CAPPARONI, Silverio
Nacque a Roma il 18 giugno 1831 da Giuseppe, pittore e incisore, e da Angela Antonelli. Forse apprese dal padre i primi rudimenti dell'arte, ma si formò alla scuola di F. Podesti. A partire dalla seconda metà dell'Ottocento svolse una attività continua professando una pittura di maniera e priva di emozioni.
I suoi primi lavori sono legati alle campagne di restauro e di rinnovamento delle chiese di Roma che furono promosse sotto il pontificato di papa Pio IX. Tra l'anno 1862 e il 1863 egli affrescò nella volta ellittica della chiesa di S. Giacomo in Augusta la Gloria dell'apostolo, ricavando da questo suo primo lavoro ben pochi consensi e molte critiche. Tuttavia un intervento a suo favore del Podesti, tenuto allora in gran considerazione, riuscì a tacitare lo scontento; il Podesti dichiarò di aver seguito egli stesso lo svolgersi dell'opera e di aver potuto contribuire ben poco alla "...sua migliore riuscita, avendo il C., per se medesimo già fatto quanto si conveniva a prattico e intelligente Artista" (Ciccolini). Subito dopo il C. venne chiamato ad affrescare la Gloria di s. Marcello sopra l'altare maggiore della chiesa omonima al Corso, dove fin dal 1861 fervevano i restauri. Nella stessa chiesa dipinse anche quattro figure di santi sulla faccia interna dei pilastri della prima cappella a destra: S. Pietro,S. Paolo,S. Orsola,S. Giacinta Marescotti. Nel1865 affrescava, imitando gli antichi mosaici, la facciata di S. Lorenzo fuori le Mura, di cui nello stesso anno aveva ultimato il restauro architettonico V. Vespignani.
In occasione del primo concilio vaticano, inaugurato da Pio IX l'8 dic. 1869, il C. fu tra gli artisti chiamati a ornare con dipinti rappresentanti celebri concili l'aula conciliare ricavata nel braccio destro del transetto della basilica vaticana (Die Dioskuren, 1870, p. 14). Nel 1876 eseguiva per la chiesa dei SS. Vincenzo e Anastasio a Fontana di Trevi i due affreschi laterali della terza cappella a destra, con Storie di s. Camillo. L'affresco di sinistra reca la firma e la data. Secondo l'Angeli (p. 600) e il Thieme-Becker, il pittore avrebbe eseguito in quella stessa chiesa anche l'affresco della volta, in cui è rappresentata la Gloria di s. Camillo,s. Vincenzo e s. Anastasio. Negli anni immediatamente seguenti il C. fu impegnato nella chiesa di S. Tommaso di Canterbury (già Trinità degli Scozzesi) in via di Monserrato, dove decorò il soffitto e affrescò le pareti della navata, raffigurandovi, con un finto mosaico, busti di santi racchiusi entro clipei. Intorno al 1880 iniziavano i restauri nella chiesa di S. Tommaso in Parione e probabilmente in quell'occasione fu commissionata al C. una tela rappresentante la Sacra Famiglia (collocata originariamente nella prima cappella a destra) di cui oggi si è perduta traccia.
Nel 1888 ebbe l'incarico di dipingere nella cripta della cappella del Seminario delle missioni straniere a Parigi, per gli altari laterali e per l'altare maggiore (del quale ornò anche il tabernacolo ligneo con la figura del Cristo), nove quadri rappresentanti varie figure di Santi e l'Ultima Cena (Inventaire général des richesses d'art de la France..., III, Paris 1901, pp. 290-293).
Probabilmente negli anni tra il 1889 e il 1890 il C. riceveva l'incarico di eseguire la decorazione pittorica della chiesa dell'Immacolata Concezione, annessa al Collegio pio latino americano nel quartiere Prati, presso il ponte Margherita, costruita nel 1888. Il complesso chiesa-collegio fu demolito dopo il 1960; nulla quindi rimane dell'opera del C., chevi aveva svolto un imponente ciclo di affreschi. Per la nuova chiesa di S. Giuseppe di Cluny in via A. Poliziano, già via L. da Vinci (Angeli, p. 198), e probabilmente prima della consacrazione della stessa avvenuta nel 1900, dipinse i quadri rappresentanti l'Immacolata e l'Apparizione del Sacro Cuore ad Anna Maria Javouhey, la fondatrice della Congregazione delle suore di S. Giuseppe, per i due altari delle navate minori. È questo, in base alle attuali conoscenze, l'ultimo impegno assolto dal C. prima della morte, avvenuta a Roma il 28 gennaio del 1907.
Il C. non dipinse soltanto soggetti sacri, ma partecipò alla cultura del suo tempo con una produzione - purtroppo sconosciuta, ma testimoniata da un quadro del Museo di Roma intitolato Somarelli al pozzo - che si riallacciava al gusto del paesaggio e del bozzetto cari alla pittura romana dell'Ottocento. Nella Biblioteca dell'Accademia di S. Luca sono conservati i ritratti eseguiti dal C. dell'Architetto G. Monaldi (n. 791) e del Professore V. Zagari (n. 804: donato all'Accademia dallo stesso artista nel 1899).
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. stor. del Vicariato, Parrocchia S. Marcello,Stato delle anime, 1831-1832, p. 22; Ibid., Arch. dell'Acc. di S. Luca, a. 1893, vol. 157, n. 190; a. 1899, vol. 162, n. 165; S. Ciccolini, Le nuove opere dell'archiospedale di S. Giacomo Augusta, Roma 1864, pp. 45 s.; D. Angeli, Le chiese di Roma, Roma s. d. (ma 1903), pp. 154, 198, 212, 581, 584, 600; L. MuñozGasparini, S. Marcello al Corso, Roma a. d. (ma 1925), pp. 18 s., 31 s.; P. Pecchiai-R. U. Montini, S. Giacomo in Augusta, Roma 1958, pp. 31, 49; C. Ceschi, Le chiese di Roma dagli inizi del neoclassicismo al1961, Rocca San Casciano 1963, pp. 117 s., 144 s., fig. 148; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 457.