LEGHISSA, Silvano
Nacque a Pola, in Istria, il 9 sett. 1914 da Giuseppe, falegname mobiliere, e Maria Fattor. Compì i primi studi nel liceo-ginnasio Giosuè Carducci per poi iscriversi, nel 1933, alla facoltà di scienze dell'Università di Padova, dove si laureò con P. Pasquini nel giugno 1937 con una tesi sulla morfologia del neurasse, della muscolatura e dell'innervazione delle pinne nelle duplicità di embrioni e avannotti di trota. Subito dopo la laurea fu assunto, a Pola, come chimico analista in una raffineria di oli, ma pochi mesi dopo Pasquini lo volle con sé a Bologna come assistente alla cattedra di anatomia comparata.
Conseguì nel 1943 la libera docenza in anatomia comparata e, nelle ultime concitate fasi del periodo bellico, passò a Mantova, dove sposò, nel 1944, Cesira Vallin (dal matrimonio nacquero tre figli: Giorgio, Daniela e Roberto). Nel Mantovano entrò anche a far parte del locale Comitato di liberazione nazionale.
Conseguita nel 1948 anche la docenza in istologia ed embriologia, nel 1952 vinse il concorso a cattedra e fu chiamato a Bologna, ove rimase definitivamente. Nel 1957 passò alla cattedra di anatomia comparata lasciata da Pasquini, trasferitosi a Roma, mantenendo fino al 1974 anche l'incarico di istologia. Per brevi periodi fu anche incaricato di citomorfologia e di embriologia sperimentale, mentre dal 1954 al 1958 insegnò zoologia generale presso la facoltà di medicina veterinaria e, dal 1966 al 1968, anatomia comparata presso la Scuola superiore di disegno anatomico dell'Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna.
Settori di ricerca privilegiati rimasero per il L. l'istologia, l'embriologia, l'anatomia e la morfofisiologia comparata del sistema nervoso (in particolare dei Vertebrati), nonché la rete nervosa diffusa dei Celenterati. Gli studi del L., fondati sulla rigorosa metodologia acquisita sotto il magistero di Pasquini, si avvalsero anche della messa a punto o modificazione di tecniche e strumenti di indagine. Già nei primi anni del suo assistentato egli aveva ideato un circolo artificiale rene-polmone con il quale riusciva a mantenere in vita per oltre due settimane un cuore di rana. In seguito perfezionò tecniche di colorazione istologica particolarmente adatte alle strutture indagate e utili in particolare nello studio della istogenesi nella rigenerazione dei tessuti nervosi (Appunti di tecnica istologica sulle Planarie [Planaria lugubris], in Boll. zoologico, XI [1940], pp. 137-142; Su diun metodo di impregnazione del sistema nervoso per Anfibi Urodeli, in Monitore zoologico italiano, LIII [1942], pp. 217-225; Metodi standard di colorazione del tessuto nervoso, in SAS. Boll. del Comitato internazionale per l'unificazione dei metodi e per la sintesi in antropologia ed eugenica e biologia, XX-XXI [1950], pp. 34-63). Perfezionò le sue qualità di sperimentatore nel 1947-48 presso la stazione zoologica di Napoli, ove si dedicò allo studio istologico del sistema nervoso dei Celenterati e ad alcuni problemi di embriologia sperimentale delle uova di Ascidia (Contributo allostudio del sistema nervoso dei Celenterati, in Pubblicazioni della Stazione zoologica di Napoli, XXI [1940], pp. 272-308; Osservazioni preliminari con microscopio a contrasto di fase sul cortex e sulle guaineectoplasmatiche dell'uovo di Ascidia malaca, ibid., XXII [1949], pp. 90-94).
