Rubini, Sergio
Attore, sceneggiatore e regista cinematografico, nato a Grumo Appula (Bari) il 21 dicembre 1959. Interprete deciso e sensibile di personaggi in bilico tra una certa inadeguatezza esistenziale, una personale rivolta sociale e un eroico bisogno di riscatto, R. è anche regista di film dal taglio individuale, perlopiù legati ai temi e agli scenari meridionali.
Figlio di un dipendente delle ferrovie, R. si è avvicinato alla recitazione assecondando la passione del padre per il teatro. Trasferitosi a Roma appena diciottenne, ha frequentato l'Accademia nazionale d'arte drammatica 'Silvio D'Amico', abbandonandola dopo due anni per lavorare con registi come Antonio Calenda, Ennio Coltorti, Gabriele Lavia. Ben presto, però, si è allontanato dalle scene per intraprendere la carriera cinematografica, esordendo nel 1985 in Figlio mio, infinitamente caro… di Valentino Orsini e facendosi notare nel 1986 in Desiderando Giulia di Andrea Barzini. Ma l'occasione della sua carriera è giunta l'anno successivo, quando Federico Fellini lo ha scelto come protagonista di Intervista, affidandogli il ruolo autobiografico del giovane giornalista affascinato dalla magia di Cinecittà. Il suo personaggio di provinciale in cerca di nuovi orizzonti si è definito ulteriormente con Il grande Blek (1987) di Giuseppe Piccioni, ma ha trovato una dimensione personale con La stazione (1990), suo esordio nella regia accolto con successo alla Mostra del cinema di Venezia. Tratto da una pièce teatrale scritta per lui da U. Marino, il film è un dramma sentimentale a forti tinte, in cui R. interpreta un timido capostazione pugliese pronto a difendere una giovane donna (Margherita Buy) dal violento ex fidanzato, un affarista senza scrupoli (Ennio Fantastichini). Pur senza interrompere la sua carriera di attore (Chiedi la luna, 1991, di Piccioni; Al lupo, al lupo, 1993, di Carlo Verdone; Una pura formalità, 1994, di Giuseppe Tornatore), R. è tornato a proporsi come regista e interprete di La bionda (1993), con Nastassja Kinski nel ruolo della donna da salvare; della commedia Prestazione straordinaria (1994), in cui impersona un impiegato molestato sessualmente da una volitiva manager (interpretata da Margherita Buy); e del solare Il viaggio della sposa (1997), storia cavalleresca d'armi e d'amori ambientata nella Puglia seicentesca, tra briganti, nobildonne, soldati di ventura e contadini.
Il modesto successo di questi lavori lo ha portato a ritrovare vigore d'interprete in film come Nirvana (1997) di Gabriele Salvatores, Del perduto amore (1998) di Michele Placido, L'albero delle pere (1998) di Francesca Archibugi, Denti (2000) ancora di Salvatores e La forza del passato (2002) di Piergiorgio Gay. Ma nel 2000 R. è tornato dietro la macchina da presa, realizzando l'intelligente e sottovalutato Tutto l'amore che c'è, in cui il partecipe ritratto, ambientato negli anni Settanta, di un gruppo di 'vitelloni' della provincia barese si rivela lucida riflessione sul contrasto tra il Sud e il Nord dell'Italia. La vividezza autobiografica di questo film è stata poi ribaltata da R. nella sua opera successiva, L'anima gemella (2002), contaminazione di fantasy e noir, ma anche commedia sentimentale sulla storia dell'amore contrastato tra un ragazzo e una ragazza della provincia barese. Rimandi autobiografici sembrano ancora rintracciarsi nel suo film del 2004 L'amore ritorna.
Intervista ‒ Sergio Rubini, a cura di A.G. Mancino, F. Prencipe, Foggia 2000.