Corbucci, Sergio
Regista cinematografico e sceneggiatore, nato a Roma il 6 dicembre 1927 e morto ivi il 1° dicembre 1990. Cominciò la carriera di regista all'inizio degli anni Cinquanta, sperimentando generi diversi, dal drammatico al canzonettistico, per dedicarsi poi al filone più popolare della commedia all'italiana, con film parodistici di livello discreto interpretati da Totò e scritti con il fratello Bruno (Totò, Peppino e… la dolce vita, 1961). Tra i più prolifici autori del western all'italiana sul finire degli anni Sessanta, C. mise a frutto il suo intuito costruendo nei decenni successivi una commedia di costume leggera, sorretta dalla presenza di noti personaggi dello spettacolo televisivo.
Dopo un'esperienza giornalistica, cominciò a lavorare come sceneggiatore, poi come aiuto regista di Aldo Vergano. La sua prima regia risale al 1952, anno in cui diresse il film di avventura La peccatrice dell'isola. Dopo aver trattato il tema di una fuga carceraria in Acque amare (1954), passò a un melodramma canzonettistico di ambientazione napoletana, interpretato dal cantante Achille Togliani: Suonno d'ammore (1955). Per qualche anno, le sue scelte si indirizzarono al bozzetto comico e di costume, con film come Chi si ferma è perduto (1960), interpretato da Totò e Peppino De Filippo, I due marescialli (1961), grottesca commedia degli equivoci nell'Italia dell'armistizio, ancora con Totò e con Vittorio De Sica, per arrivare poi alla parodia seriale in cui la maschera del grande attore napoletano, attorniato da altre stelle del teatro leggero come Erminio Macario, Nino Taranto e Franca Valeri, nasconde una sostanziale superficialità della narrazione, intrisa di luoghi comuni e freddure fatte su misura per un pubblico popolare dai gusti semplici: a questa categoria, oltre a Totò, Peppino e… la dolce vita, appartengono Gli onorevoli e Il monaco di Monza, entrambi del 1963. Uno dei generi in cui C. riuscì a trovare un certo equilibrio espressivo non privo di originalità è stato il western all'italiana: film come Django (1966), con Franco Nero, Navajo Joe (1966) con Burt Reynolds, e Il grande silenzio (1968), che spicca per la presenza di attori di talento come Jean-Louis Trintignant e Klaus Kinski e per la musica di Ennio Morricone, sono prodotti in cui le esigenze di cassetta risultano coniugate con un gusto dell'immagine e della narrazione privo di eccessive sbavature. Attento a sfruttare ogni fenomeno spettacolare e ogni volto amato dal grande pubblico, C. realizzò il picaresco Er Più ‒ Storia d'amore e di coltello (1971), costruito su misura per il cantante Adriano Celentano, la commedia grottesca di ambientazione messicana Che c'entriamo noi con la rivoluzione? (1972) con Vittorio Gassman e Paolo Villaggio, e Il bestione (1974) con Giancarlo Giannini: al di là delle ambientazioni, tutti film attraversati da uno spirito anarcoide e qualunquista, tipico della tradizione popolaresca romana. Dalla seconda metà degli anni Settanta C. diventò il regista cinematografico dei comici televisivi di successo, ottenendo incassi sempre più cospicui: dalla coppia Renato Pozzetto e Adriano Celentano (Di che segno sei?, 1975, ed Ecco noi per esempio…, 1977), a Paolo Villaggio (Il signor Robinson, mostruosa storia d'amore e d'avventure, 1976), Johnny Dorelli (Mi faccio la barca, 1980, e Non ti conosco più Amore, 1980), al romano Enrico Montesano (Il conte Tacchia, 1982, e Sing Sing, 1983). Da questi film si distaccano due gialli: La mazzetta (1978), tratto dal romanzo di A. Veraldi, con Nino Manfredi, Ugo Tognazzi e Paolo Villaggio, che inaugurò un filone di blanda e farsesca satira sociale, destinato ad avere un grande sviluppo nel cinema italiano commerciale dei decenni successivi, e Giallo napoletano (1979), con Marcello Mastroianni e Ornella Muti. Tra le ultime prove di C., il film a episodi Rimini Rimini (1987) e il nostalgico Night Club (1989), rivisitazione romanzata dei tempi della 'dolce vita': film che si confondono nell'immenso calderone della commedia all'italiana paratelevisiva e natalizia.
Sergio Corbucci, a cura di O. Caldiron con la collaborazione di N. Corbucci, Rimini 1993.