Una delle strutture che più costantemente attrasse la sua attenzione nel corso degli anni fu l'apparato di Mauthner. Questo costituì l'oggetto della tesi di laurea, nella quale dimostrò che negli avannotti di trota la fibra di Mauthner appare con gli ultimi nervi spinali e percorre il miosetto ramificandosi più volte fino a terminare nei muscoli delle estremità caudali, per cui dovrebbe essere considerata come un apparato "associativo e motore al tempo stesso" (La terminazione extramidollare della fibra di Mauthner in avannotti di trota, in Arch. italiano di anatomia ed embriologia, XLIII [1940], pp. 255-280). Tale tema continuò a essere studiato dal L. fino all'ultima pubblicazione, apparsa postuma (Mauthner apparatus in embryos, fetuses and young of Squalus acanthias (Risso), in Boll. di zoologia, LIII [1986], pp. 49-57), nella quale il L., insieme con i risultati conseguiti dalla sua ricerca, mise in evidenza con grande onestà scientifica i problemi che restavano irrisolti quali, innanzitutto, il modo in cui le fibre di Mauthner si collegano ai neuroni motori, e l'inadeguatezza della concezione dell'apparato stesso come servomeccanismo destinato a regolare le flessioni alternative latero-laterali del corpo dell'animale.
In tali studi e in quelli sul tetto ottico del mesencefalo la comunità internazionale ha individuato i principali meriti scientifici del Leghissa. Il L. cominciò ad affrontare questo secondo campo di ricerca al principio degli anni Quaranta (Gli elementi bineuritici del tetto ottico di trota, in Boll. della Soc. italiana di biologia sperimentale, XX [1942], pp. 96-104) e proseguì le sue indagini con oltre 15 articoli il cui bilancio complessivo venne tratto nel saggio L'evoluzione del tetto ottico nei bassi Vertebrati, in Arch. italiano di anatomia ed embriologia, LXVII [1962], pp. 343-413). Il L. compì un'indagine meticolosa e completa sul tetto ottico nelle diverse classi di Vertebrati, utilizzando tecniche diverse per evidenziare le fibre afferenti ed efferenti, gli strati cellulari, la morfologia delle cellule nervose e riuscendo a individuare analogie e omologie significative per delineare lo schema evolutivo di base dal quale le singole classi differiscono per caratteristiche specifiche.
Gli interessi del L. non rimasero tuttavia confinati nei settori di sua specifica competenza, né risultarono limitati dalla tradizionale impostazione descrittiva delle discipline da lui professate: egli, infatti, si sforzò sempre di inquadrare dette discipline, sia nella didattica, sia nella ricerca, nel più ampio quadro dell'interpretazione funzionale, alla quale annetteva un significato fondamentale anche a fini didattici, oltre che pratici. Così, su richiesta di colleghi medici dell'Istituto ortopedico Vittorio Putti di Bologna, negli ultimi anni di guerra si occupò del problema della degenerazione, rigenerazione e trapianto di tronchi nervosi nell'uomo, analizzando con metodi sperimentali un'ampia casistica messa a disposizione da quell'istituto, e giungendo a fornire precise e utili indicazioni sia per le tecniche di intervento, sia per la prognosi. Da tale studio nacque la monografia Degenerazione e rigenerazione dei tronchi nervosi nell'uomo (Bologna 1950), considerata per lunghi anni strumento ineludibile e quasi un classico per precisione, accuratezza e rigore scientifico.
Nello stesso anno pubblicò a Milano un volume divulgativo, L'origine dell'intelligenza, che sollevò qualche critica e polemica (in particolare per l'atteggiamento critico che il L. assumeva nei confronti della psicologia), ma che si proponeva soprattutto di illustrare, a un pubblico di non specialisti, l'evoluzione del comportamento e il progressivo sviluppo filogenetico delle funzioni nervose dei Vertebrati.
