Procof′ev, Sergej Sergeevič
Compositore e pianista ucraino, nato a Soncovka l'11 aprile 1891 e morto a Mosca il 5 marzo 1953. Musicista di grande fama, ha lasciato il suo inconfondibile segno anche nel cinema, con le due partiture realizzate per Sergej M. Ejzenštejn, tuttora annoverate tra i risultati più significativi mai raggiunti in questo campo. La collaborazione tra i due artisti rappresenta un esempio quasi unico di approfondimento delle spinte avanguardistiche d'inizio secolo, sia pure all'interno degli stilemi adottati ufficialmente nel periodo staliniano.
Dopo gli studi al Conservatorio di S. Pietroburgo e la realizzazione delle prime composizioni (tra cui la Sinfonia in mi minore, cui ne fecero seguito altri sei), P. cominciò a collaborare con S.P. Djagilev, scrivendo due balletti ispirati alla tradizione popolare russa (Ala i Lolli, 1914-15 e Skazka pro šuta, La favola su un buffone, 1915). Nel 1918 lasciò la Russia per intraprendere un'intensa attività concertistica all'estero, dove compose inoltre altri due balletti per Djagilev, melodrammi, opere teatrali, nonché concerti per pianoforte e orchestra.
Ritornato in Unione Sovietica nel 1936, P. continuò a lavorare intensamente, realizzando, tra l'altro, i due balletti Romeo e Giulietta (1938) e Cenerentola (1945) e la favola sinfonica per voce recitante e orchestra Petja i volk (Pierino e il lupo, 1936), e al contempo allargò i suoi interessi al cinema, anche per adeguarsi al nuovo clima culturale sovietico, nell'ambito del quale la musica doveva porsi il compito di trovare strumenti idonei a una maggiore fruibilità da parte del popolo. Dopo aver composto le musiche per due film che però non vennero girati, P. elaborò le colonne sonore per gli ultimi due capolavori di Ejzenštejn: Aleksandr Nevskij (1938), da cui ricavò anche l'opera 78, una cantata per mezzosoprano, coro misto e orchestra; e Ivan Groznyj (presentato al pubblico in due parti, la prima, nota in Italia come Ivan il terribile, nel 1945, la seconda, invece come La congiura dei boiardi, nel 1958), da cui A. Stasevič trasse l'omonima cantata. Di contro all'uso della musica come 'accompagnamento', i due artisti lavorarono, con straordinaria sintonia, a un'idea di cinema come composizione contrappuntistica degli elementi sonori e visivi le cui basi vanno cercate nel lavoro teorico sulla forma audiovisiva svolto dal regista nella seconda metà degli anni Trenta. Nel cinema sonoro, secondo Ejzenštejn, la musica assume infatti il compito che aveva il montaggio ritmico nel muto: l'espressione del senso della rappresentazione stessa, ossia la generalizzazione del fenomeno nella sua essenza psicologica o drammatica. Tra questi due lavori si situano le altre tre colonne sonore realizzate da P. per i film del 1943 Lermontov di Al′bert A. Gendel′štein, Partizany v stepjach Ukrainy (I partigiani nelle steppe dell'Ucraina) di Igor′ A. Savčenko e Kotovskij di Aleksandr M. Fajncimmer.
M.R. Hofmann, Serge Prokofiev, Paris 1963.
V. Seroff, Sergei Prokofiev, a soviet tragedy, New York 1979.
Sergej Ejzenštejn: oltre il cinema, a cura di P. Montani, Pordenone 1990, pp. 381-406.
P. Montani, "Pathos". L'estetica dell'ultimo Ejzenštejn, in P. Montani, Fuoricampo. Studi sul cinema e l'estetica, Urbino 1993, pp. 9-44.
S. Miceli, Musica e cinema nella cultura del Novecento, Milano 2000, pp. 229-45.