della cultura veneta, a cura di G. Arnaldi - M. Pastore Stocchi, V, Il Settecento, Vicenza 1986, pp. 347-378; M.T. Borgato - A. Fiocca, Teodoro Bonati e i suoi corrispondenti veneti, in Le scienze matematiche nel Veneto dell’Ottocento, Venezia 1994, pp. 101-150; E. Granuzzo, Architettura e scienza nel Veneto tra Sette e Ottocento: S. S. (1733-1824), tesi di dottorato, Padova 2010.