Fondato su vaste e solide conoscenze, il libro ebbe successo e aprì all'autore la collaborazione con giornali ed emittenti radiofoniche; tale collaborazione fu da lui in seguito coltivata anche per esprimere il proprio punto di vista su questioni di organizzazione degli studi universitari alle quali aveva cominciato a interessarsi in seguito ai movimenti di protesta studentesca del 1968, che lo avevano drammaticamente colpito suscitando in lui un senso di viva preoccupazione e sfiducia.
Il suo impegno didattico si espresse non solo nella stesura di manuali chiari, semplici e aggiornati (Anatomia comparata dei Vertebrati, Bologna 1960; Citologia e istologia, Torino 1966; Embriologia, ibid. 1968; Morfologia dei Vertebrati, ibid. 1970), ma anche nel dibattito sulla politica universitaria e nell'intervento nell'edilizia universitaria. Sotto quest'ultimo profilo si devono ricordare, in particolare, la costituzione, da lui promossa, di due nuove aule e due sale per le esercitazioni, la sistemazione e l'ampliamento del Museo di anatomia comparata.
Tale museo (sorto ai primi dell'Ottocento per opera di G. Azzoguidi, primo professore di anatomia comparata a Bologna, ma soprattutto per opera di A. Alessandrini) aveva raggiunto una consistenza paragonabile a quella dell'analogo museo voluto da G. Cuvier in Francia. Ulteriori arricchimenti erano stati poi prodotti da S. Richiardi prima che, tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, il museo venisse trascurato e poi di nuovo ampliato e arricchito da E. Giacomini. Trascurato da Pasquini, fu ripreso dal L. che nel 1973 ne iniziò il riordinamento e la sistemazione con un assiduo lavoro che occupò gli ultimi dieci anni della sua vita.
Negli ultimi anni il L. si occupò anche di neurochimica e neuroendocrinologia (Nervous organization and the problem of synapse in Actinia equina, in American Zoologist, V [1965], pp. 411-424; L'attività delle neuroamminoossidasi e dell'acetilcolinesterasi durante il differenziamento del tetto ottico in Uccelli a prole inetta (piccione) e atta (quaglia), in Acta embryologiae experimentalis, 1974, pp. 339 s.).
La sua attività gli valse nel corso degli anni numerosi riconoscimenti: nel 1940 fu insignito del premio Emery e nel 1976 ricevette la medaglia d'oro del presidente della Repubblica ai benemeriti della scuola, della cultura, e dell'arte; nel 1954 fu accolto nell'Accademia delle scienze di Bologna, nella quale ricoprì, dal 1981, l'incarico di segretario perpetuo della classe di scienze fisiche, mentre nell'82 fu eletto membro della New York Academy of sciences.
Nel 1984, pochi mesi dopo il collocamento fuori ruolo, mostrò i sintomi di una grave compromissione del sistema nervoso che egli stesso correttamente localizzò nel corpo calloso e che risultò inoperabile.
Il L. morì a Bologna il 18 giugno 1986.
Fonti e Bibl.: L'elenco completo delle opere del L. è conservato presso il dipartimento di biologia evoluzionistica e sperimentale dell'Università di Bologna; delle opere fino al 1951 lo stesso L. fornì un'accurata bibliografia ragionata nell'opuscolo Curriculum vitae del dott. Silvano Leghissa (Bologna 1951), preparato per il concorso a cattedra. Documenti e corrispondenza personale sono conservati a Bologna presso la figlia Daniela.
G. Minelli, Discorso in ricordo del prof. S. L., in Atti dell'Acc. delle scienze dell'Istituto di Bologna, classe di scienze fisiche, s. 14, IV (1986-87), pp. 203-207; Il prof. S. L. libero docente di anatomia comparata, in Il Corriere istriano, 10 apr. 1943; È morto L., direttore di "Anatomia comparata", in Il Resto del carlino, 19 giugno 1986; S. P., Morto a Bologna il prof. L., in La Gazzetta, 4 luglio 1986; S. Leghissa, Si èspento S. L., in Arena di Pola, 10 luglio 1986.