SILOE (ebraico Shilōaḥ; greco Σιλωά [μ])
Nome di una fonte, con relativo acquedotto e piscina, nella parte sud-est di Gerusalemme, ora Silwān. Il nome (dalla radice šlḥ, "emettere", "inviare") doveva designare dapprincipio il solo acquedotto (cfr. Isaia, VIII, 6), il quale era un piccolo canale scavato alla superficie del suolo e portava le acque della fonte di Giḥon (l'odierna ‛Ain Sittī Maryam) verso le falde meridionali della collina sud-orientale di Gerusalemme. Più tardi, sotto il re Ezechia, fu scavata una galleria sotterranea che, attraverso la collina, portava le stesse acque (al sicuro in caso di assedio) verso un serbatoio o piscina, situata egualmente nel settore sud-orientale della città: anche a questa piscina fu applicato allora lo stesso appellativo, cosicché la si trova chiamata "piscina di Shelaḥ" (Neemia, III, 15) e "piscina di Σιλωάμ" (Giovanni, IX, 7; riguardo alla parentesi esplicativa aggiunta ivi: ὃ ἑρμηνεύεται ἀπεσταλμένος, "quod interpretatur Missus", vedi l'etimologia spiegata qui sopra); ma mentre lo sbocco dell'antico canale superficiale era fuori della linea fortificata e non protetto in caso d'assedio, la piscina in cui terminava la galleria di Ezechia era nell'interno protetto.
Oggi l'antico sbocco è colmato di terra e la località è adibita a orto; al contrario la "piscina di Siloe" del tempo di Ezechia si è conservata in gran parte. La scarsezza d'acqua di cui Gerusalemme ha sempre sofferto lungo i secoli, fece sì che si avesse gran cura di quella preziosa riserva idrica. All'epoca di Erode essa fu circondata di un portico, e poco dopo fu scena della guarigione del cieco nato (Giovanni, IX). In ricordo del miracolo, nel secolo V vi fu costruita, al lato settentrionale, una chiesa cristiana di cui rimangono ancora avanzi.
Poco sotto all'edificio cristiano termina la galleria dell'epoca di Ezechia, lunga metri 550; la piscina è lunga metri 16 e larga 5,60.
Per la galleria v. anche gerusalemme, XVI, pp. 844-45, e per l'iscrizione famosa in caratteri ebraici antichi ivi ritrovata v. epigrafia, XIV, p. 68.
Bibl.: V. gerusalemme; v. inoltre D. Diringer, Le iscrizioni antico-ebraiche palestinesi, Firenze 1934, pp. 81-102.